Orologico Forum 3.0

L’unicità del RO 5402

Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #30 il: Luglio 03, 2020, 06:35:58 am »

ah, una domanda, questi RO hanno la corona che si chiude semplicemente a pressione o ha un qualche sistema di serraggio, tipo a vite come Rolex?

Il 15202 e quelli che montano il 920 hanno corona a pressione da quello che ne so io, e 3atm
Mentre i modelli "moderni" 15300, 15400 e similari hanno corona a vite e 5atm
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #31 il: Luglio 03, 2020, 06:44:59 am »
Un'altro dato tecnico che non tutti considerano è che il 920 nasce senza data coi suoi 2.45mm, ma tutti i RO hanno data e lo spessore del calibro passa a 3.05mm, dato complessivo che lo porta ad essere più spesso dell'8810 Lemania (2.95mm) o del GP 3100 (2.98mm) per dirne due che nascono invece con la data...
« Ultima modifica: Luglio 03, 2020, 07:07:09 am da leolunetta »
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Bertroo

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #32 il: Luglio 03, 2020, 07:32:55 am »
Un'altro dato tecnico che non tutti considerano è che il 920 nasce senza data coi suoi 2.45mm, ma tutti i RO hanno data e lo spessore del calibro passa a 3.05mm, dato complessivo che lo porta ad essere più spesso dell'8810 Lemania (2.95mm) o del GP 3100 (2.98mm) per dirne due che nascono invece con la data...


