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Post - Roberto B

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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 17, 2024, 10:23:09 am »
Mi spiace non si sia compreso il senso del mio intervento.

Speravo si riuscisse a capire che non c'è nulla di positivo nel ritenersi migliori degli altri e che ci possono essere mille ragioni, non stereotipabili, che portano a determinate scelte.




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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 17, 2024, 07:53:20 am »
La mia conclusione (semplicistica) è:

1) Chi ha un Rolex crede di possedere il n° 1 degli orologi! (Come Verisure per gli allarmi ;D)
2) Si considera un appassionato collezionista, conoscitore di orologeria.
3) Cosa più importante crede che gli altri lo considerino così.
Insomma vive una realtà virtuale ma si sa la pubblicità porta i cervelli all'ammasso, la pubblicità ti fa sembrare la mer...a Nutella e noi ne siamo le vittime, magari essendo discreti conoscitori la sfanghiamo con Rolex ma quanta altra mondezza compriamo pensando sia la migliore perchè ce lo dice la pubblicità?

Non trovo esaustiva questa "conclusione semplicistica" che ignora la caleidoscopicità dell'essere umano.  :)

Cercavo, nel mio intervento immediatamente precedente al tuo, di sottolineare l'importanza di una visione ampia ed aperta in una logica di dialogo e confronto.

Diversamente non saremmo molto diversi dai "fanboys" del marchio se adottiamo un approccio "talebano" con un senso di superiorità più o meno palese...

Ribadisco quanto espresso nei miei interventi precedenti, non ho cambiato idea ovviamente, non condivido la logica di questa come di tante altre Maison, che in estrema sintesi propongono oggetti industriali al medesimo prezzo di alcuni orologiai indipendenti in grado di crearti anche un modello personalizzato. Però non mi piace esprimere a priori un giudizio negativo su un'intera categoria di acquirenti fra i quali saranno certamente presenti (per la logica dei grandi numeri) anche dei cultori della materia.

 


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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 17, 2024, 03:21:03 am »
Con la debita premessa che questo topic è certamente molto interessante ed in gran parte condivisibile nei suoi contenuti, ritengo però importante sottolineare l'importanza di mantenere una visione ampia. Comprendo le personali convinzioni ma da questo ad erigerle a verità assolute ce ne passa ed anche tanto.

Come sempre, quando si cerca di stigmatizzare il prossimo e le sue scelte, applicando i propri credo e pensieri, si traspone se stessi ma non si inquadra certamente il pensiero altrui. L'animo umano è troppo complesso e variegato per essere ridotto ad un sistema di "massa" ed inesorabilmente chi lo applica, pur (come da premessa) partendo da principi condivisibili, si ritrova deficitario.

Deficitario perché non si riconosce il libero arbitrio, perché si utilizzano termini assoluti (quasi da inquisizione) o come sottolineato da Bug04 da "processo", perché quanto ci si erige al di sopra degli altri (dove nessuno ci ha posto od eletto) subentra un principio ostile, l'interlocutore si chiude e non vi è spazio per il confronto e reciproco arricchimento. Non vi è spazio perché siamo i primi a non crearne i presupposti.

Sono piccole consapevolezze, possiamo accettarle o meno, siamo sempre e comunque liberi di fare le nostre scelte, sta a noi però capire se vogliamo essere come "Cassandra" o decidere di comunicare ad un livello diverso, comunicativo ed aperto e forse essere compresi o quantomeno ascoltati.   

Faccio un paio di esempi volutamente personali, chi mi conosce sa che non mi definisco un collezionista, credo piuttosto di avere una raccolta eterogenea di modelli spesso fuori dalle logiche che muovono la maggioranza delle persone ma possiedo anche un Rolex Cellini ed un Oyster (per la precisione non mio ma è un regalo che ho fatto a mia moglie).

Parto da lei, fin da quando era bambina lo ha sempre sognato, il padre (a cui è profondamente legata) aveva ed ha un Submariner e lo aveva idealizzato nel tempo, di sicuro non posso supporre che sia stata condizionata all'età di 10 anni da logiche "totem", investimento, speculative o altro. 

