PREMESSA
Il calibro El Primero venne presentato nel mese di gennaio dell’anno 1969 e fu il primo calibro cronografico integrato a carica automatica della storia ed il primo a raggiungere la frequenza di 5Hz, ovvero 36.000 alternanze/ora, quindi in grado di misurare il decimo di secondo.
La sua integrazione gli permetteva di essere spesso soltanto 6,5 mm, un valore non raggiunto da tanti suoi omologhi a carica manuale e che lo rendeva molto adatto ad integrare ulteriori complicazioni ma per gran parte della sua vita queste si sono limitate ad un calendario completo ed indicazione della fase lunare. Il rotore era a carica bidirezionale e le funzioni cronografiche erano comandate da un sistema a ruota a colonna.
I primi due calibri prodotti erano identificati con le sigle 3019 PHC e 3019 PHF, il significato del numero era 30 (pari ai millimetri di diametro o anche 13”e¼) - 1 (numerazione cronologica del calibro) - 9 (tipologia di movimento, in questo caso cronografo), quello delle lettere era P (power, inteso come rotore di carica) - H (hour) - C (calendar) - F (full, probabilmente inteso per calendario completo).
La nascita di questo calibro, dalle caratteristiche tecniche molto rilevanti, però avvenne in un momento storico assolutamente non propizio, in quanto l’imminente avvento del quarzo lo avrebbe portato ad una prematura morte commerciale avvenuta nella seconda metà degli anni settanta con la totale cessazione della produzione e totale smantellamento delle linee e macchinari.
La sua resurrezione avvenne nella seconda metà degli anni ottanta, nel 1987 per la precisione, con la presentazione del nuovo calibro 400, che di fatto era sostanzialmente un 3019 al quale era stata sostituita la protezione antiurto Incabloc con la più recente Kif-Flector.
Del calibro 400 vennero realizzati nel corso degli anni le seguenti declinazioni:
- 410 (dal 1993) con calendario completo e fasi lunari (il corrispondente del PHF)
- 420 (dal 1993) con carica manuale, ottenuta sostanzialmente per asportazione del rotore e maggiorazione dell’albero delle corona (presente su i modelli denominati Prime e successivamente El Primero HW)
- 405 (dal 1997) con funzione di ritorno in volo (fly-back), introdotto con il modello Rainbow.
Nell’ottobre del 1998 tutti questi calibri ricevettero una serie di modifiche che consistevano nella variazione del numero di denti della ruota dei secondi (da 100 a 120) e nel numero di raggi della stessa (da 5 a 6), nella variazione del numero di denti della ruota di scappamento (da 21 a 20) e relativo numero di denti del suo pignone (da 7 ad 8 ) e nella variazione della forma della forchetta dell’ancora; tutte queste modifiche vennero identificate con l’apposizione della lettara Z dopo il numero identificativo del calibro (foto n. 17).
Nel 1999 la multinazionale del lusso francese LVMH, guidata da Bernard Arnault, acquisisce il marchio Zenith e dall’anno 2001 alla guida del brand viene designato Thierry Nataf, CEO sino a quel momento del marchio del famoso champagne Veuve Clicquot Ponsardin.
La strategia di Nataf per rilanciare questo marchio e i fasti che il calibro El Primero non ha mai potuto avere a causa degli eventi storici e delle gestioni precedenti , iniziano a delinearsi già verso la fine del 2001, quando il catalogo del mese di gennaio, ancora con la vecchia impostazione grafica, viene sostituito verso il mese di ottobre dal nuovo catalogo che ha un lignaggio molto più elegante e raffinato e che diventerà il “lietmotif” della sua gestione, copertina monocromatica di colore marrone scuro e scritte oro (abbinamenti già adottati da altri marchi di alta orologeria quali Patek Philippe ad esempio) (foto n. 1 – sinistra ultimo catalogo pre-Nataf, destra catalogo post-Nataf).
Inoltre la rete dei concessionari ufficiali viene ulteriormente capillarizzata ed ogni negozio verrà fornito con nuovi espositori e mobili che riprenderanno i toni già citati (foto n. 2) ed anche le scatole degli orologi saranno più ricercate ricordando soluzioni architettoniche sofisticate sempre nei colori marrone/oro (foto n.3).
