Dody Giussani scrive sempre cose ponderate:
"Ci sono termini che improvvisamente diventano di moda. Uno è “divisivo”. Parola che non mi piace, ma che ora mi balza alla mente in continuazione, da quando lo sento ripetere in tv, alla radio, sui giornali. E da quando un amico mi ha detto che la spilletta della AS Roma sul cappotto della mia bimba di 2 anni è “divisiva”. Ora, di cose più “divisive” di una spilletta con il lupacchiotto me ne vengono in mente tante. Ad esempio, le novità Patek Philippe.
Il 18 giugno alle 8 di mattina è apparso sul web il primo modello Patek targato 2020 (o sarebbe meglio dire targato 2019, visto che è l’anno riportato sul fondello, che ricorda il completamento della nuova sede cui è dedicato). La mattina di giovedì 18 giugno alle 9 c’era già chi lo aveva definito un obbrobrio, chi un capolavoro, e chi aveva chiamato il concessionario al cellulare per prenotare uno dei 1.000 pezzi al mondo (questo forse è accaduto alle 8 e 01). Altro che spillette della Roma.
Curioso è come, in assenza di fiere, ci si senta come se fossimo costantemente in fiera. Le novità sono diluite nell’arco di mesi e ci troviamo a commentarle, analizzarle, discuterle, nello stesso modo in cui lo avremmo fatto a un Salone (“Cosa ne pensi del nuovo…?”). Ma con più tempo. Ecco, ho trovato un lato positivo a questa strana situazione.
Quello che resta un lato negativo è che nessuno, tranne chi lo ha realizzato e probabilmente poche persone vicine a Thierry Stern, ha visto dal vivo il nuovo Calatrava Ref. 6007A-001. Le foto divulgate da Patek Philippe sono molto belle, ma come sa bene chi fa il mio stesso mestiere, non corrispondono mai, e intendo mai, al vero. La tridimensionalità si perde nel tentativo di tirare fuori dall’immagine tutti i dettagli. Il guilloché appare sempre più marcato del vero, ma non altrettanto brillante. I metalli non sembrano riflettere la luce perché, come noto, i riflessi sulle superfici vanno evitati in fotografia, ma nella realtà ci sono e appartengono a quella tridimensionalità che su web si cerca in ogni modo di ricreare.
Il mestiere di fotografo cambia a seconda della destinazione d’uso delle immagini. Quello che cerchiamo di fare su L’Orologio, ad esempio, è non sacrificare la realtà alla ricerca della perfezione. Perché il nostro scopo è dare un’immagine che somigli il più possibile alla visione che si ha dell’oggetto a occhio nudo. Un risultato che Alessandro Neri, il nostro fotografo, ha raggiunto in circa 30 anni passati a fotografare orologi di ogni tipologia e fascia di prezzo. Qualche minimo dettaglio forse si perde, ma altri emergono e il risultato non è uniforme, come non lo è la realtà.
Quindi, com’è il nuovo Patek Philippe? Non lo so. Non l’ho visto. Posso immaginare che se nel comunicato stampa si parla di quadrante in una tonalità grigio-azzurra, nella realtà questo sia effettivamente difficile da definire semplicemente “blu”. Perché da Patek Philippe, per come ci ha abituato nei decenni, non mi aspetto niente di meno.
Ciò che posso valutare fin qui, in attesa di osservare l'orologio dal vero, è che si è voluto realizzare un quadrante molto ricco, che maschera la semplicità di un “semplice” Calatrava tre sfere con data, e valorizza la scelta di dotarlo di una cassa in acciaio. “Il prezzo non lo fa il metallo”, sembra dichiarare.
E su questo nessuno ha dubbi."
Dody Giussani