Questa non è inedita, l'avevo pubblicata altrove tempo addietro...
ma è simpatica
Igor Saunas era un self made man.
Emigrato poco più che bambino dalla Lituania, aveva dovuto sopportare di tutto.
Era uno dei primi immigrati, quando ancora uno straniero sembrava un marziano.
I compagni di classe lo guardavano con sospetto, in più il suo cognome lo esponeva alle prese in giro degli altri bambini.
Fu la sua fortuna. Trovò così la sua strada.
Costruì la sua prima vasca da bagno quasi per gioco, trovando la ricetta segreta della ceramica di suo bisnonno Anatoly.
L'anno dopo la trasformò in sauna con il legno tipico dei boschi del suo paese d'origine.
Divenne il re dei sanitari, a capo di una multinazionale con fatturati da panico.
Però, si sa, ci fu la crisi dell'edilizia.
Niente di preoccupante per lui, già miliardario ma, cominciando a guardarsi intorno, iniziò ad investire in orologi.
Proprio in quel momento sfrecciava con la sua Ferrari tronfio e contento del suo ultimo acquisto. Un Daytona 6261/quater, un pezzo rarissimo, probabilmente un esemplare unico, costatogli praticamente un anno di fatturato.
Mentre dava gas, lo stava osservando molto attentamente, sapeva bene che le grazie sbagliate su una scritta, o la garanzia con un paese diverso, avrebbero reso il suo orologio un nulla, alla stregua di un rottame ferroso.
Albino Piscialvento, a dispetto del nome era abbronzatissimo. Un tatuatissimo ed iperpalestrato fashion blogger.
Scopertosi in ritardo su vari Vacchi, Ferragni & co., stava velocemente riguadagnando terreno con la classica accopiata regina dei social: Auto ed orologi.
Stava per l'appunto testando la BMW noleggiata per lo scopo giusto 4 minuti prima (mica poteva pubblicare delle foto fatte con la stessa auto della settimana precedente, e nemmeno con la sua Lada Niva, l'unica auto che possedeva).
Nel frattempo stava provando qualche nuova inquadratura, dove non si vedessero le pellicole del Nautilus d'oro che il concessionario gli aveva prestato, per farsi pubblicità.
Ciccillo de Bernardis era il figlio primogenito di un noto boss della malavita.
Nonostante l'ambiente in cui era cresciuto, era venuto su sano.
Niente droga, niente estorsioni, solo una sana passione per gli orologi.
Purtroppo però aveva avuto anche lui i suoi problemi con la giustizia, da quando suo padre gli aveva fatto firmare alcune carte, corrompendolo con la promessa di un Longines 30CH con quadrante originale.
Era inconsapevolmente finito come prestanome per alcune operazioni illecite.
Se la cavò con un anno di servizi di pubblica utilità ma, per pagare le costose parcelle dell'avvocato era finito per cercare il guadagno ad ogni rivendita dei suoi orologi.
Pertanto guardava freneticamente lo smartphone procuratosi sottobanco, seguendo il borsino delle quotazioni ogni 4 minuti.
Le loro vite si incontrarono ad un incrocio dei viali.
Albino, nel tentativo di scattare una foto in controluce, che riprendesse l'orologio senza far notare le pellicole, ma che al contempo inquadrasse anche il logo dell'auto, rimase con la mano incastrata nel volante e tirò dritto, anziché svoltare.
Igor Saunas, non se ne accorse, distratto dalla lancetta dei secondi probabilmente non coeva.
L'urto fu violentissimo e, con lo schianto, le auto finirono per investire la povera signora Adelina Mazzi Baldani, 91 anni.
Ciccillo ne rimase solo sfiorato, essendosi attardato a trafficare col telefono, e dimenticandosi completamente della signora Adelina, cui doveva fare da accompagnatore ed aiuto per attraversare la strada.
La signora Adelina, un passato come staffetta partigiana, dove aveva steso a mani nude un plotone di SS che aveva tentato di catturarla, e poi, come agente del Mossad, si rialzò come nulla fosse.
Cominciò a prendere a bastonate il povero Ciccillo, reo di non averla trattenuta nell'attraversamento.
Ridotto quasi in fin di vita il giovane, si scagliò contro gli altri due, che già stavano venendo alle mani per loro conto.
Risultato: Per tutti fu l'investimento della vita.
Una denuncia per la 91enne Adelina, finita nel nulla per limiti anagrafici.
Il salatissimo conto del carrozziere per Albino Piscialvento, più la fattura del Patek, che era stato costretto ad acquistare, con prestito ipotecario sulla collezione di mutande di pizzo della sorella, perché ormai si era spellicolato tra l'urto e la rissa.
Per Igor Saunas, solo ecchimosi e contusioni, ma la certezza che la lancetta era di fornitura, quindi il suo orologio non valeva nulla.
Al povero Ciccillo toccò il sequestro del fondamentale smartphone ed altri due anni di servizi sociali, da scontare quando sarebbe stato dimesso dall'ospedale per i traumi subiti dal pestaggio della vecchia.
Morale della favola, l'investimento del secolo non esiste, ma soprattutto state attenti a cosa (o a chi) investite, in particolare nel traffico.