Quanto ai calibri ed ai modelli proposti, sostanzialmente non vi sono grandi novità, anche se la direzione che si vuole intraprendere, e cioè quella dell’alta orologeria di lusso, inizia a delinearsi con alcuni prodotti messi a catalogo nel 2002, dove i classici Chronomaster ora sono proposti anche con cassa in platino e doppio fondello (sia a vista in zaffiro che in metallo “a secrets” incernierato a quello a vista, come sugli orologi tasca), scheletriti con lavorazione manuale (foto n. 4) o impreziositi con diamanti (foto n. 5) ma il vero e proprio cambio di rotta avverrà l’anno successivo, nel 2003, quando verrà presentato il primo calibro totalmente sviluppato nella gestione Nataf, il calibro 4021 che darà vita al modello Open, inizialmente un unico modello, divenuta poi una famiglia di prodotti negli anni successivi.
In questo calibro, oltre al notevole lavoro di totale riprogettazione della platina e dei ponti (alcuni eliminati ed integrati nella platina stessa, per mezzo di lavorazione effettuata in 3 dimensione grazie all’uso di fresatrici CNC), necessario per rinforzare i punti strutturali a seguito della parziale scheletratura che rende per la prima volta visibile tutto l’organo di regolazione (bilanciere/spirale e scappamento) ed a causa di ciò e dell’adozione della indicazione di riserva di carica coassiale alle lancette centrali, lo spessore del calibro aumenterà a 7,75 mm, si delineeranno gli standard qualitativi ed estetici che accompagneranno tutti i futuri calibri realizzati sotto questa gestione: totale finitura delle platine e dei ponti a perlage (foto n. 6), finitura del rotore di carica a cote de Geneve con incisioni in oro, anglage a 45 gradi su tutti gli spigoli di ponti e leve, viti portate al blu con la fiamma per le viti di regolazione (nei calibri con complicazioni più “nobili” le viti di regolazione saranno in oro e quelle di assemblaggio al blu – foto n. 7)… finiture ben diverse da quelle adottate nei precedenti anni (foto n. 8 ).
Da questo momento in poi e per i successivi sei anni,il calibro El Primero vedrà uno sviluppo che in oltre quaranta anni vita non aveva mai conosciuto e ci sarà su di esso il fiorire delle maggiori complicazione presenti nell’alta orologeria.
Vediamole in modo sintetico qui di seguito:
Anno 2002
- Calibro 4009 - 346 componenti, 31 rubini, 7,55 mm di spessore, cronografo Fly-Back calendario completo e fasi lunari con indicazione a lancetta
- Calibro 4001 - 357 componenti, 31 rubini, 7,55 mm. Di spessore, cronografo Fly-Back calendario completo e fasi lunari a disco
- Calibro 4002 - cronografo con due contatori (minuti crono e secondi continui) e data
Anno 2003
- Calibro 4021 (open power reserve) 249 componenti, 39 rubini, 7,75 mm di spessore, cronografo con organo regolatore a vista ed indicazione della riserva di carica coassiale alle lancette centrali. Nel corso degli anni sono state realizzate moltissime versioni di questo calibro con desinenze che ne identificano le diverse varianti come ad esempio: J1 e J2 – modelli donna Queen o f Love e Starissime, FC – con funzione fly-back, SX – primissimo modello a montare una ruota di scappamento in silicio e ponti in materiale composito, ecc.
- Calibro 4003 (quantieme perpetuale) 31 rubini, 8,1 mm di spessore, cronografo con calendario perpetuo
Anni 2004 – 2005
- Calibro 4005 (tourbillon) 327 componenti, 35 rubini, 8,6 mm di spessore, cronografo, tourbillon e datario sulla circonferenza della gabbia del tourbillon stesso (versione per Port-Royale con platina rettangolare, denominato 4007C con stesso spessore e rubini ma 298 componenti)
Anni 2006 - 2007
- Calibro 4023 (open power reserve retrograde) 39 rubini, cronografo con organo regolatore a vista e datario a lancetta retrograda coassiale alla sfera dei minuti crono
- Calibro 4010 (grande date) cronografo con grande datario a doppia finestra
Anni 2008 – 2009
- Calibro 4043 (open repetition minute) 461 componenti, 45 rubini, 10,36 mm di spessore, cronografo con organo regolatore a vista e ripetizione minuti azionabile a mezzo slitta ad ore nove (foto n. 9)