Beh due calibri eccelsi. Ci tanto che l’8810 ha doppio bariletto poi

Bertroo

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #33 il: Luglio 03, 2020, 07:36:56 am »
faccio alcune considerazioni, conscio del fatto che ho un buco nero nelle conoscenze piú o meno recenti, quindi perdonatemi se dico cose inesatte o poco puntuali o se chiedo cose, che potendo sembrare banali potrebbero essere scambiate per domande retoriche.
Non conosco l'attuale produzione JLC peró non stento a credere che siano molto attivi in ricerca e sviluppo, mi chiedo peró quali siano i risultati o le innovazioni raggiunte e lo chiedo perché, nel mondo della meccanica e micromeccanica (nello specifico applicata al mondo orologiero ma anche piú in generale) credo che i potenziali raggiungibili in termini di innovazione, nuove funzionalitá, utilizzo e sperimentazione dei materiali piú disparati sia siano quasi del tutto raggiunti o addirittura esauriti, ricordo nei miei ultimi anni di interesse che giá allora le cose ristagnavano e rifiniture per novitá venivano proposti oggetti, abbastanza inutili, esercizi di stile piú che altro fini a se stessi, tipo calibri con 3 o 4 tourbillon.
quando scrivi:
E prediligono la tecnica ai fronzoli, si vede anche dalle rifiniture dei movimenti
cosa intendi di preciso? se vogliamo essere sinceri le rifiniture, piú che tecnica sono fronzoli... il 920 sarebbe stato un eccelso calibro da un punto di vista tecnico anche senza quel perlage in differenti diametri, senza la lucidatura o l'anglage dei ponti... in definitiva senza quasi tutto quello che, ad esempio, richiede lo standard del Punzone di Ginevra, o sbaglio?
Sull'immobilismo delle case si certo hai ragione, l'ho scritto pure io che sicuramente riguarda un po' tutte, peró non farei di tutta un erba un fascio ed... essendo di parte, non concordo molto sul discorso Zenith.
Si Zenith dal dopo quarzo, quindi dai primissimi anni ottanta é di fatto solo El Primero, ed Elité (non lo dimenticherei comunque perché é un calibro che ha il suo dire, nulla di che ma certamente degno di essere ricordato e considerato).
Per moltissimi anni é stato cosí e poco é stato fatto per innovare, fasi di luna, calendario completo e... basta per tanti anni... per tanti motivi, si rinasceva dopo quasi la morte assoluta, il mercato degli anni 80-90 era quello che era, si fornivano altri brand, Rolex in primis, ma anche qualcosina ad Ebel, Panerai, Parmigiani (Movado lasciamo stare che era dello stesso gruppo ed altre di certo mi sfuggono).
Poi é arrivata l'acquisizione da parte di LVMH ed é iniziata l' "Era Nataf" (perché che piaccia o meno di Era si tratta, in quanto il pre-Nataf ed il, o meglio "i" post-Nataf, non hanno nulla a che fare con quanto accaduto in quegl'anni) e qui direi che l'immobilismo é decisamente venuto meno, questo calibro é stato proiettato nel mondo delle complicazioni di altissimo livello (che sia stata la strada giusta o meno é tutto da ragionare e qui le opinioni potrebbero tranquillamente spaccarsi) ed abbiamo potuto vedere un fiorire di nuovissimi calibri su base EP che di certo ricerca e sviluppo lo hanno richiesto, calendario perpetuo, la  scheletratura dello scappamento (che di per se non aggiunge nulla ma ha richisto diverse riprogettazioni per integrare alcuni ponti direttamente nella plaitina e molti calcoli perché la stessa fosse strutturalmente solide nelle zone di massima scheletratura), tourbillon, ore del mondo con svegliarino, ripetizione di minuti, rattrapante, "una sorta" di foudroyante, date retrogradanti e grandata, tourbillon montato su gabbia giroscopica, con un livello finitura estetica dei calibri, che seppur industriale ha il suo rispettabile perché (perlage totale su platina e ponti, viti di regolazione al blu e/o in oro a seconda dei casi, coté de Geneve  sulle masse oscillanti, ecc. ecc.).
A  tanta cura interna si é accompagnata sempre anche tanta "particolaritá" (diciamo cosí, per essere buoni) estetica dei quadranti, delle scale di lettura e perfino di intere collezioni (Defy Extreme... su tutte), vuoi perché si puntava a determinati mercati, che culturalmente hanno gusti e canoni estetici ben diversi dai nostri... ma anche possibilitá e volontá di spesa molto ben differenti dalle nostre, vuoi, forse, perché il gusto estetico di Nataf  tendeva in quella direzione (cmq, per vari motivi, ne paga e ne pagherá lo scotto, spero per lui di sbagliarmi ma... per tutta la vita).
Sul post-Nataf, direi che salto, che ben che va vedo, qui si, immobilismo e leggo spesso di concetti quali "esemplificazione" (vedi il nuovo calibro 3600 "El Primero 2") che considerando la miseria di informazioni e immagini presenti in giro,  mi fanno pensare a nulla di buono (spero di sbagliare anche qui).
Quindi ecco in definitiva, non mi sentirei di dire che Zenith abbia vissuto (o sopravvissuto) solo della poca rendita di un calibro ormai vecchio di 50 anni.
Quanto all'orologeria di avanguardia, non é mai stata minimamente nelle mie corde (sono un classico di impostazione, giá digerisco poco o niente le casse di forma...immaginarsi il dentro :)) ma al di la di quelli che sono i miei gusti che nulla spostano, penso che potrá restare  per alcuni, parecchi pure, appassionati una interessantissima nicchia... ma non di piú, nel senso che non riesco a vederci la naturale evoluzione ed il futuro di questo mondo, che ha da sempre nel suo DNA un imprescindibile legame con le sue origini e la tradizione storica (che sono anche quegli aspetti che, a discapito della grande innovazione tecnica nelle produzioni, permettono a questi Signori, ancora "di gabbarci" spesso e volentieri  :D).

Esatto. Prediligono la tecnica ai fronzoli. Ossia la qualità meccanica prima delle rifiniture.
Guarda il Duometre ad esempio. Calibro fantastico e ingegneristicamente particolare, ma le rifiniture, seppur gradevoli, non sono da alta orologeria.
Così come per i reverso anche complicati. Le rifiniture non sono il loro primo pensiero. Però al contrario di altri ogni anno sfornano calibri di elevata tecnica. Vedi i nuovi tourbillon e ripetizioni presentati nell’ultimo periodo.
Ma anche gli stessi duometre. Insomma non stanno mai fermi!

