è sempre difficile stabilire il limite che porta un atto, da essere una "reazione esagareta e irrazionale" a essere "legittima difesa".
è chiaro che fino a che non si è dentro la cosa, è più facile avere un'opinione, che è basata evidentemente su come "pensiamo" che reagiremmo in tali situazioni.
fatta la premessa,
sopra avevo fatto l'esempio di come si potesse valutare con una certa trasparenza, come la reazione al primo evento (la rapina dal tabaccaio) fosse un po' esagarata; nel senso che, una volta "scampato" il pericolo (magari di essere stati minacciati) una persona - ancora certamente scossa - dovrebbe preoccupersi più di sè, di chiamare la polizia per la denuncia, ecc...
se il rapinatore, dopo le minacce, ruba e scappa...se io prendo su la pistola lo inseguo, sparo colpi a dx e sx per una piazza tentando di centrarlo, scusatemi, ma la cosa diventa un atto lucidamente premeditato.
è una pura vendetta fatta da sè
tipo giustiziere.
e allora lì, per forza di cose, anche chi ha inizialmente subìto un torto, una violenza psicologica, diventa anch'esso soggetto violento e irresponsabile (cosa sarebbe successo se con un colpo centrava un passante o un bambino o un vigile..ecc??)
dico che, oltre alle rapine, ci son tanti altri motivi per cui ci potremmo trovare minacciati, impauriti, violentati psicologicamente..e se tutte le volte che accade, ritenessimo tutti legittimo - o peggio, ci fosse consentito di farlo dalla legge - reagire con una pistolettata o un atto molto violento, be...sarebbe il far west in ogni angolo di mondo (più di quanto non lo sia già)
diversamente, nel caso del gioielliere, stava subendo violenza fisica...
una violenza fisica, ben visibile dalle condizioni in cui è stato fotografato poco dopo
era chiaramente in una situazione in cui qualcuno lo stava sovrastando fisicamente...e la reazione "immediata" alla violenza in atto è stata quella di difendersi con un atto altrettanto violento e veloce, come lo sparo.
ma lo capisco.
era a 2 pugni da finire in coma, uno conciato in quelle condizioni.
e la sua reazione è stata in un certo senso legittima.
la sua vita era in pericolo nel medesimo momento in cui "sparava" ai rapinatori..
mentre nel primo caso, i rapinatori ormai l'avevan fatta franca, e per quanto gli fossero potute girare e si potesse sentire inerme e poco protetto dallo stato (magari non era la prima volta, anzi) la reazione dell'inseguimento con spari tra la folla, è qualcosa che ha un aspetto violento e oltremodo irrazionale che va punito.
a prescindere dal discorso sugli stranieri o italiani, ritengo che il discorso debba rimanere nella sfera di "cosa riteniamo sia lecito fare" in certe situazioni.
e nell'ambito di quello che "si può", giudicare e stabilire quando è stato fatto qualcosa che è "andato oltre"
o se è stato qualcosa che "rientrava" nei comportamenti umani di legittima difesa della propria sopravvivenza.
magari mi sbaglio
ma sono pronto a scommettere che a questo gioilliere saranno concesse TUTTE le attenuanti del caso
e sarù giudicato - giustamente - molto diversamente dal tabaccaio.