Più che altro la domanda da fare è un’altra.
Parlando con Claudio mi faceva notare che il cambiamento del bronzo dipende dal dentro. Ovvero dall’aria entrata all’interno della cassa che per reazione fa cambiare l’esterno.
Per cui, detto ciò, che senso a fare ste menate se tanto la reazione avviene lo stesso?
Guarda non conosco
quel bronzo, ma come molti materiali che conosci (alluminio) la reazione che avviene è la combinazione degli strati esposti all'aria a formare uno strato esterno (qualche forma di ossido). Una volta che questo si è formato protegge da ulteriori reazioni il metallo sottostante. Se avvenisse dall'interno fino a che tu lo possa vedere fuori della cassa sarebbe restata solo la "ruggine".
Ha quindi senso pensare di mantenere quel coso in atmosfera senza ossigeno e solo argon per preservarlo, in quel caso mancherebbe l'ingrediente essenziale per l'ossidazione. Ma di ossigeno non deve proprio essercene per quello le mie domande di prima (ero seria). Credevo aveste qualche macchinetta da orologisti che permette di eliminare l'ossigeno e poi iniettare argon, perchè questa operazione richiede perizia ed un laboratorio attrezzato solitamente.
Sicuramente nel momento in cui l'orologio viene lucidato in fabbrica l'ultima volta il processo di ossidazione inizia immediatamente ad attaccare lo strato esposto.
Ma la domanda vera in effetti è: perchè comprare un manufatto in bronzo e poi provare e non farlo ossidare, quando ne puoi prendere in materiali come l'acciaio che già da soli se la cavano bene? Se lo prendessi in bronzo suppongo che vorrei proprio vederlo verdognolo. Siete strani.