Nel mio caso invece ho avuto in regalo il Cellini in oro bianco (dalla meccanica definita qualche post prima mediocre, affermazione abbastanza fastidiosa) nel 2015 per gli obiettivi raggiunti al lavoro.

Se seguo quanto scritto nei post precedenti, dove ci poniamo? Dobbiamo smettere di indossarli per non apparire agli occhi di quella fascia di persone che si reputano degli "illuminati", sporchi, ignoranti, biechi e negletti? Non mi sembra il caso.

Spero sia chiaro il mio intendimento, che riassumo: siamo liberi di avere le nostre opinioni ma non bisogna stupirsi se non verranno comprese quando pensiamo (arbitrariamente) di possedere la verità assoluta e di poter giudicare e stigmatizzare la società ed il prossimo.

Per rendere il Topic più "divertente" (solo testi diventa noioso) agevolo foto:



 

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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 12, 2024, 11:01:46 am »
Condivido, non senza un pizzico di "sconforto", le tue considerazioni.
Parlo di sconforto perché se è vero che hanno determinato uno stimolo per il mercato, risultano "leggeri" verso tutto quello a cui io attribuisco valore. Concetto che ho già espresso precedentemente ed evito (per il bene comune) di ripetermi.  :D



Io mi riferisco al contributo alla storia dell’orologeria, che non è necessariamente e solo legato all’innovazione (che Rolex certamente non può vantare).

Secondo me Rolex porta spesso a giudizi polarizzati, più che equi.
Da un lato, i molti che l’acquistano nell’illusione sia il non plus ultra di pregio, tecnica, contenuti, esclusività, dall’altro chi la associa esclusivamente a quel tipo di platea.

Perché’ Rolex avrebbe un ruolo primario nel settore? Proprio gli elementi che hai citato: percezione, brand, design, sogno collettivo (oltre ad essere stata, ad esempio, tra i pionieri degli impermeabili).
È diventata leader di settore, gli ha dato massa critica e questo ha inevitabilmente contribuito a determinare la storia dell’orologeria, perché ne ha alimentato l’indotto, la competizione, l’incentivo di terzi a entrare nel settore, l’alternativa in offerte e la sfida a proporre alternative migliori e a innovare per creare vantaggio competitivo contro un brand meno innovativo ma più solido.

Senza Rolex, credo che il settore oggi sarebbe diverso. Migliore? Peggiore? Non lo so, ma diverso. E questo di per se significa per me che Rolex ha contribuito a determinare la storia dell’orologeria.

Poi, come qualsiasi realtà di larghi volumi, molte persone l’ acquistano senza piena consapevolezza di pregi, difetti, valore intrinseco o alternative.


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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 12, 2024, 10:36:19 am »
Rolex ha indubbiamente contribuito in prima linea alla storia dell’orologeria, e questo ne determina un valore intangibile.
Inoltre, fa begli orologi, nella loro dimensione. E, in termini di value for money (parlo di list price ovviamente), forse si posiziona meglio di molti altri.
Dal punto di vista tecnico l'unico contributo tecnico che Rolex ha vagamente dato all'orologeria da polso è la diffusione delle casse impermeabili. Dal punto di vista meccanico ha prodotto dei robusti calibri automatici (ma come tantissimi altri) e solo recentemente si è sforzata di realizzare un calibro cronografico (prima ha incassato Vlajoux e poi Zenith, la cui frequenza è stata ridotta per la bufala della ricerca di maggiore robustezza).

Concordo, certamente hanno contribuito alla diffusione di modelli impermeabili ma come già detto non l'hanno inventato loro.

Rimane pertanto la mia domanda, cosa ha introdotto che ha segnato (leggasi innovato) la storia dell'orologeria?

