L’esempio dell’articolo linkato da Priscilla è interessante, perché è sempre utile avere cognizione delle truffe che si diffondono e da cui potrebbe essere necessario difendersi. Ma non è pienamente corrispondente alla nostra situazione.
Si tratta di assegni circolari emessi da enti pubblici e intercettati – grazie a “talpe” - da truffatori anonimi. Il truffato, spiega lo stesso articolo, non è il beneficiario, ma lo stesso ente, che non è liberato dai suoi obblighi.
Nella compravendita di un orologio, se la controparte è l'acquirente, ha dovuto fornire la sua identità reale già ai fini dell’emissione; e non dovrebbe aver acquisito i miei dati personali (oltre al nome e al cognome).
Se la controparte è il venditore, riceve l'assegno a mano, per cui questo non può essere “intercettato”; e se “clonato”, dubito fortemente possa essere incassato in una banca…
Aggirare questi vincoli non è alla portata di un semplice truffatore, ma richiede un’organizzazione criminale sofisticata.
Ad ogni modo, lo scambio - con l’incasso immediato - in banca elimina anche i rischi ipotetici, lasciando intatti i vantaggi – che ho ricordato in precedenza, sia per il venditore sia per l’acquirente – connessi all’uso di questo mezzo di pagamento.
Senza dimenticare che i pagamenti in contanti per importi superiori a 3.000 euro sono vietati dalla legge…