Orologico Forum 3.0

Il silicio in orologeria: a che punto siamo?

persson

Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #45 il: Giugno 21, 2020, 16:55:40 pm »
S.M. felice di sapere che siamo conterranei.  ;)

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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #46 il: Giugno 21, 2020, 19:15:57 pm »
S.M. felice di sapere che siamo conterranei.  ;)
Piacere reciproco !!
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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #47 il: Giugno 22, 2020, 08:34:18 am »
Le Maison di orologeria sono aziende di micromeccanica. Il silicio non è il loro mestiere e devono acquisire tecnologia dall'esterno (o fingere di consorziarsi) per andare a ibridare meccanismi metallici che venderebbero comunque. In questo senza riuscire a garantire durata estrema e la non necessità di manutenzione. A parte chi sta provando a usare il silicio per una cosa nuova, come Zenith, per tutti gli altri e mio modo è un modo per aggiungere una dipendenza dall'esterno senza riuscire a incassare valore dai clienti. In sostanza inutile. Chi lo fa probabilmente ha ormai in casa quello che serve o accordi a lungo termine con qualche produttore (io voto per questa).
@persson: il fatto che il silicio sia presente in grandi quantità non significa che costi poco ottenerne un prodotto. Il ciclo di crescita e lavorazione dei wafer necessari per ottenere le prestazioni necessarie è estremamente complicato e costoso, anche se in orologeria si possono utilizzare tecnologie che erano d'avanguardia 25/30 anni fa.
Anche di idrogeno è pieno il nostro pianeta, ma fare il pieno alla macchina usando una boccata d'aria e una caraffa di acqua non è proprio semplicissimo.
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persson

Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #48 il: Giugno 22, 2020, 11:32:20 am »
Certo, questo lo so anche io, ma di certo sai che l'impiego del silicio nella microlelettonica si scontra con necessità di purezza e miniaturizzazione proprie di quel mondo e che nulla ha che fare con le proprietà esclusivamente meccaniche di questo mondo.
Così come converrai penso, con il fatto che, ok, grande disponibilità in forma primordiale non necessariamente significhi facilità e basso costo nell'uso finale... ma una scarsità/rarità della materia primordiale all'origine (tipo l'iridio o il rodio)... di certo non aiuta affatto, ma anzi, cambia le carte in tavola totalmente!
« Ultima modifica: Giugno 22, 2020, 11:34:25 am da persson »

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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #49 il: Giugno 23, 2020, 16:54:21 pm »
Ma cosa intendete per tutto in silicio? Il bilanciere? (dando per scontata la spirale)
O intendete proprio tutto il treno del tempo, tutte le ruote?
Personalmente intendevo tutto. Come esercizio tecnico, perchè nella realtà produttiva, che io sappia, non è stato ancora fatto.
« Ultima modifica: Giugno 23, 2020, 16:55:58 pm da SoloMeccanico »

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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #50 il: Giugno 23, 2020, 17:06:18 pm »
Potenzialmente il silicio potrebbe essere usato in modo vantaggioso per tutte le ruote, specialmente quelle più veloci o bisognose di lubrificazione.
Per ora è stato sperimentato sugli scappamenti e sulle spirali sfruttandone soprattutto le doti di insensibilità al magnetismo e la possibilità di aumentare la frequenza senza avere effetti deleteri sugli attriti (e quindi necessità di lubrificazioni particolari).

In teoria un movimento tutto in silicio, quindi anche i perni, potrebbe essere totalmente esente da lubrificanti e non necessitare di pietre dure.

Non l’ha fatto ancora nessuno, o almeno credo.
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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #51 il: Giugno 24, 2020, 13:50:20 pm »
Comunque il silicio sembra essere più diffuso di quanto non si creda normalmente, ovvero, a mio avviso, di quanto non si abbia percezione.

Questo calibro Union, peraltro molto interessante, è incassato in un modello ultraclassico:

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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #52 il: Giugno 24, 2020, 14:11:47 pm »
Per le spirali si, già per l’ancora e la prima ruota di meno.
Credo che per la spirale abbia giocato un ruolo fondamentale il fatto che alla fine era solo la Nivarox che riforniva tutti.

Dal punto di vista dell’appassionato “erudito” tutto sommato una spirale è pure accettabile.
Nel passato furono fatte prove con il vetro o leghe speciali per renderle immuni dai campi magnetici. È sempre stato un elemento “poco meccanico” se così si può dire.
Il silicio non ha tolto nulla.
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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #53 il: Giugno 27, 2020, 15:08:52 pm »
Per le spirali si, già per l’ancora e la prima ruota di meno.
Credo che per la spirale abbia giocato un ruolo fondamentale il fatto che alla fine era solo la Nivarox che riforniva tutti.