Fabrizio Rotoloni (persson)

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #34 il: Luglio 03, 2020, 13:22:36 pm »
Grazie dei dettagli leo.
Avevo mal interpretato quanto avevi scritto Roberto, quanto a JLC, indubbiamente é un brand molto attivo ma anche loro di "poesia" ne fanno tanta... direttamente dal loro sito per il Duometre:
ispirazione dagli uccelli  (dual-wing)... genesi dell'idea abbastanza forzata a mio modo di vedere, nel senso che sa tanto di marketing che di ispirazione vera.
due meccanismi indipendenti, uniti da un unico organo regolatore, questo, a loro modo di dire assicurerebbe maggior precisione ma, é dimostrato? una volta c'erano le gare di cronometria come riscontro, oggi mi sembrano cadute in disuso...  l'organo regolatore, che trasforma il moto continuo della molla del bariletto in impulsi (modo alternato) é unico, la precisione arriva tutta da lí, il resto sono leve ed  ingranaggi e nel creare due meccanismi indipendenti io vedo un maggior numero di parti meccaniche in movimento, leggi maggior dispendio energetico, maggiori attriti, maggior manutenzione richiesta.
grande attenzione anche ai più piccoli dettagli. La decorazione di ogni pezzo richiede padronanza tecnica e pazienza infinita. Una moltitudine di tecniche ad alta precisione è utilizzata per decorare a mano il movimento di ogni orologio... che ti devo dire... sarei curioso di vedere con i miei occhi la decorazione di un intero calibro.
Vedi, secondo me toniamo al solito discorso... questo mondo, per tanti versi anacronistico, é ormai saturo da tantissimo tempo... non c'é piú nulla da inventare secondo me... e se qualcosa ci si inventa (tanto di merito!) lo si fa a "processo inverso"... nel senso che oggi ci si deve mettere a tavolino e dirsi: "ok pensiamo a qualcosa di nuovo (inteso come diverso) da produrre"... una volta non era cosí perché ogni complicazione nasceva da esigenze reali a cui veniva richiesta una soluzione ed a tavolino ci si si sedeva per risolvere questi problemi.
Oggi, ma potremmo dire da tanti decenni, le esigenze non ci sono piú e quindi anche l'innovazione e le nuove invenzioni, se ci sono... sono abbastanza fini a se stesse e piú che altro meri esercizi di stile.
« Ultima modifica: Luglio 03, 2020, 15:59:17 pm da Rotoloni Fabrizio »

e.m.

Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #35 il: Luglio 03, 2020, 15:38:28 pm »
Vero Fabrizio ma oggi piu' che mai l'orologio meccanico altro non e' che un esercizio di meccanica e di stile.
Assolutamente inutile.

Fabrizio Rotoloni (persson)

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #36 il: Luglio 03, 2020, 15:56:43 pm »
esattamente... quindi tirando un po' le somme, l'immoblitá (tipo utilizzare uno stesso calibro per decenni) non é bella come cosa... ma d'altra parte non possiamo aspettarci poi chissá cosa... basta rendersene conto e farsene una ragione, tutto qua.

e.m.

Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #37 il: Luglio 03, 2020, 16:06:24 pm »
E per creare un qualcosa di nuovo,e che funzioni per almeno mezzo secolo,serve talento.
Talento che latita quantomeno nei designers che altro non fanno che copiare il passato.

Fabrizio Rotoloni (persson)

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #38 il: Luglio 03, 2020, 16:21:21 pm »
anche questo é vero, peró credo che il successo iconico che alcuni oggetti hanno assunto (e non mi riferisco necessariamente al solo mondo dell'orologeria) sia derivato in buona parte da quanto dici ma anche da un "momento storico propizio" dove anche le persone a cui questi prodotti erano rivolti erano piú predisposte ad accettarli... la frenesia, i folli ritmi di aggiornamento odierni che ormai sono "normali" nelle nostre menti, quel pessimismo inconscio anche se di fatto vivi dignitosamente che comunque ci affligge, non aiuta, ed anche delle idee valide e di pari portata a quelle avute per un Royal Oak o per una Porsche Carrera, oggi penso attecchirebbero non bene o comunque non arriverebbero a dove sono arrivate... e su questo, anche i progettisti/designer poco possono fare.
« Ultima modifica: Luglio 03, 2020, 16:23:09 pm da Rotoloni Fabrizio »

e.m.

Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #39 il: Luglio 03, 2020, 23:42:25 pm »
Purtroppo sono le idee che non ci sono,molto piu' facile ed economico copiare al risparmio

Bertroo

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #40 il: Luglio 04, 2020, 02:06:20 am »
esattamente... quindi tirando un po' le somme, l'immoblitá (tipo utilizzare uno stesso calibro per decenni) non é bella come cosa... ma d'altra parte non possiamo aspettarci poi chissá cosa... basta rendersene conto e farsene una ragione, tutto qua.

Eh...è quello che ti dicevo io  :D

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #41 il: Luglio 04, 2020, 11:56:56 am »
Comunque Roberto, riguardo al Duometre sono stato molto sintetico ed anche superficiale perché ieri avevo poco tempo, ho comunque ritrovato su un numero dell'orologio del 2008 un articolo molto completo sul primo Duometre presentato, quello con la cronografia (l'orologio fotografato era un prototipo, anche se in veste definitiva), con una disamina molto completa ed accurata del funzionamento del calibro.
Tra poco esco dal lavoro e più tardi magari posto un paio du foto e vi chiedo due cose...
« Ultima modifica: Luglio 04, 2020, 11:58:59 am da Fabrizio Rotoloni (persson) »

SoloMeccanico

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #42 il: Luglio 08, 2020, 11:59:45 am »
faccio alcune considerazioni, conscio del fatto che ho un buco nero nelle conoscenze piú o meno recenti, quindi perdonatemi se dico cose inesatte o poco puntuali o se chiedo cose, che potendo sembrare banali potrebbero essere scambiate per domande retoriche.
Non conosco l'attuale produzione JLC peró non stento a credere che siano molto attivi in ricerca e sviluppo, mi chiedo peró quali siano i risultati o le innovazioni raggiunte e lo chiedo perché, nel mondo della meccanica e micromeccanica (nello specifico applicata al mondo orologiero ma anche piú in generale) credo che i potenziali raggiungibili in termini di innovazione, nuove funzionalitá, utilizzo e sperimentazione dei materiali piú disparati sia siano quasi del tutto raggiunti o addirittura esauriti, ricordo nei miei ultimi anni di interesse che giá allora le cose ristagnavano e rifiniture per novitá venivano proposti oggetti, abbastanza inutili, esercizi di stile piú che altro fini a se stessi, tipo calibri con 3 o 4 tourbillon.
quando scrivi:
E prediligono la tecnica ai fronzoli, si vede anche dalle rifiniture dei movimenti
cosa intendi di preciso? se vogliamo essere sinceri le rifiniture, piú che tecnica sono fronzoli... il 920 sarebbe stato un eccelso calibro da un punto di vista tecnico anche senza quel perlage in differenti diametri, senza la lucidatura o l'anglage dei ponti... in definitiva senza quasi tutto quello che, ad esempio, richiede lo standard del Punzone di Ginevra, o sbaglio?
Sull'immobilismo delle case si certo hai ragione, l'ho scritto pure io che sicuramente riguarda un po' tutte, peró non farei di tutta un erba un fascio ed... essendo di parte, non concordo molto sul discorso Zenith.
Si Zenith dal dopo quarzo, quindi dai primissimi anni ottanta é di fatto solo El Primero, ed Elité (non lo dimenticherei comunque perché é un calibro che ha il suo dire, nulla di che ma certamente degno di essere ricordato e considerato).
Per moltissimi anni é stato cosí e poco é stato fatto per innovare, fasi di luna, calendario completo e... basta per tanti anni... per tanti motivi, si rinasceva dopo quasi la morte assoluta, il mercato degli anni 80-90 era quello che era, si fornivano altri brand, Rolex in primis, ma anche qualcosina ad Ebel, Panerai, Parmigiani (Movado lasciamo stare che era dello stesso gruppo ed altre di certo mi sfuggono).
Poi é arrivata l'acquisizione da parte di LVMH ed é iniziata l' "Era Nataf" (perché che piaccia o meno di Era si tratta, in quanto il pre-Nataf ed il, o meglio "i" post-Nataf, non hanno nulla a che fare con quanto accaduto in quegl'anni) e qui direi che l'immobilismo é decisamente venuto meno, questo calibro é stato proiettato nel mondo delle complicazioni di altissimo livello (che sia stata la strada giusta o meno é tutto da ragionare e qui le opinioni potrebbero tranquillamente spaccarsi) ed abbiamo potuto vedere un fiorire di nuovissimi calibri su base EP che di certo ricerca e sviluppo lo hanno richiesto, calendario perpetuo, la  scheletratura dello scappamento (che di per se non aggiunge nulla ma ha richisto diverse riprogettazioni per integrare alcuni ponti direttamente nella plaitina e molti calcoli perché la stessa fosse strutturalmente solide nelle zone di massima scheletratura), tourbillon, ore del mondo con svegliarino, ripetizione di minuti, rattrapante, "una sorta" di foudroyante, date retrogradanti e grandata, tourbillon montato su gabbia giroscopica, con un livello finitura estetica dei calibri, che seppur industriale ha il suo rispettabile perché (perlage totale su platina e ponti, viti di regolazione al blu e/o in oro a seconda dei casi, coté de Geneve  sulle masse oscillanti, ecc. ecc.).
A  tanta cura interna si é accompagnata sempre anche tanta "particolaritá" (diciamo cosí, per essere buoni) estetica dei quadranti, delle scale di lettura e perfino di intere collezioni (Defy Extreme... su tutte), vuoi perché si puntava a determinati mercati, che culturalmente hanno gusti e canoni estetici ben diversi dai nostri... ma anche possibilitá e volontá di spesa molto ben differenti dalle nostre, vuoi, forse, perché il gusto estetico di Nataf  tendeva in quella direzione (cmq, per vari motivi, ne paga e ne pagherá lo scotto, spero per lui di sbagliarmi ma... per tutta la vita).
Sul post-Nataf, direi che salto, che ben che va vedo, qui si, immobilismo e leggo spesso di concetti quali "esemplificazione" (vedi il nuovo calibro 3600 "El Primero 2") che considerando la miseria di informazioni e immagini presenti in giro,  mi fanno pensare a nulla di buono (spero di sbagliare anche qui).
Quindi ecco in definitiva, non mi sentirei di dire che Zenith abbia vissuto (o sopravvissuto) solo della poca rendita di un calibro ormai vecchio di 50 anni.
Quanto all'orologeria di avanguardia, non é mai stata minimamente nelle mie corde (sono un classico di impostazione, giá digerisco poco o niente le casse di forma...immaginarsi il dentro :) ) ma al di la di quelli che sono i miei gusti che nulla spostano, penso che potrá restare  per alcuni, parecchi pure, appassionati una interessantissima nicchia... ma non di piú, nel senso che non riesco a vederci la naturale evoluzione ed il futuro di questo mondo, che ha da sempre nel suo DNA un imprescindibile legame con le sue origini e la tradizione storica (che sono anche quegli aspetti che, a discapito della grande innovazione tecnica nelle produzioni, permettono a questi Signori, ancora "di gabbarci" spesso e volentieri  :D ).

