Mi sono sempre piaciuti i quadranti blu, forse perché si tratta del mio colore preferito.. ritengo che gli orologi con il quadrante di questo colore abbiano una marcia in più (opinione personale).
Ecco allora una carrellata di quadranti blu della mia collezione. Molti pezzi, se non tutti, faranno venire l’orticaria a parecchi di voi: a me personalmente piacciono ed ognuno di questi è legato ad una storia, talvolta ad una parte della mia vita. Purtroppo non sono bravo con le foto, perdonatemi, spero vi piacciano lo stesso.
Iniziamo con il primo: Lucien Rochat Royal air chrono.
Pezzo molto diffuso a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, è stato il mio primo orologio meccanico automatico. Lo comprai nel 1991 da un mio zio, appassionato anche lui, che me lo cedette a prezzo simbolico. E’ stato l’orologio che più ho indossato negli anni del liceo, oggi lo indosso poco o nulla ma per me ha sempre un grande valore affettivo.
upload imageIn realtà, quando comprai il Lucien Rochat la fissa che avevo era per il Breitling Chronomat, ovviamente con quadrante blu e bracciale rouleaux. Molti Chronomat mi sono passati per le mani in questi 30 e passa anni di passione per l’orologeria, ma mai nessuno era come lo volevo io. Finchè, un paio di anni fa, non scovo questo: quadrante blu, bracciale rouleaux, garanzia del settembre 1990..
Ecco adesso un coronato: Datejust 16200 acquistato nell’agosto del 2000. Erano anni che desideravo un Rolex con quadrante blu, un DJ o un Airking. Finalmente in quell’anno riuscii a farlo mio. E’ stato l’orologio degli ultimi anni di università, indossato regolarmente per tantissimo tempo.. oggi è un po' il mio portafortuna, non lo porto spesso ma ci tengo moltissimo. Una decina di anni fa decisi addirittura di cederlo per finanziare un altro acquisto, salvo poi presentarmi un paio di settimane dopo sotto casa dell’acquirente per chiedergli di rivendermelo. Chiaramente lo pagai più di quanto lo avevo venduto…
Come scrivevo poco sopra, in gioventù apprezzavo molto anche l’Airking.. anni fa si presentò l’occasione di prenderne uno, ovviamente blu, che praticamente non indosso mai. Mi piacerebbe lo facesse mia moglie ma lei preferisce un Pasha o un Ebel che le ho regalato in occasione di qualche ricorrenza, potrei sacrificarlo sull’altare di un pezzo maggiormente pregiato ma.. chissà. Eccolo in foto accanto al fratello maggiore DJ.
photo hostingEra l’estate del 1992, ero appena sedicenne e mi trovavo a Roma per partecipare al matrimonio di una parente. Nella stanza d’albergo dove alloggiavamo, gli ospiti precedenti avevano lasciato una rivista, “Orologi e non solo”. In quel numero c’era la recensione di un orologio che mai avevo visto prima e che mi piacque immediatamente, un vero colpo di fulmine. Era l’Audemars Piguet Royal Oak, in prova un modello con quadrante nero/antracite e movimento al quarzo. Ricordo anche che passai un pomeriggio tra le gioiellerie del centro della capitale per riuscire a vederne uno dal vivo, ma senza esito. Qualche anno dopo, sono riuscito a farne mio un esemplare. Non era un 15202 o un 5402 bensì un più banale 15300ST, che riuscii a prendere sacrificando due coronati di poco conto (sono passati otto anni ma erano altri tempi riguardo a prezzi e quotazioni) per la felicità del commerciante con cui feci l’operazione.
Qualche anno fa, in preda a non so quale delirio, decido di ordinare un GMT Master nella allora nuovissima configurazione con ghiera rossa e blu. Vengo accontentato, ma proprio al polso non riesco a farmi piacere l’orologio. Ci provo per mesi, ma niente: questi nuovi Rolex per me sono pacchiani, troppo vistosi. E così, dopo dieci mesi di utilizzo “forzato”, mi metto alla ricerca di qualcosa con cui sostituirlo. Mi cadono gli occhi sul nuovo Overseas, il quale sebbene non mi convincesse fino in fondo era certamente un orologio anni luce migliore rispetto al GMT.. così con grande soddisfazione del commerciante con cui feci l’operazione, ma anche mia devo dire, portai a casa l’Overseas quadrante blu. Sarebbe un orologio stupendo, perfetto, se solo fosse due millimetri più piccolo di diametro e tre o quattro più sottile. Però ha un quadrante blu davvero ipnotico, un bracciale stupendo e comodissimo, e delle buone finiture generali.