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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 12, 2024, 09:09:22 am »
Capisco, ma non sarei così manicheo.
Rolex ha indubbiamente contribuito in prima linea alla storia dell’orologeria, e questo ne determina un valore intangibile.
Inoltre, fa begli orologi, nella loro dimensione. E, in termini di value for money (parlo di list price ovviamente), forse si posiziona meglio di molti altri.
Per molti, può aver rappresentato l’ingresso nell’orologeria (immaginandolo come il riferimento), ciò magari avendo dato poi la possibilità di maturare maggiori conoscenze, esperienze, prodotti, lavorazioni, etc.
C’è chi conosce solo Rolex (perché magari cerca un gioiello più che un orologio o perché vuole esibire qualcosa che crede esclusivo senza avere una enorme passione per l’orologeria, o per tanti altri motivi), ma esistono anche possessori di Rolex “consapevoli”.

Premesso che ogni opinione è legittima ed apprezzabile in questo spazio libero che ci viene offerto. Sarei curioso di approfondire il tema sul ruolo di Rolex nella storia dell'orologeria che hai citato.

Cerco di spiegarmi, certamente se parliamo di percezione, di brand, di processo industrializzato, di creazione di un "sogno collettivo" sono concorde. La domanda che ci si potrebbe porre è se quanto sopra definisce la storia dell'orologeria oppure è un qualcosa che è più legato a fenomeni di comunicazione, percezione ed infine sociologia.

Faccio alcuni esempi su alcune invenzioni ed innovazioni:
- Perrelet: invenzione del sistema a carica automatica;
- Louis Moinet: inventore del cronografo;
- Ulysse Nardin: spirale in silicio;
- Breguet: invenzione del Tourbillon;
- Illinois e Whaltam: invenzione orologio impermeabile
- Omega: orologio subacqueo.

Rolex, considerando unicamente la componente "tecnica", lo associo a ricerca e sviluppo, standardizzazione dei processi produttivi, controllo qualità, affidabilità, precisione e (purtroppo) riduzione delle ore necessarie di un orologiaio per ciascun segnatempo prodotto a meno di 3 ore.
Tutti aspetti che poco hanno a che vedere con la nostra passione e personalmente la riduzione dell'intervento umano (per me) è quanto di meno desiderabile si possa fare.

Ben venga se qualcuno più addentro di me nel mondo Rolex mi illumina su aspetti od innovazioni che il marchio ha introdotto per primo e che pertanto permettono di considerarla come parte integrante della storia dell'orologeria intesa come innovazione.

P.S. a scanso di equivoci, non sono contrario al Brand, possiedo sia un Cellini in oro bianco che (mia moglie) un Oyster ma si inseriscono in un contesto molto ampio.

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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 11, 2024, 21:46:59 pm »
ad esempio al costo di un coronato di media fascia, io mi sto facendo creare il "mio" solotempo, da un indipendente che ha una produzione di circa 50 orologi all'anno. Siamo partiti da un suo modello e poi ho chiesto modifiche al quadrante, alle sfere, alla corona, al rotore... con lavorazioni Guilloché “barley pattern”, sfere Breguet, calibro completamente lavorato a guilloché e scheletrato a mano, viti azzurrate a fuoco... Ponti a ramage rodiati, elementi azzurrati e la platina annerita guilloché sul fondello a vite con vetro zaffiro.

Alla fine, come già ricordato, spenderai meno di quanto avresti pagato per un Daytona industriale, che i moderatori/commercianti di altri forum tentano disperatamente di rivalutare per non perdere gli "investimenti" fatti negli ultimi due anni.

Naturalmente mi aspetto un'adeguata presentazione!  ;)

Sensibilmente meno di un Daytona. Per avere però un orologio fatto da un orologiaio appositamente per me e non da una fabbrica per 1.000.000 di sconosciuti acquirenti.

I tempi sono abbastanza lunghi, ci vogliono fra i 10 ed i 12 mesi per averlo ed a me ne mancano almeno altri 4. Anche in questo caso però l'attesa è comunque inferiore rispetto a quella di un prodotto industriale (siamo al paradosso).

Ovviamente non mancherò di presentarlo. Sono di natura prolisso nelle presentazioni (come è logico che sia arrivando da un lungo percorso) ed a quel punto sarà un problema vostro leggere.  ;D


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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 11, 2024, 16:33:17 pm »
Caro RobertoB, innanzitutto benvenuto tra noi, io però mi chiederei di tutti i rolez dei tuoi colleghi, quanti sono patacche?
Questo per dire quanto bisogno ci sia di ostentare e ad ogni costo.
Io mi sto allontanando dal mondo dell'orologeria per questa banalizzazione sia della clientela sia dei costruttori che avendo capito quanto banale sia  la clientela ne approfitta per prenderla in giro tanto in fondo a loro piace così.

