Certo che si fa per parlare. E stiamo parlando dell'eccellenza, o di una eccellenza, quindi è giusto anche essere esigenti.
(...)
Io da quando mi interesso di orologeria sono contro le informazioni scorrette, non arrivo a chiamarle bugie, ma poco ci manca. Perchè questo settore ne è pieno. Quindi mi dispiace che Daniel Roth continui ha ripetere che ha fatto tutto da solo: è una cosa non vera e non gli fa onore.
Posso essere d'accordo, in linea di principio, sul fatto che nel settore dell'eccellenza si può e si deve essere più esigenti. Che la trasparenza e correttezza delle informazioni è fondamentale. E che bisogna sempre sottoporre a verifica le affermazioni che sentiamo, esercitando anche un pizzico di sana diffidenza.
Però...
1) Stiamo criticando alcuni orologiai per quello che hanno
realmente detto o per quello che altri - magari troppo entusiasti - attribuiscono loro?
Voglio dire: quand'è che Roth avrebbe affermato testualmente: "Faccio tutto da solo?"
Io ho conosciuto una persona molto modesta, che solo dietro sollecitazione di Claudio ha detto: "Sì, penso che il nostro lavoro sia una forma d'arte, per la cura e l'amore che ci mettiamo. Ma
non mi piace dirlo ad alta voce, per non apparire presuntuoso". Parole di uno dei più grandi orologiai di sempre...
2) Quando mettiamo in dubbio qualche affermazione di una
maison o di un orologiaio, lo facciamo a ragion veduta o sulla base di semplici illazioni?
Perché un conto è la legittima diffidenza che ci spinge a cercare conferme su ciò che sentiamo, e a formulare critiche quando abbiamo acquisito la
certezza che l'affermazione di un produttore non è corretta o è esagerata.
Altro conto è il dubbio seminato senza elementi che lo possano suscitare, la critica formulata senza aver effettuato verifiche o acquisito elementi sufficienti (magari lasciando intendere che vi siano): non solo gettiamo inutilmente discredito sul lavoro di professionisti, ma non aiutiamo neanche la conoscenza comune. Quando si esprime scetticismo su tutto, alla fine va bene tutto...