Altro brand che mi è sempre piaciuto è Ebel: il mio sogno è un crono El Primero con cassa in oro, tempo fa un noto reseller romano ne aveva uno con quadrante blu ma durante il lungo periodo in cui lo ebbe in vendita non riuscii a trovare il tempo per andarlo a vedere di persona, fare una trattativa a distanza sarebbe stato rischioso in quanto molti di voi giudicavano l’esemplare scialbo, per cui lasciai perdere. Sono sulle tracce di un esemplare con quadrante nero, però al momento mi godo questo Discovery automatico con quadrante blu. La qualità costruttiva è eccellente, al pari del calibro Lemania 8810 che lo anima. Orologio, secondo me, di gran pregio acquistato NOS al prezzo di due cene al ristorante.
Adesso non proprio un blu bensì un azzurrino che a me non dispiace affatto. Omega Speedmaster 1760014, del maggio 1976, animato dal noto calibro Lemania.
Tre quadranti blu che non possiedo più. Il primo è un Breitling Superocean, acquisto frettoloso di qualche anno fa. Mi abbagliò per la tonalità di blu del quadrante e per la fattura del bracciale Shark, ma non valutai i 46mm al polso. Dopo poco lo diedi in permuta per un altro pezzo.
Un Omega Geneve che mi fece subito simpatia per la sua fisionomia molto anni ’70. Mi fu chiesto da un caro amico che ne cercava uno e glielo diedi.
Un giapponese: lo presi in permuta per un Ebel worldtimer, con l’intenzione di usarlo come muletto. In realtà non uso muletti, tratto gli orologi tutti alla stessa maniera a prescindere dal fatto che valgano 50 centesimi o 50 mila euro, semplicemente uso l’orologio che più si addice alla situazione (non faccio il bagno al mare con un Tank di cinquant’anni fa). Aggiungo che non trovo particolare fascino nei prodotti giapponesi di qualsivoglia specie: auto, moto, Hi-Fi, orologi.. spesso oggetti al limite della perfezione ma a mio parere senz’anima, incapaci di suscitare emozioni. E questo Seiko era anche lui senz'anima, prodotto buono ma senza infamia e senza lode. Lo tenni qualche mese e lo diedi subito via, mi pare in parziale permuta per un Panerai.
Rolex: al netto di speculazioni, liste d’attesa, orologi messi in vendita al triplo trenta secondi dopo essere stati ritirati dal concessionario, bracci damascati che si sparano i selfie con il volante della Ferrari bene in vista onde poter scongiurare il rischio che qualcuno possa pensare siano dei pezzenti, bene al netto di questo è innegabile che la casa coronata abbia prodotto dei modelli che hanno una collocazione nella storia dell’orologeria. Tra i professionali questo secdondo me è il più estremo, quello che meno si presta ad essere uno sberluccicante orologio da aperitivo, il Deep Sea. E’ grosso ed ingombrante? Vero. Ma era così anche il suo predecessore vetro plastica, cinquant’anni fa, con i canoni estetici di allora, appariva forse anche più goffo di lui. E’ inutile con i suoi non so quanti km di impermeabilità? Verissimo anche questo, però quanti cronografi utilizziamo per cronometrare qualcosa, e quanti perpetui ci servono effettivamente per sapere in che giorno, mese o anno ci troviamo? Ecco il mio Deep Sea D-Blue, nel suo ambiente naturale.
Infine, uno degli ultimi acquisti “importanti”. Ho un concetto molto alto del Finissimo, secondo me si tratta di una delle migliori proposte che ha sfornato l’orologeria negli ultimi anni: un design nuovo ma al contempo blasonato in quanto figlio di Gerald Genta, meccaniche proprietarie ed abbastanza raffinate per essere comunque un prodotto industriale. Per me l’Octo Finissimo è l’orologio che più incarna lo spirito del primo Royal Oak, trasposto ai giorni nostri. Ho scelto questo modello disegnato dal celebre architetto giapponese Tadao Ando (caso raro di... "giapponesità" che incontra il mio gusto), adoro il quadrante sterile in ceramica e le mille sfumature di blu che riesce ad assumere a seconda di come viene colpito dalla luce ed apprezzo l’understatement generale dell’orologio, che viene scambiato dai più per un Casio in plastica o al massimo per un D1 Milano. Bene così, anzi benissimo!
Per il futuro.. ho tanti quadranti blu nel mirino. Da qualche pezzo con quadrante lapislazzuli ancora da identificare bene al Patek Ellipse D'Or, rigorosamente oro giallo e quadrante blu, passando per il Lange Odysseus (che sembra essere un orologio fantasma..) e per un bel Breguet Type XX Transatlantique che ho visto pochi giorni fa, in oro bianco e quadrante blu scurussimo e che farebbe adeguata compagnia al mio in oro rosa, arrivando a quello che potrebbe essere il mio exit watch, l'Overseas ultrapiatto perpetuo in oro rosa e quadrante blu (che resterà solo un sogno perchè dovrei privarmi praticamente di tutta la collezione per poterlo avere).
Tanti orologi nel mirino ma poche frecce nel mio arco.. vedremo cosa riserverà il futuro.