Caro Stefano, mi spiace!
Tu hai fatto quel che avresti dovuto, hai portato l'orologio al concessionario e hai fatto metter per iscritto tutto ciò che volevi.
Però, un errore secondo me lo hai fatto (errore rimediabile ancora per me): hai ritirato l'orologio nonostante ti fossi accorto del lavoro fatto! Inutile che hai fatto scrivere nero su bianco ciò che volevi se poi accetti che tutto ciò sia ignorato.
Per me avresti dovuto prendere una sedia, accomodarti, e dire: "io questo lavoro non solo non lo pago ma ora PRETENDO che l'orologio venga inviato nell'assistenza svizzera e ripristinato a dovere. Prendete la "comanda" che vi feci scrivere: cos'è che avevo chiesto? O mi riferivate che non era possibile inviarlo in svizzera altrimenti, ritirato con la mia comanda, dovevate eseguire ciò che avevo richiesto. Non fate quello che vi pare con il MIO orologio.
Se preferite che le stesse parole ve le scriva il mio avvocato, non dovete far altro che dirmelo".
Dico bene Corrado?
Mi ero perso questa discussione con disavventura di Stefano.
Spero che IWC vorrà risolvere il problema e la prima lettera inviatati in modo abbastanza sollecito farebbe ben sperare.
In ogni caso, per rispondere anche a Claudio, certamente la strada migliore sarebbe stata il mancato ritiro e la contestazione immediata. Però anche il ritiro, di per sè, non significa necessariamente accettazione integrale dell'opera. Infatti è ben possibile che il cliente si accorga di eventuali inadempimenti anche dopo il ritiro, come ad esempio le ricevute provenienti da Milano e non da Schiaffausen come da espressa richiesta. Per cui la contestazione inviata da Stefano, e poi riscontrata da Iwc (ciò che costituisce prova della tempestiva comunicazione), lo salva e gli lascia aperte le porte di una eventuale azione, anche se,
ca va sans dire, tra avvocati, perito ecc., costerebbe più la salsa del pesce, ma verosimilmente porterebbe ad un buon risultato finale.
Comunque confido nel riscatto di Iwc, sarebbe un bel segnale.