ecco la lettera inviata al ministri Scajola:
Roma, lì 22.07.2008
Ill.mo On. Claudio Scajola
Ministro per lo Sviluppo Economico
Via Molise, 2
00187 ROMA
Oggetto: Riparazione di orologi.
Illustre Signor Ministro,
come è noto, le scriventi Associazioni seguono da tempo, tra gli altri, i problemi degli orologiai italiani ed è in qualità di rappresentanti di queste imprese che richiamiamo la Sua cortese attenzione su una serie di questioni riguardanti il settore.
Quello dell’orologeria è un segmento particolare che oggi sconta gli effetti di una politica commerciale di stampo monopolistico ad opera di pochi gruppi internazionali.
Le imprese del settore, che hanno optato per la qualità del servizio alla clientela, hanno investito energie e risorse per migliorare conoscenze e competenze, oltre che per affinare tecniche di riparazioni molto sofisticate anche, a suo tempo, in collaborazione con le Case svizzere produttrici di orologi.
Oggi la categoria può vantare tecnici di alto livello che hanno operato per anni a stretto contatto con le aziende produttrici, gli importatori ed i commercianti del settore.
Se fino a qualche anno fa, gli operatori del settore disponevano della materia prima occorrente per le riparazioni degli orologi (i ricambi originali venivano venduti dai grossisti oppure dagli stessi importatori), adesso assistiamo ad politica di “distribuzione selettiva” dei pezzi di ricambio attuata dalle più importanti case produttrici svizzere del segmento alto del mercato.
Tale limitazione ha di fatto tagliato fuori dal mercato le imprese artigiane di riparazione che si sono viste bloccare le forniture dei ricambi.
Come è facile immaginare, i danni arrecati da questa azione si riflettono anche sul consumatore finale, che è messo oggi nelle condizioni di non poter più scegliere liberamente il proprio orologiaio di fiducia.
Sull’argomento la stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto opportuno procedere ad un’indagine che, purtroppo, non ha prodotto azioni incisive.
Attualmente la situazione delle nostre imprese artigiane si è ulteriormente aggravata alla luce del fatto che anche le aziende che prestano un’assistenza autorizzata dalla casa non ricevono più, da qualche tempo, i pezzi di ricambio.
Le conseguenze di quest’atteggiamento dei produttori non possono che condurre alla chiusura di imprese con conseguente riduzione dell’occupazione.
Questa situazione preoccupa le nostre Organizzazioni, sia perché rappresenta un ostacolo al naturale ricambio generazionale degli imprenditori (nessun giovane si applicherà in anni di studio senza avere dinanzi a sé una prospettiva di sviluppo), sia perché costituisce un’inopportuna battuta d’arresto nel processo di qualificazione e riqualificazione professionale dei nostri imprenditori, per i quali è fondamentale l’aggiornamento tecnico.
Le nostre Associazioni hanno già provveduto alla raccolta di un’abbondante documentazione probatoria in numerosi Stati membri dell’UE, visto che il comportamento dei fabbricanti si attua, in maniera generalizzata, nell’Unione Europea.
La stessa documentazione è stata a suo tempo presentata in via riservata, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Una nostra delegazione si è più volte incontrata con l’Associazione dei grossisti ed importatori in Italia di orologi e di loro parti, recandosi anche in Svizzera per un confronto diretto con l’Associazione dei fabbricanti.
Tutti questi incontri non hanno sortito effetto alcuno.
Sulla base della documentazione raccolta in vari Stati membri dell’UE è stato messo a punto, dalla nostra Associazione Europea dei Riparatori Orologiai (CEAHR), sorta in ambito UEAPME, una segnalazione/denuncia che è stata già presentata alla Commissione, a Bruxelles.
A fronte di ciò, siamo a richiedere un intervento del Suo Dicastero, proprio alla luce dell’aumento del numero delle chiusure di imprese che si sta verificando.
Restiamo a disposizione per fornire copia della documentazione suindicata, auspicando un incontro per esaminare l’argomento più compiutamente.
Cogliamo l’occasione, illustre Ministro, per porgerLe i sensi della nostra più profonda stima.
IL PRESIDENTE
Unione Artistico e
Tradizionale – CNA
Coordinamento Orafi
(F. to Nino Tagliamonte)
IL PRESIDENTE
Confartigianato Orafi
Sezione Orafi
(F. to Luciano Bigazzi)
l'arroganza di queste aziende monopoliste è insopportabile....[
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