Ecco un esempio di esclusività interpretato da una maison italiana.Paul Picot ha lanciato l'anno scorso l'iniziativa "Gentleman your moments", che offre la personalizzazione di un suo orologio della linea Gentleman.
Questo orologio, al di là del gradimento sulla scelta del committente, non penso possa essere considerato "esclusivo", nel senso della non raggiungibilità.
Se hai soldi (forse neanche un'enormità) te ne puoi far realizzare uno simile.
Un fattore che determina l'esclusività - nel senso più restrittivo - è certo quello economico, almeno quando parliamo di cifre eccezionali.
Ma forse è un'esclusività un po' scontata.
L'esclusività più intrigante è quella di un pezzo difficile da ottenere anche per chi ha grosse disponibilità: l'orologio usato raro (per qualsiasi motivo: quadrante, movimento, produzione limitata con reale significato storico, ecc.); oppure l'orologio nuovo difficilmente commissionabile (perché l'orologiaio non accetta più ordini, ecc.).
Devo aggiungere, però, che a me l'esclusività interessa poco.
Mi accontento dell'originalità, nel senso che mi piace pensare che un orologio (o un altro oggetto) che possiedo non sia comune. Ma sapere che è anche "esclusivo", cioè che io detengo una sorta di primato, non mi suscita particolare entusiasmo.
Casomai, laddove fosse possibile a prezzi ragionevoli, apprezzerei di più la personalizzazione, connessa ad esempio alle realizzazioni artigianali: l'orologio ha qualcosa che lo rende "mio", perché legato a una mia scelta. Fermo restando che al primo posto resta l'elemento estetico-qualitativo (difficile gratificarsi con un oggetto scadente... personalizzato).
Se poi non ha un prezzo elevato (e quindi altri sono in grado di fare scelte simili), poco importa. Anzi, meglio!