Stamattina sono tornato alla mostra.
Vale assolutamente la pena tornarci con la luce del giorno, poiché gli orologi si apprezzano meglio.
Soprattutto, vale la pena tornarci quando sono in programma gli incontri speciali con gli orologiai.
(...)
Che bello!!! Ha raccontato qualche aneddoto il maestro Roth?
Beh, è difficile condensare due ore di chiacchierata in poche righe...
Roth ha esordito ricordando che sin da giovanissimo ha coltivato la sua passione per gli orologi con la lettura di tantissimi libri, tutti quelli che poteva procurarsi sull'argomento.
Ha sempre amato l'orologeria tradizionale (Abraham-Louis Breguet
in primis, ovviamente...), che voleva riproporre con elementi di modernità.
Al responsabile di AP che a inizi carriera doveva assumerlo ("il signor Audemars Piguet in persona", ha precisato la traduttrice
), e che gli chiedeva di quale settore dell'orologeria preferisse occuparsi, rispose: "Vorrei occuparmi di tutto" (e si capisce da subito perché sia diventato un genio a 360°: tecnica, disegno, finiture).
Ha raccontato l'entusiasmo nel mettersi in proprio, dopo l'esperienza esaltante alla Breguet, tracciando la strada per tutti gli indipendenti.
Le difficoltà della sua azienda, dovute anche al distributore; le incomprensioni con i nuovi azionisti.
La forza di ricominciare assolutamente da zero con la
Jean Daniel Nicolas, lavorando da solo su ogni piccolo componente dell'orologio anche perché non aveva le risorse per pagare collaboratori...
Ha confermato - su quest'aspetto erano stati avanzati in passato dubbi - che la paternità del
Papillon è interamente sua.
Anzi, facendo emergere il legame forse anche affettivo con quel progetto, ha definito il suo nuovo
Tourbillon due minuti (di cui ha minuziosamente descritto ispirazione e funzionamento) come una sorta di "tourbillon-papillon".
Il Tourbillon che produce attualmente è la
summa della sua esperienza di orologiaio (che considera un'esperienza "artistica", per come è realizzata, anche se non ama dirlo ad alta voce per non sembrare presuntuoso).
Il suo unico progetto futuro sarebbe un cronografo con un disegno particolare dei ponti, molto sottile (la sottigliezza resta sempre un valore per il Maestro!
).
Però non un orologio destinato alla produzione, ma un pezzo unico per un museo.
Teme di non farcela, perché dice che gli manca il tempo...
Ha "rivelato" anche un paio di segreti, però a mezza bocca, per cui penso sia corretto non renderli pubblici.
Molto interessante anche il colloquio con Ballouard, simpaticissimo.
Ha raccontato la sua tenacia di sedicenne per essere ammesso alla scuola di orologeria in Bretagna, nonostante fosse meno titolato di altri (i posti erano limitati): per lui fu fatta un'eccezione.
Al termine degli studi da orologiaio si trasferì a Le Sentier, ma fu traumatizzato dal clima rigido e... se ne tornò a casa!
Dopo aver lavorato per dieci anni nel settore degli strumenti di precisione per aviazione, il richiamo degli orologi tornò ad essere irresistibile. Però questa volta scelse il clima più temperato di Ginevra.
Lì iniziò a lavorare con Franck Muller, per cui creò il
Crazy hours che ebbe tanto successo.
Quindi l'esperienza con Journe, dove aveva in mente di restare pochi mesi, e invece restò sette anni, perché capì che poteva imparare moltissimo da quel Maestro.
Una divertente annotazione sui suoi rapporti concilianti anche con orologiai dal carattere difficile: dice che a lui piacciono non solo le complicazioni meccaniche, ma anche le "complicazioni caratteriali".
Ci ha raccontato che l'idea dell'
Upside Down maturò durante una pausa pranzo (!); il desiderio di utilizzarla in proprio, le difficoltà a finanziare il progetto, le circostanze che glielo consentirono (la fiducia di alcuni collezionisti che anticiparono metà dei costi al buio; la particolare congiuntura economica che gli fece ottenere ottime condizioni da parte dei fornitori).
Ballouard, che è relativamente giovane, di progetti ne ha parecchi. Saranno sempre caratterizzati - ha detto - da originalità nella concezione e nell'affissione: è ciò che lo fa divertire e che la sua clientela si aspetta da lui.
Se ho travisato qualche cosa, Claudio e Alessandro potranno correggere.
Come anche potranno integrare il mio resoconto, se ho dimenticato qualcosa di rilevante (ci sarebbe davvero da raccontare parecchio).