Cari forumisti, desidero condividere con voi la mia soddisfazione per il nuovo acquisto (e per l'insperata occasione che si è palesata nel Suffolk, da cui proviene), un
Ebel 1911, nella referenza
9331240!
Si tratta di un orologio molto noto agli appassionati, uno dei fiori all'occhiello di questa maison, un modello che a suo tempo ha avuto un discreto successo, sebbene inferiore alle sue reali qualità. E' un orologio che ho sempre lasciato ai primi posti della mia lista di desiderata, ma che non ero mai riuscito a trovare alle mie condizioni, cioè con un calibro a me gradito (tra i tanti utilizzati da Ebel) e, naturalmente, con il quadrante blu!
La serie
1911 viene commercializzata da Ebel nel 1986, per il 75° anniversario della fondazione della maison, ad opera di Pierre-Alain Blum, erede del fondatore, in un periodo (gli anni 80') molto fecondo per il marchio, dato che nel 1982 era stata presentata la collezione Chrono-Sport (con calibro cronografico El Primero) e nel 1984 cronografo-calendario perpetuo (sempre su base El Primero, con piastra del calendario perpetuo sviluppata da Jaquet). Il 1986 è anche l'anno in cui debutta il calibro cronografico proprietario 137, introdotto proprio nella collezione 1911 ed inizialmente sviluppato da Lemania.
In rete si possono trovare numerose descrizioni della sua magnifica cassa: la forma particolare, l'alternanza di parti lucide e satinate, le dimensioni assolutamente "giuste" (37 millimetri e rotti, per uno spessore di circa 9), le viti che aggiungono un tocco di sportività, la corona di carica leggermente protetta da due anse leggermente accennate, tutto contribuisce a creare un design che è davvero fuori dal tempo e degno delle migliori produzioni dell'orologeria svizzera.
In questa versione il 1911 adotta il calibro
Ebel 331, di derivazione Girard Perregaux, la cui descrizione lascio a
www.segnatempo.it, ricordando solo che la versione di Ebel dovrebbe essere già la 3100:
"
Girard Perregaux 3000E’ opinione abbastanza diffusa che
Girard Perregaux, con i calibri 3000 e 3100, abbia realizzato la quadratura del cerchio.
Con questo progetto infatti ha contenuto lo spessore (2.98 mm) riuscendo ad abbinare robustezza ed affidabilità.
Ciò è stato possibile ricorrendo a vari trucchi, tra i quali l’aver previsto l’adozione di rubini per ogni rotismo in gioco.
La Messa all’ora è disegnata con un
treno di ruote piuttosto complesso ed inusuale, atto ad eliminare qualsiasi gioco a vuoto durante la
regolazione delle
sfere.
Peccato che alcuni di questi rotismi siano fissati in maniera permanente su di un lato del
ponte, tramite ribattitura dei perni (metodo abbastanza diffuso per contenere i costi), cosa che ne impedirebbe, in teoria, la corretta ispezione e pulizia.TecnicaLa ruota di carica, posta sopra al
bariletto, è fissata tramite tre viti, sistema con cui si è inteso impedire in maniera definitiva, dato il contenutissimo spessore dell’intero
calibro, che la stessa strisci sulla parte superiore del
ponte, eventualità non tanto peregrina in presenza di calibri automatici particolarmente sottili.
Il
bilanciere è
bimetallico con
corona in
Glucydur, la
spirale in
Nivarox 1 ed l’antiurto Kif, sistema di
regolazione della
racchetta a vite micrometrica.
La
spirale è unita al
bilanciere con saldatura al laser, metodo piuttosto sofisticato e tecnologicamente avanzato, utilizzato anche da Rolex e Audemars Piguet.
Il
rotore del Girard Perregaux 3000, è montato su
cuscinetto a
sfere rovesciato, secondo un disegno esclusivo, per cui il
cuscinetto non è alloggiato superiormente, come di solito avviene, ma in un piccolo
ponte inferiore, nascosto alla vista.
Il
rotore è unidirezionale, cioè carica in un solo senso.
L’
ancora e la
ruota di scappamento sono perfettamente lucidate, mentre i rotismi sono spazzolati e satinati.
Da questo punto di vista il
movimento risulta assai accurato ed esente da critiche, ove per le parti strategiche, persino per quelle molto nascoste, non si è lesinato in quanto a finitura funzionale, cioè quel tipo di finitura propedeutica al migliore funzionamento generale.
Persino la parte interna del
bariletto è finemente spazzolata.
Il
movimento si presta a ricevere platine aggiuntive, anzi è stato pensato proprio per quello.CuriositàPer posizionare il
ponte del
bilanciere all’esatta altezza, si è ricorsi ad uno spessore.
Tale metodo s’incontra una volta su un milione, e costituisce una via piuttosto scaltra per contenere i costi ottenendo precisione assoluta.
Il
calibro è stato adottato da
Daniel Roth,
Ebel,
Vacheron Constantin, Cartier, ed altri.
Del 1994. Meccanico a carica automatica, 10,5 linee per 2,98 di spessore, 27 rubini, 28.800 a/h per 50 ore di riserva di carica.
Questo
calibro viene declinato in diverse referenze e complicazioni (ad esempio, la ref. 3100 ha lo scatto rapido della data)"
Per quanto mi riguarda sono stato positivamente colpito dall'impresisone che il calibro mi ha fatto "de visu"! Spesso infatti le fotografie pubblicate sui giornali in rete sono, diciamo così, leggermente "aggiustate" per migliorare l'aspetto del soggetto mostrato, dal vivo nvece, lo ripeto, l'oblò posteriore del 1911 permette di ammirare un calibro molto bello, lucidissimo e dal rotore particolarmente rapido nel compiere infiniti giri su se stesso!
Tornando infine al mio esemplare, come ho detto, è stato trovato su una
baia inglese e dopo una breve trattativa è stato finalmente rispedito nel continente da cui proveniva.
Al polso, grazie alla pregevole fibbia "tipo Cartier", è comodissimo, si sente appena! Le dimensioni, come ho già detto, sono perfette, apprezzo il gioco di luce tra le parti satinate e quelle lucide, il disco della data che riprende il colore del quadrante (una rarità ancora oggi, anche su modelli di alta gamma!) e la generale impressione di qualità!
Unico neo, questo esemplare non è corredato del bracciale, che però ho già iniziato a cercare!