sempre a proposito di chiarezza.....dal sito DAGOSPIA.it di oggi:
UNA CORDATA AMERICANA AL COLLO DELLA ROMA?
Purtroppo la vendita della AS Roma non è un capolavoro di trasparenza e anche ai piani alti di Unicredit cominciano a chiedersi se il "pallone americano" non sia stato buttato in rete con troppa fretta.
Di sicuro la fretta c'è stata negli ultimi due giorni e soprattutto ieri quando al termine di una conference call tra Rosella Sensi, l'advisor Rothschild e i top manager di Unicredit Fiorentino e Peluso, si è sbarazzato il tavolo dalle altre offerte per dare un'accelerata alla proposta di acquisto degli americani.
Sembra davvero strano che per buttare nel cestino quattro offerte su cinque raccolte dagli avvocati in dossier voluminosi, siano bastate poche ore. Ad accelerare la trattativa in esclusiva con gli americani ha certamente contribuito la pressione della Consob, ma la sensazione è che le idee fossero chiare fin dal viaggio a New York di dieci giorni fa quando i big di Unicredit hanno incontrato i potenziali acquirenti.
Poi è arrivato il pasticcio incredibile dell'offerta del fondo di Abu Dhabi, primo azionista di Unicredit con il 4,9%, ma gli arabotti dopo un lungo silenzio hanno smentito clamorosamente.
Qui ci vorrebbe un centravanti dell'informazione per capire che cosa è successo ai piani alti di Unicredit dove se non arriva presto un vero esperto di comunicazione (a questo proposito si parla di Maurizio Beretta) il caos regna sovrano. La nebbia continua anche dopo la frettolosa conferenza telefonica di ieri perché nessuno si è premurato di chiarire con chiarezza l'identità di questi americani. In prima linea appare un uomo biondiccio e grasso di 61 anni che si chiama Thomas Di Benedetto che si occupa di software industriali ed è socio di minoranza della società che ha comprato il Liverpool.
Sul "Messaggero" di oggi, che esulta per la cessione agli americani, si legge che questo personaggio siede in tre consigli di amministrazione di società finanziarie, tra Boston e New York, e si muove in compagnia di altri soci dal profilo misterioso che hanno perso valanghe di soldi nello sport americano e nel calcio europeo.
Tra questi un certo Julian Movsesian che si occupa dal 1985 di assicurazioni nella sanità e continua a dichiarare di essere orgoglioso di mettere i piedi all'Olimpico. È davvero troppo poco per saperne di più e genera un grande sospetto il fatto che questo Di Benedetto dall'aria paciosa e la faccia carnosa sia sfuggito finora a qualsiasi dichiarazione.
Rosella Sensi L'unica cosa certa è che la vendita della squadra non libererà Unicredit dal pallone; la banca dovrà continuare a finanziare gli acquirenti e a restare con il 40% delle azioni tra le mani fino a quando qualche costruttore romano come Parnasi non entrerà in campo.
Nel weekend gli americani dovranno chiarire meglio le loro intenzioni, ma qualcuno un giorno dovrà spiegare se le cinque offerte pervenute lunedì scorso non sono servite soltanto per alzare il prezzo dentro una grande sceneggiata.