Dal punto di vista dell’appassionato “erudito” tutto sommato una spirale è pure accettabile.
Nel passato furono fatte prove con il vetro o leghe speciali per renderle immuni dai campi magnetici. È sempre stato un elemento “poco meccanico” se così si può dire.
Il silicio non ha tolto nulla.
Quindi ha aggiunto le sue proprietà.O no?

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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #54 il: Giugno 27, 2020, 17:04:46 pm »
Per le spirali si, già per l’ancora e la prima ruota di meno.
Credo che per la spirale abbia giocato un ruolo fondamentale il fatto che alla fine era solo la Nivarox che riforniva tutti.

Dal punto di vista dell’appassionato “erudito” tutto sommato una spirale è pure accettabile.
Nel passato furono fatte prove con il vetro o leghe speciali per renderle immuni dai campi magnetici. È sempre stato un elemento “poco meccanico” se così si può dire.
Il silicio non ha tolto nulla.
Quindi ha aggiunto le sue proprietà.O no?
Si, secondo me per le spirali ha aggiunto le sue proprietà per nulla disprezzabili.
Io un orologio con la sola spirale in silicio lo prenderei in considerazione al pari di uno tradizionale.

Per gli altri componenti no, ma non solo per mancanza di “pregio” del silicio rispetto al metallo, più che altro perché vorrei che il mio orologio restasse sempre riparabile da chiunque.
Ossia, se ti si rompe una ruota od una molla a filo in silicio, o ti rivolgi alla casa sperando che ha ancora il ricambio, o lo butti.
Con un calibro in metallo, tutto (o quasi) si può ricostruire.

Oggi restaurano orologi di quasi 200 anni, chissà un orologio in silicio se si possa riparare 200 anni o magari 30 anni?

È un pensiero che mi allontana da questa tecnologia
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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #55 il: Giugno 28, 2020, 15:14:30 pm »
Per le spirali si, già per l’ancora e la prima ruota di meno.
Credo che per la spirale abbia giocato un ruolo fondamentale il fatto che alla fine era solo la Nivarox che riforniva tutti.

Dal punto di vista dell’appassionato “erudito” tutto sommato una spirale è pure accettabile.
Nel passato furono fatte prove con il vetro o leghe speciali per renderle immuni dai campi magnetici. È sempre stato un elemento “poco meccanico” se così si può dire.
Il silicio non ha tolto nulla.
Quindi ha aggiunto le sue proprietà.O no?
Si, secondo me per le spirali ha aggiunto le sue proprietà per nulla disprezzabili.
Io un orologio con la sola spirale in silicio lo prenderei in considerazione al pari di uno tradizionale.

Per gli altri componenti no, ma non solo per mancanza di “pregio” del silicio rispetto al metallo, più che altro perché vorrei che il mio orologio restasse sempre riparabile da chiunque.
Ossia, se ti si rompe una ruota od una molla a filo in silicio, o ti rivolgi alla casa sperando che ha ancora il ricambio, o lo butti.
Con un calibro in metallo, tutto (o quasi) si può ricostruire.

Oggi restaurano orologi di quasi 200 anni, chissà un orologio in silicio se si possa riparare 200 anni o magari 30 anni?

È un pensiero che mi allontana da questa tecnologia

Da qualche parte c'è una lunga discussione tra me e un ex forumista a riguardo... sulla teoria posso essere d'accordo, la pratica però già oggi dice cose diverse. Tipo che puoi avere un orologio smontato da 5 anni in attesa di un ricambio che sarà pure metallico e semplice ma nessuno può ricreare a prezzi ragionevoli. E se pensi a quanto può arrivare in un futuro plausibile vedrai che c'è poco per sostituire micro parti mancanti. Le componenti tridimensionali che puoi costruire con tecniche additive  hanno tolleranze incompatibili con quanto richiesto dell'orologeria. E disegnarle, produrle e rifinirle a mano torna ai casi precedenti, fattibile in teoria ma in pratica un po' meno. Per le molle a filo devi comunque sapere i parametri originali e anche lì riprodurli te lo raccomando.
Romantica l'idea del meccanismo che vive in eterno, ma assolutamente in contrasto con la realtà se non per casi eccezionali.
Poi, perché considerare il silicio (semimetallo) meno pregiato del metallo, soprattutto nei movimenti? Se escludi Journe abbiamo bronzo, rame, leghe di acciaio, alpacca metalli utilizzati dai nostri antenati con la clava.
« Ultima modifica: Giugno 28, 2020, 15:16:59 pm da tick »
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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #56 il: Giugno 28, 2020, 16:45:20 pm »
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Per gli altri componenti no, ma non solo per mancanza di “pregio” del silicio rispetto al metallo, più che altro perché vorrei che il mio orologio restasse sempre riparabile da chiunque.
Ossia, se ti si rompe una ruota od una molla a filo in silicio, o ti rivolgi alla casa sperando che ha ancora il ricambio, o lo butti.
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Oggi restaurano orologi di quasi 200 anni, chissà un orologio in silicio se si possa riparare 200 anni o magari 30 anni?

