Infatti, se vogliamo fare della filosofia, e non mi sembra la sede più adatta, stiamo attraversando uno dei momenti più bui e decadenti della storia.
Oramai tutto è ostaggio del profitto.
Qualsiasi cosa od espressione umana viene fatta con questa logica.
Dalla musica, all’arte, alle costruzioni, ai prodotti in genere. Tutto viene improntato sul guadagno. Il massimo guadagno.
Non dico che nel passato, anche recente, abbiano fatto cose in rimessa, ma stabilito un certo (giusto) profitto, si cercava di perseguire anche altri scopi, primo tra tutti quello di realizzare beni duraturi o che rispecchiassero la propria filosofia.
Gli antichi acquedotti romani od i ponti lo stanno a dimostrare. Opere fatte bene per durare.
Oggi chi scrive più una canzone perché si sente ispirato?
Chi compone più una musica perché la sente dentro?
Chi fa più un gesto sportivo per pura passione?
Oramai siamo schiavi del consumismo, degli studi di marketing, dei social, che ci dicono cosa dobbiamo fare, quando lo dobbiamo fare ed anche come lo dobbiamo fare.
Se segui queste regole hai successo, altrimenti devi arrabattarti per restare a galla. Anche se magari fai delle cose sopraffine e migliori di altre.
I cantanti li costruiamo da ameni
programmi televisivi secondo precisi schemi studiati a tavolino; qualunque prodotto deve avere il suffisso smart, green o bio sennò non si vende (anche se è lo stesso prodotto di prima); se non sei almeno 2.0 (che minchia vuol dire poi...) non sei una impresa seria; se non hai una certificazione OHSAS UNI EN ISO RIINA la tua azienda non vale nulla (il prodotto può rimanere benissimo di merda, ma l’importante è che hai i processi certificati).
Insomma, io non vedo molte cose per cui andare fieri di questo sistema.
Qualcosa è anche lodevole, non è tutto da buttare, penso ad esempio ai progressi nella medicina, nella sicurezza sul lavoro, nelle tutele, però è indubbio che oramai l’unica filosofia che domina la società moderna è il consumismo ed il profitto.
Vedremo dove ci condurrà questa logica imperante....