Bene, bene
Sulla disposizione delle opere alla mostra (che non è aspetto secondario) : la ho trovata perfetta. Spiego il motivo.
Si entra nella sala e davanti alla porta, ci troviamo di fronte i quadranti Voutilainen, la potenza tecnologica di Claret e De Bethune, che sembrano oggetti del futuro, intervallati dalla morbidezza di Ferrier. Quindi appena entra, il visitatore, viene colpito da una serie di orologi dall'altissimo e immediato impatto visivo.
Allo stesso modo trovo perfetta la decisione di postare dalla parte opposta, i Klings e gli Smith, che hanno un fascino più intimo, più classico, che lo si apprezza soffermandosi sugli orologi, il minuto in più.
La seconda fila inizia (anche quello ben visibile dall'entrata) col fascino spettacolare di un tourbillon triassiale, che credo sia una cosa, che non può lasciare freddi: un tourbillon triassiale piace anche a un bambino.
Al centro della sala, come "premio alla carriera" e anche perchè orologi dalla bellezza ineguagliata, Daniels e Roth. Lo spettatore finisce la seconda fila col Dufour, quindi l'ultima cosa che vede della fila, prima di riprendere fiato per terminare il gitlro, è il lato b del Simplicity e il perfetto anglage.
Si termina con gli enfant prodige Gauthier-Asaoka, dalle finiture pazzesche e dallo stile meno classico, più personale (per entrambi). A voler dire "to be continued..."
Io ho trovato perfetta questa disposizione delle opere. Pure quella era importante.