È un pensiero che mi allontana da questa tecnologia

Da qualche parte c'è una lunga discussione tra me e un ex forumista a riguardo... sulla teoria posso essere d'accordo, la pratica però già oggi dice cose diverse. Tipo che puoi avere un orologio smontato da 5 anni in attesa di un ricambio che sarà pure metallico e semplice ma nessuno può ricreare a prezzi ragionevoli. E se pensi a quanto può arrivare in un futuro plausibile vedrai che c'è poco per sostituire micro parti mancanti. Le componenti tridimensionali che puoi costruire con tecniche additive  hanno tolleranze incompatibili con quanto richiesto dell'orologeria. E disegnarle, produrle e rifinirle a mano torna ai casi precedenti, fattibile in teoria ma in pratica un po' meno. Per le molle a filo devi comunque sapere i parametri originali e anche lì riprodurli te lo raccomando.
Romantica l'idea del meccanismo che vive in eterno, ma assolutamente in contrasto con la realtà se non per casi eccezionali.
Poi, perché considerare il silicio (semimetallo) meno pregiato del metallo, soprattutto nei movimenti? Se escludi Journe abbiamo bronzo, rame, leghe di acciaio, alpacca metalli utilizzati dai nostri antenati con la clava.
È proprio questo che mi piace.

Leghe conosciute praticamente da sempre, che possono essere fuse, levigate, tagliate, estruse, laminate, piegate......

Vero che a volte è antieconomico ricostruire artigianalmente un pezzo in metallo, però l’idea in se è giusta.

Il silicio ad elevata purezza (quello utilizzato anche per queste applicazioni) è ricavato per complicati processi di “distillazione”, combinandolo con altri elementi che ne riescano ad eliminare le impurità.
Tutto ciò lo allontana dalla metallurgia classica.
Questo non vuol dire che non abbia proprietà interessanti. Senza il silicio io non starei qui a digitare su una tastiera probabilmente.

È che per sua natura l’orologio meccanico è quanto di più tradizionale (e forse inutile) strumento che si conosca pertanto non mi viene di associarlo ad un elemento così moderno.

Nel passato Valjoux montava un freno in teflon nei suoi 7750 ricordi?
Probabilmente svolgeva la sua funzione pure meglio di uno in metallo, eppure non vi era articolo o discussione che non rimarcava questa particolarità è mai positivamente.

Credo che oggi potremmo fare mezzo movimento con teflon, silicio, delrin. Ma non sono sicuro che questo verrebbe accettato su un oggetto che prima di tutto è romanticamente attaccato al passato.

Boh, è un pensiero che mi sento condividere
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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #57 il: Giugno 28, 2020, 19:13:14 pm »
Il romanticismo legato ai bei tempi andati informa sia la mia vita quotidiana (per quello che riguarda le mie sensazioni personali), sia lo spirito delle mie collezioni. Il mio nickname dovrebbe chiarire come la penso nel campo degli orologi e le parti in teflon di certi Valjoux e Lemania mi fanno piuttosto schifo.

Detto questo... ci stiamo avvicinando a grandi passi alla stampa in 3D di pezzi di organi umani, pensare che tra cento anni non si possa fare con parte di un meccanismo in silicio (o in metallo, alpacca, legno di balsa o vattelapesca) appare leggermente ridicolo (lo dico ASSOLUTAMENTE senza alcun tono offensivo).Per cui: silicio no o silicio si?

Domanda: un calibro INTERAMENTE in sicilio si potrebbe, come dire, colorare per renderlo simile all'acciaio (o all'oro ecc.)?

« Ultima modifica: Giugno 28, 2020, 19:17:42 pm da SoloMeccanico »

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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #58 il: Giugno 28, 2020, 20:31:23 pm »
Forse hai ragione (e non mi sono offerto ;)),
Però per me è silicio no
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Re:Il silicio in orologeria: a che punto siamo?
« Risposta #59 il: Giugno 28, 2020, 21:38:39 pm »
Questo calibro Union, peraltro molto interessante...


E' un base Unitas...
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55