se non ha le card compilate e ha tutto in ordine e non è stato mai aperto quell'orologio è più nuovo di uno nuovo. Purtroppo. E la prassi di timbrare le card ma non marcarle temporalmente è pratica diffusa
Non è così, Giuseppe.
La prassi di non marcarle e di non indicare il nominativo dell'acquirente serve solo a non rendere evidente quanti passaggi di mano ha subìto un orologio (quindi è un modo per fare sembrare un orologio usato... meno usato).
Ma per la validità della garanzia della casa fa fede la data della fattura/ricevuta originaria, che deve essere esibita in caso d'uso.
E se anche la garanzia commerciale è ancora in corso, l'orologio resta "usato": la durata della garanzia commerciale è quella residua; la garanzia legale (del venditore) è di un anno anziché due, se il venditore è un reseller che ha preso l'orologio (se invece è un privato, questa garanzia non c'è proprio); i passaggi di mano tra produttore e acquirente finale non sono controllabili; il regime fiscale (con relativi costi) è diverso, ecc.
mi spiace contraddirti ma ho portato due orologi in assistenza comprati nuovi con card libere negli ultimi anni. Si torna dal concessionario che ha apposto il timbro e in caso di spedizione si inserisce la data. si allega il tutto e si spedisce, ne fattura (sono un privato e non la richiedo) ne corrispettivo (l'ho perso). Fa solo fede il timbro e la data apposta sotto.
Appunto: devi tornare dal concessionario che ha apposto il timbro. Il quale si presta al giochino di postdatare la garanzia.
Però questo
non significa che un certificato di garanzia senza data renda l'orologio "nuovo", perché questo tipo di giochino si può fare anche (e soprattutto)... per gli orologi "usati" nel senso che intendete voi, cioè indossati!
(Ma solo se il concessionario è compiacente e la casa madre decide di stare al gioco: perché ha un buon rapporto col concessionario e chiude un occhio. Almeno finché non ha troppi ritorni o di orologi troppo sfruttati…).
Ci sarebbe da aggiungere che la garanzia è un diritto del consumatore, quindi farla valere non dipende dalla compiacenza del concessionario.
Per far valere la garanzia commerciale (della casa), ad esempio, non è necessaria la card. Io posso andare da qualsiasi concessionario con la fattura/ricevuta e ho il diritto di far riparare l'orologio dalla casa, se il vizio è di produzione e non sono trascorsi due anni dall'acquisto.
Trascorsi i due anni, invece, anche il concessionario da cui ho acquistato può a buon diritto rifiutarsi di ritirare l'orologio o apporre alcun timbro postdatato.
Insomma: con il primo acquisto l'orologio entra - giuridicamente - nel regime dell'usato, e i "giochini" o le prassi non cambiano questo stato di fatto, perché le case e i concessionari
non sono tenuti a rispettarli.
Anche nel caso in cui non sia presente alcuna garanzia un orologio mai utilizzato è nuovo.
Usato vuol dire utilizzato,sfruttato,nuovo invece il contrario.
Ermanno, tu utilizzi i termini "nuovo" e "usato" in un'accezione generica, riferita alle condizioni dell'oggetto, e perciò inevitabilmente approssimativa.
Secondo il tuo criterio, quand'è che un orologio diventa "usato"?
Quando ha marciato? Ma questo può accadere anche in negozio, prima della vendita.
Quando è stato indossato almeno una volta? E come si verifica che questo sia avvenuto? E le numerose prove/manipolazioni degli orologi mostrati ai potenziali acquirenti in negozio non valgono?
Oppure l'orologio diventa usato quando appaiono le prime
hairlines? Quindi può essere utilizzato
n volte, e restare "nuovo", fino a che queste
hairlines non si vedono? (A quanti ingrandimenti?)
Insomma, in questa accezione generica, riferita alle condizioni, non c'è un passaggio definito da "nuovo" a "usato", ma un lentissimo e impercettibile progredire: "mai indossato" (sulla fiducia…), "perfetto pari al nuovo", "come nuovo", "quasi perfetto usato pochissimo", ecc.
Io, invece,
sto utilizzando i termini in un'accezione giuridica, che è ben chiara e ha precise conseguenze anche commerciali.
Il che non significa che le condizioni di un orologio non siano importanti. Ma è inevitabile, per descriverle, ricorrere a definizioni più accurate, perché i semplici termini "nuovo" e "usato" risultano impropri e insufficienti.