Scusate se vado fuori tema.
Ho trovato molto interessante la tua disanima dell'era NATAF, dato che l'estetica era lontanissima dai miei gusti non ho mai approfondito la tecnica dei calibri, che invece a quanto pare erano/sono meritevoli di attenzione. Forse potresti iniziare una discussione specifica...

Fabrizio Rotoloni (persson)

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #43 il: Luglio 08, 2020, 12:09:29 pm »
se puó essere utile posso farlo, con piacere.
materiale cartaceo dell'epoca ne ho molto dato che, quello "digitale", sembra che sia stato del tutto eliminato dalle nuove e successive gestioni che hanno fatto tabula rasa della memoria di quel periodo.
« Ultima modifica: Luglio 08, 2020, 12:49:02 pm da Fabrizio Rotoloni (persson) »

SoloMeccanico

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Re:L’unicità del RO 5402
« Risposta #44 il: Luglio 08, 2020, 12:20:18 pm »
se puó essere utile posso farlo, con piacere.
materiale cartaceo dell'opoca ne ho molto dato che, quello "digitale", sembra che sia stato del tutto eliminato dalle nuove e successive gestioni che hanno fatto tabula rasa della memoria di quel periodo.
Per me si. Anche perchè mi permetterebbe di apprezzare meglio modelli che, dal punto di vista estetico, trovo invece perfino imbarazzanti. Scusate l'off topic.
« Ultima modifica: Luglio 08, 2020, 12:22:10 pm da SoloMeccanico »