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Andrea80 ha scritto:
ehehehhe sembra pure che la rolex si stata la prima a disegnare quella linea per il submariner...
fatti non pugnette!!! [][][][][]
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vuoi i fatti?
eccoli:
dalla rivista orologi:
la nascita del microtore
Con il lancio del calibro UG 66 del 1966 - del quale il calibro UG 100 del 2006 rappresenta una riedizione commemorativa - Universal Genève aveva messo a frutto un intenso lavoro di ricerca sui movimenti automatici iniziato oltre vent'anni prima.
Il punto di partenza di questo interessante percorso può essere collocato alla fine degli anni '40, quando la Universal Watch Factory, Perret & Berthoud Ltd - questo, all'epoca, il nome della Casa - presentò il calibro UG 138 che equipaggiava un orologio automatico da uomo. Si trattava di movimento di 28,20 millimetri di diametro e 4,85 millimetri di spessore, con indicazione di ore, minuti e piccoli secondi; il bilanciere oscillava alla frequenza di 18.000 alternanze orarie mentre il rotore, collocato al centro del movimento, faceva una parziale rivoluzione di 315° ed era bloccato da due molle cilindriche fissate sulla platina principale. Dal calibro UG 138 derivarono, all'inizio degli anni '50, il calibro UG 138.SS-SC, con secondi al centro, e il calibro UG 138.C.C., con data e piccoli secondi.
Fin dall'inizio degli anni '50, intanto, la Casa intensificò le sue ricerche sulla tecnologia del microrotore. Dopo la messa a punto di una massa oscillante capace di ricaricare l'orologio in entrambe le direzioni di oscillazione (brevetto dell'8 novembre 1952), finalmente, il 27 maggio 1955 veniva presentata la richiesta di brevetto del primo calibro Universal Genève con microrotore integrato nel movimento e oscillante su un asse di rotazione decentrato, denominato UG 215 (brevetto n. 329805, pubblicato il 30 giugno 1958). La Casa, intanto, sulla scia del successo del modello Polerouter, disegnato nel 1954 da Gérald Genta ed equipaggiato con il calibro UG 138 SS, aveva cambiato il suo nome in Manufacture des Montres Universal, Perret Frères SA in Carouge-Genève, aprendo il suo nuovo centro operativo a Carouge, in Place d'Armes, e conservando come showroom lo storico edificio di Rue du Rhône.
Il nuovo calibro con microrotore UG 215 misurava 28 millimetri di diametro e 4,10 millimetri di spessore, aveva un bilanciere che oscillava a 18.000 alternanze orarie e garantiva una riserva di carica di 48 ore. Negli anni immediatamente successivi al suo lancio diede vita a un'intera famiglia di movimenti, via via perfezionati in base alle nuove conquiste tecniche: dal modello-base con indicazione di ore, minuti e secondi, derivarono il calibro UG 215.1, di 5,15 millimetri di spessore, con indicazione della data, e il calibro UG 215.2, con le stesse funzioni ma di spessore ridotto (4,70 millimetri). Rispetto alla famiglia dei calibri UG 138, era stato semplificato il sistema di ricarica automatica, ridotto lo spessore (incluso quello dei modelli con data) e migliorato il comfort in relazione alle vibrazioni provocate dalla massa oscillante. Come già in passato, Universal Genève aveva così contribuito in maniera decisiva allo sviluppo della tecnica orologiera, ponendo solidissime basi per la realizzazione di un'intera gamma di movimenti automatici extrapiatti, tra i quali il leggendario UG 66, di soli 2,5 millimetri di spessore.
Il percorso che avrebbe condotto a questo importante traguardo passò attraverso diversi movimenti, a partire dal calibro UG 218.2 montato sul Polerouter Date, al quale spettò il compito di rimpiazzare il famoso UG 215.2 e rispetto al quale presentava un nuovo sistema di regolazione e, dunque, maggiore precisione. Seguirono i calibri UG 68 e UG 69: il primo di 4,10 millimetri di spessore e indicazione di ore, minuti e secondi; l'altro, con l'aggiunta del disco del datario, di 4,70 millimetri di spessore. In entrambi i casi erano stati usati nuovi accorgimenti, tra i quali un trattamento chimico definito "stop-oil" atto a prevenire le increspature del lubrificante sulle superfici trattate e, quindi, a ridurre la frequenza delle periodiche revisioni del movimento. I due nuovi calibri presentavano, inoltre, una nuova geometria del microrotore e garantivano una riserva di carica di 55 ore. Tra gli altri modelli, fu equipaggiato con il calibro 68 un Polerouter Sub con due corone.
Finalmente, durante la Fiera di Basilea 1966, fu presentata la linea Golden Shadow, una famiglia di orologi extrapiatti particolarmente eleganti, la cui realizzazione era stata resa possibile grazie al nuovo calibro UG 66: un movimento con indicazione di ore e minuti, di 28 millimetri di diametro e soli 2,50 millimetri di spessore, con bilanciere monometallico autocompensante oscillante a 19.800 alternanze orarie e sistema antiurto "Super-choc Incabloc". Numerosi gli sviluppi del calibro UG 66, i quali testimoniano la costante ricerca di perfezione da parte della Universal Genève: dapprima l'UG 1-66, così rinominato in seguito a un miglioramento tecnico del sistema di ricarica, e il calibro UG 1-67 (con data, di 3,10 millimetri di spessore); quindi i calibri UG 2-66 e UG 2-67.
Negli anni '70 fu la volta dei calibri UG 71 e UG 72, utilizzati nella linea Polerouter III: il primo, di 3,90 millimetri di spessore, aveva i secondi al centro e la data; l'UG 72, invece, di 4,60 millimetri di spessore, mostrava anche il giorno della settimana. Entrambi avevano caratteristiche analoghe alla famiglia dei calibri UG 66, dai quali derivavano, ma con un diametro leggermente più piccolo (27 millimetri anziché 28) e un nuovo tipo di bilanciere, oscillante alla frequenza di 21.600 alternanze orarie.
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