- Calibro 4039 (open power reserve grande date, nella versione C con platina rettangolare per Port-Royale) 331 componenti, 41 rubini, 9,05 mm di spessore, cronografo con organo regolatore a vista, indicazione della riserva di carica coassiale alle lancette centrali e grande datario a doppia finestra ad ore due. Si noti che per aumentare le dimensioni dei caratteri del datario ma non l’ingombro dei componenti, si sono adottati tre dischi, uno centrale con indicazione delle decine e due laterali sovrapposti di cui il superiore finestrato così da poter avere i numeri delle unità suddivisi su di essi (foto n. 10 ed 11)
- Calibro 4033 (tourbillon quantieme perpetuale) cronografo con tourbillon e calendario perpetuo
- Calibro 4041 (tourbillon) 170 componenti, 25 rubini, 7,55 mm di spessore, solo tempo ore-minuti con gabbia tourbillon ad ore undici
- Calibro 4031 (second time-zone, minute repeter, alarm 24h, large date, power reserve) 744 componenti, 63 rubini, 12,98 mm di spessore, cronografo con indicazione del secondo fuso orario mediante lancetta centrale, ripetizione minuti, allarme, disinseribile, sulle 24h sonoro o a vibrazione con indicazione a lancetta su quadrantino dedicato, indicazione della riserva di carica a mezzo di doppia lancetta (una per il bariletto dell’orologio ed una per il bariletto della ripetizione minuti) (foto n. 12)
- Calibro 4034 (tourbillon date day/night) 353 componenti, 35 rubini, 7,55 mm di spessore, cronografo con datario, fasi lunari con indicazione giorno/notte
- Calibro 4035 (tourbillon date) 325 componenti, 35 rubini, 7,66 mm di spessore, cronografo con tourbillon e datario
- Calibro 4037 (open multi city, power reserve, grande data) 351 componenti, 43 rubini, 9,05 mm di spessore, cronografo con organo regolatore a vista, indicazione delle ore del mondo con i 24 fusi orari, indicazione della riserva di carica coassiale alle lancette centrali, grandata a doppia finestra con dischi laterali sovrapposti ad ore due (foto n. 13)
- Calibro 4046 (open multi city, alarm 12h, power reserve display for the alarm, grande date) 439 componenti, 41 rubini, 9,05 mm di spessore, cronografo con organo regolatore a vista, indicazione delle ore del mondo con i 24 fusi orari, indicazione della riserva di carica nel display dell’allarme, indicatore allarme on/off ad ore otto, grandata a doppia finestra con dischi laterali sovrapposti ad ore due, assenza dei secondi continui
- Calibro 4026 (split-second grande date) 346 componenti, 32 rubini, 9,5 mm di spessore, cronografo a due contatori (secondi continui, minuti cronografici) con doppia lancetta rattrapante comandata a mezzo di pulsante coassiale alla corona, grandata a doppia finestra ad ore sei
- Calibro 8800 (zero-G tourbillon) 294 componenti (di cui 166 per il tourbillon con gabbia a sospensione giroscopica), 45 rubini, 9,48 mm di spessore (18,60 mm per la gabbia giroscopica), solo tempo ore/minuti decentrati ad ore undici con indicazione dei secondi continui nella gabbia del tourbillon ad ore cinque, carica automatica bidirezionale mediante microrotore in platino decentrato (foto n. 14). Questo calibro, che sarà la base per i successivi 8801, 8804, 8805, ecc, a carica manuale e con gabbia giroscopica che arriverà ed essere costituita da 175 elementi, implementa e miniaturizza, per la prima volta nella storia dell’orologeria il concetto cardine dei cronometri da marina (quello della sospensione giroscopica appunto) in una gabbia di un tourbillon.
Questo elenco non ha la pretesa di essere completo, anzi, anche perché in quella che io definisco “l’Era Nataf” i calibri sviluppati e prodotti in tutte le loro varianti sono oltre cinquanta (foto n. 15 tratta da un articolo del giugno 2009, quando Nataf aveva appena ceduto il posto al nuovo CEO J.F. Dufour, primo dei quattro amministratori che si sono susseguiti sino ad oggi) ed anche per via del fatto che le nuove e successive gestioni hanno di fatto eliminato ogni memoria ufficiale di quanto realizzato in quegl’anni (comportamento deprecabile a mio avviso), in proposito, basti ad esempio notare come nei successivi cataloghi, nella linea temporale storica dalla Maison nell’intervallo tra il 1984, anno della rinascita di questo calibro, ed il 2010, primo reale anno delle nuove gestioni, vi sia il vuoto assoluto (foto n. 16).
Se qualcuno volesse integrare o correggere eventuali errori da me commessi è il benvenuto ed ha la mia gratitudine.
Oltre a questo mi scuso per la pessima qualità delle foto allegate, in quanto oltre ai formati molto grandi dei cataloghi anche la patinatura lucida e riflettente della carta ed a volte una pessima illuminazione non hanno aiutato nello scopo.