Grazie per il benvenuto.

Condivido quanto hai detto ed il ragionamento sulla "necessità" di ostentare, non lo avevo specificato semplicemente perchè già esposto nei commenti precedenti.

Però esistono le alternative per non sottendere alle logiche del mercato ed allontanarsi da questa passione, compresi gli orologiai indipendenti, che non sono necessariamente al di fuori dal mondo e delle possibilità economiche "umane".

Ad esempio al costo di un coronato di media fascia, io mi sto facendo creare il "mio" solotempo, da un indipendente che ha una produzione di circa 50 orologi all'anno. Siamo partiti da un suo modello e poi ho chiesto modifiche al quadrante, alle sfere, alla corona, al rotore... con lavorazioni Guilloché “barley pattern”, sfere Breguet, calibro completamente lavorato a guilloché e scheletrato a mano, viti azzurrate a fuoco... Ponti a ramage rodiati, elementi azzurrati e la platina annerita guilloché sul fondello a vite con vetro zaffiro.

Il bello di questa società (in mezzo a tante brutture) è che le alternative esistono, bisogna desiderarle. Chiaramente con un minimo di disponibilità economica.

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Orologi e Co... / Re:Discussione sociologica sulla marca Rolex
« il: Giugno 11, 2024, 15:18:51 pm »
Vi ringrazio per aver sollevato questo argomento, interessante spunto di riflessione ed approfondimento. Gran parte dei ragionamenti fatti possono essere condivisibili. Il punto cardine, tolti gli interessi che accomunano qualsiasi azienda, rimane aperto e non spiegabile univocamente data la caleidoscopicità dell’essere umano e delle dinamiche sottese. Non faccio riferimento nello specifico alla marca da voi citata ma a quell’insieme di realtà ad essa assimilabili.

Non ribadisco quanto esposto che sarebbe noioso oltreché poco utile, provo invece a dare qualche altro spunto di riflessione. Superato il tema dello “status sociale”, considererei anche l’analisi di un depauperamento culturale, l’individualismo libero e pensante soppiantato da un desiderio di omologazione, pari fra paria. Non si tende od anela a distinguersi, non vi sono i presupposti e nemmeno le capacità e competenze. Per distinguersi sono necessari personalità, cultura, carattere, bisogna sapere cosa, dove e perché. Aspetti che in una società sempre più veloce e consumistica non trovano spazio di espressione. Non vi è il tempo e nemmeno il modo, si deve fruire subito e consumare velocemente. L’interesse, la ricerca, lo studio, il percorso di avvicinamento e di scelta, richiedono consapevolezza ed essere disposti anche (per estremizzare) all’errore, in un processo di continua crescita ed evoluzione.

Al contrario questi “beni universalmente riconosciuti” liberano da tutto questo, non devi fare nulla, sapere, studiare, qualcuno lo ha già fatto per te, sono un bene rifugio. Rifugio da cosa? Dalla necessità di pensare…   

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Orologi e Co... / Re:Presentazione Martin Braun Luminator
« il: Maggio 17, 2024, 09:52:19 am »
:o... Davvero particolare! Mi piacciono molto le sfere!

Anche quelle vitone nelle anse sono davvero particolari!

Un orologio particolare (sono a tre "particolare") ma al tempo stesso semplice!

Non so se si è capito ciò che intendo

Complimenti Roberto! Orologio che prendi perché SAI non perché te lo sbattono in faccia!

Grazie Gilberto.

Si le sfere a dardo sono molto piacevoli da guardare.

