I primi anni novanta rappresentano, per certi versi, una rinascita della orologeria classica. Blancpain, sotto la guida di Jean Claude Biver, presenta la Master Collection con sei orologi di rara bellezza e complessità tecnica. Vacheron Constantin si riprende da un periodo buio con le “Sette Meraviglie” collezione presentata nel 1992 come un esercizio di abilità tecnica e artistica: ultra-plat, ripetizione minuti, squelette, tourbillon, gemma incastonata Kalla, tasca con quadrante in smalto ed appunto il cronografo perpetuale che rappresentava il tempo astronomico.
La referenza 49005, lanciata nel 1992 e rimasta in produzione per 10 anni, rappresenta la risposta di Vacheron Constantin allo strapotere di Patek Philippe che, con la referenza 3792, dominava i calendari perpetui.
Con il cuore del movimento cronografico Frederic Piguet, di buon pregio ed affidabile, ed una piastra perpetuale creata in casa, il calibro 1136 si dimostra molto interessante.
La referenza 49005 viene prodotta in circa 800 esemplari, 500 in oro giallo con quadrante bianco e più raramente nero e 300 pezzi in platino, con quadrante chiaro o più raramente salmone.
Ora qualche immagine.