Se è per motivi affettivi che vuoi ripristinare il buono stato del pezzo, fallo! Altrimenti temo che aprendolo, l’orologiaio potrebbe trovare guai grossi; il papà, difficilmente avrebbe abbandonato in un cassetto un pezzo che a quei tempi, poteva sicuramente essere un bel pezzo. Ma non è detto, potrebbe semplicemente essere sporco e non marciare più per quel motivo, anche se la botta subita, certificata dall’incrinatura del vetroplastica sulla sinistra del quadrante, potrebbe aver lasciato il segno. A quei tempi, le dorature delle casse, erano 10 o 20 micron, quella cassa è sicuramente in oro pieno, altrimenti la doratura sarebbe certamente consumata, perlomeno nei punti di maggior usura, (anse e spigoli vari); il fatto che la struttura della cassa sia piuttosto esile, certifica anche come in quel periodo non fosse usuale abbondare con l’oro, la stessa struttura delle anse, all’apparenza massiccia, dovrebbe essere in realtà di lamierino modellato. Il quadrante è sicuramente ristampato, da cosa si nota? Non tanto dalla grafica, che potrebbe essere abbastanza coerente col periodo, quanto da alcune sbavature, minime ma presenti, in special modo nello scudo dorato che racchiude la “U”, non mi stupirei se fosse stato dipinto a mano, una volta li facevano quei lavori...altro particolare macroscopico da verificare sempre in questi casi, è la centratura della stampa all’interno dei piccoli contatori della cronometria, decisamente scentrata. Non cercherei di rilevare, all’interno del fondello, segni di usura dovuti ad uno sfregamento anomalo del rotore di carica “ballerino”, dal momento che stiamo parlando di un orologio a carica manuale, non di un automatico, ancora di là dal venire.