Del livello di questa mostra si è già parlato: costituisce già una pietra miliare nel mondo dellorologeria, per riconoscimento dei media, degli operatori del settore e degli osservatori più attenti e qualificati.
Forse non è stato evidenziato che rappresenta anche un motivo dorgoglio per questo piccolo forum, che è il luogo in cui lorganizzatore ha trovato lo stimolo per approfondire la passione per gli orologi, fondendola con il suo amore per larte e la sua professione. Questo forum è il piccolo salotto - come Claudio stesso ebbe a definirlo - in cui è stato possibile a molti approcciarsi allorologeria, sia industriale sia indipendente, con una fondamentale attenzione alla qualità.
Ebbene, è davvero un peccato che il topic con il quale si rende merito allimpresa e si diffonde la conoscenza dei capolavori esposti sia stato sporcato da una polemica futile e pretestuosa.
Il buon Marco sembra non capire, o fa finta di non capire, che non è in questione il diritto di muovere critiche.
Sono in questione il modo con cui sono state poste, la loro natura e la consistenza, la finalità che si proponevano.
1) Quanto al modo (e ai tempi) delle critiche.
Se si è invitati a un matrimonio, è probabilmente legittimo, in un momento successivo, lasciarsi andare con altri a qualche commento o pettegolezzo non malevolo.
Ma ha senso prendere la parola al momento del brindisi per sciorinare a sposi e invitati tutte le proprie considerazioni negative?
Calando l'esempio al nostro caso: se anche ci fosse stata qualche critica da fare alla mostra, sarebbe stato certo opportuno farla privatamente o in un momento successivo. O magari formularla se costruttiva e davvero importante - in modo sfumato e garbato.
2) Quanto alla natura delle critiche.
Se nel matrimonio dellesempio precedente lautore del brindisi critico esordisse con la premessa che è un bel matrimonio, forse il fastidio suscitato nei presenti sarebbe minore?
Certo che no: sarebbe solo una premessa col sapore dellipocrisia e della presa in giro.
Se parlo di un film dicendo che è un buon film, è bene che se ne girino come questo, e poi inizio a definire deludenti il soggetto, la sceneggiatura, la regia, gli attori, il montaggio, ecc., posso dire di aver fatto semplicemente qualche annotazione critica?
No, ho stroncato il film, cercando di dissuadere chi mi legge o mi ascolta dallandarlo a vedere.
Se dunque in questa mostra troviamo da eccepire sui criterî di selezione degli orologiai, sulla qualità dei pezzi esposti, sulle luci, sulla fruibilità, ecc., definirle critiche è un maldestro eufemismo. Si tratta di una stroncatura.
Non si può definire la mostra un grande evento, aggiungendo subito dopo che il modo con cui è stata organizzata ha fatto passare la voglia di tornarci.
3) Quanto alla consistenza delle critiche.
È certamente lecito criticare un film (possibilmente nei modi e nei tempi opportuni): anche i più grandi hanno difetti. Ed è ovviamente possibile arrivare fino alla stroncatura, se il film è mediocre.
Ma se inizio a denigrare ogni aspetto de Il Padrino o di Delitto perfetto o di Ladri di biciclette o di Rashomon
vuol dire che capisco poco di cinema oppure ho una questione personale col regista.
Ancora: nessuna donna è perfetta.
Ma se inizio a osservare che Monica Bellucci ha le gambe storte, il naso lungo, il seno cadente, gli alluci divergenti
vuol dire semplicemente che mi sta antipatica.
E se vado a unesposizione di supercar, che senso ha eccepire che inquinano molto, che sono scomode in città perché hanno le sospensioni rigide, che il bagagliaio è piccolo?
Si tratta di considerazioni che magari hanno pure un fondamento, ma che risultano chiaramente pretestuose nel contesto.
Venendo alla mostra, il suo organizzatore e curatore ha già evidenziato come le critiche mosse fossero in larga parte prive di consistenza o pretestuose.
Da quella sui criteri di selezione (ma saranno prerogativa dellorganizzatore, o no? È come andare a una mostra sugli Impressionisti e lamentarsi che non ci siano i Macchiaioli
).
A quella sulle teche aperte dagli orologiai, che avrebbero vedute più ampie dellorganizzatore (ma quelle teche non sono mai state aperte).
A quella sulle finiture deludenti o dubbie che sarebbero state riscontrate sulle realizzazioni dei migliori orologiai esistenti.
Intendiamoci: io non considero tutti i pezzi esposti esenti da qualsiasi tipo di rilievo.
Ma le critiche devono essere fondate su elementi reali, magari anche sul gusto personale, non su illazioni; e devono essere contestualizzate (anchio ritengo non indossabile lHalter esposto; ma non posso certo pretendere che un tourbillon su tre assi abbia uno spessore contenuto
Per cui posso serenamente ammirare, in una mostra, le virtù tecniche di un orologio che non è pensato per essere indossato quotidianamente).
4) Dalla natura tendenziosa di molte critiche emerge non solo la smania di porsi come voce fuori dal coro, ma anche la malizia.
Sulle finalità che possono aver indirizzato un tale esercizio polemico, però, è meglio non esercitarsi.