Piccola Premessa Personale:
Nei primi anni ottanta, mentre mi trovavo a New York e stavo curiosando da Tiffany sulla Fifth Avenue, ho sentito definire la Maison di Ginevra, da parte di un commesso ad un cliente, come la Rolls Royce dell’orologeria. All’epoca indossavo un Rolex Oysterquarz acciaio e oro, regalo di laurea, ed ne ero più che soddisfatto. Ma nel mio immaginario da allora PP è sempre stata il top, soprattutto per gli orologi complicati.
Patek Philippe e il Calendario Perpetuo:
Non ho certo la pretesa di riassumere la storia di PP, ma è indiscutibile che la casa ginevrina ha segnato alcune delle pietre miliari nello sviluppo degli orologi da polso del ventesimo secolo.
È del 1925 il primo calendario perpetuo incassato in un orologio da polso, la referenza 97 975 (vedi immagine) da 34,4 mm e la referenza 96 (secondo alcune fonti)del 1937 con due finestrelle rettangolari per mese e giorno della settimana, il sub-dial a ore 6 con le fasi luna e un modernissimo calendario retrogrado (vedi immagine).
La prima produzione di serie, in piccoli numeri, risale però al 1941 con la referenza 1526 da 34 mm.
Segue nel 1961 la referenza 3449 da 37,5 mm.
Tutti questi modelli hanno un calibro a carica manuale, il calibro 12-120 Q (ref. 1526) e il calibro 23-300 Q (ref. 3449).
Il passaggio al movimento automatico 240 (di derivazione UG 66) con microrotore, si ha con la referenza 3940 prodotta dal 1985 al 2006.
Mi fermerei qui con la storia, perchè le successive iterazioni hanno aumentato le dimensioni e cambiato il calibro con il 324 S QR e sono, a mio personale avviso, meno significative.
Allego alcune tabelle e immagini.