Sono felice tu lo abbia trovato 3 volte "particolare"  :D

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Orologi e Co... / Presentazione Martin Braun Luminator
« il: Maggio 17, 2024, 09:38:48 am »
Oggi avrei voglia di presentare un orologio semplice, essenziale. Non spicca per innovazione, calibro o altro. Perché allora l’ho acquistato? Perché questa è una “malattia”, ci si affeziona ad una Maison, se ne segue il percorso, i sogni, i successi ed i fallimenti ed in qualche modo si crea un legame. Avevo voglia di avere un Martin Braun nella mia raccolta ed ho trovato in Canada questo splendido Luminator, originariamente venduto in Italia ed oggi (fortunatamente per me) ritorna in Patria.

Ho sempre apprezzato la Maison Martin Braun ed in particolare l’alea di questo orologiaio, geniale e sregolato, con una dose fantastica di creatività e capacità di innovare (che gli hanno consentito di ottenere molteplici riconoscimenti internazionali) accompagnata purtroppo da una gestione imprenditoriale non adeguata.
Dopo gli esordi nel 2000 come indipendente e la presentazione a Baselworld della propria linea di segnatempo nel 2001, entra nella sfera del gruppo Frank Muller nel 2007, cedendo il 52% delle quote, per poi uscirne dopo un epilogo pieno di dissidi e conseguente perdita del suo stesso marchio.

Nel 2009 rifonda un proprio Brand dal nome Antoine Martin e la prima collezione viene presentata nel 2011 a Baselworld ma anche quest’ultimo pur avendo prodotto alcune autentiche pietre miliari quali, ad esempio, lo “Slow Runner” un orologio ad 1 Hz ovvero 7.200 A/h ed il Tourbillon Astronomique, non sembrerebbe essere più attivo ed anche il loro sito internet da molti mesi riporta un laconico “coming soon” che non arriva. Dal 2022 sembrerebbe essere attiva una collaborazione con Schaumburg per la produzione dello storico EOS con le funzioni di alba e tramonto ma non ho trovato altre informazioni e soprattutto fonti certe.

Luminator:
Mentre gli altri modelli di Martin Braun dei primi anni 2000 tendevano maggiormente verso uno stile “classico”, il Luminator è leggermente più audace e più casual. Il design del quadrante si sviluppa su tre livelli: il centro è posto in secondo piano mentre il bordo esterno del quadrante è sollevato e sopra quest’ultima parte in “rilevo” sono applicati indici e numeri. Gli indici contengono Luminova così come le sfere in acciaio lucido. L'orologio Presenta le lancette a forma di freccia (dardo).
La cassa misura 39 mm di diametro corona esclusa. Il movimento è un normale ed affidabile ETA 2824, visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro e si possono apprezzare le lavorazioni del calibro a Côtes de Genève e le viti azzurrate. Sia il nome di Martin Braun che il logo sono entrambi incisi sul rotore.

Agevolo foto:





Per gli amanti dei corredi:





Ringrazio Nematos, (Davide Munarietto) per la fantastica revisione effettuata e di cui favorisco le foto delle varie fasi:







Per chi fosse interessato ad altre informazioni sul sito di Martin Braun sono riportati i passaggi fondamentali, che incollo brutalmente di seguito con traduzione fatta da Google non revisionata:

STORIA

Martin Braun fa parte di una dinastia di orologiai ed è nel settore da tre generazioni. La passione di Martin per il cronometraggio risale alla sua giovinezza. Durante il suo apprendistato, è stato così coinvolto nella complessa meccanica dell'orologeria che ha deciso di fare sul serio per creare modelli unici. Per prima cosa, ha assemblato un orologio da tavolo in ammonite unico nel suo genere, dotato, tra le altre cose, del leggendario regolatore del movimento inventato dal famoso orologiaio inglese Graham. Insieme a suo padre, Martin Brown ha restaurato vecchie rarità e movimenti insoliti, per i quali ha realizzato custodie. Questi includevano meccanismi per campioni e calendari perpetui. "Durante questo periodo", ricorda Martin, "ho acquisito un'esperienza inestimabile che mi ha permesso di realizzare casse per movimenti e pezzi di ricambio per calibri costruiti oltre 100 anni fa.
Nel 1998, Martin ha organizzato una serie di seminari sulle complicanze del movimento e ha invitato chiunque fosse interessato a partecipare. Persone provenienti da tutto il mondo hanno partecipato ai seminari (che ora sono gestiti da Schaumburg Watch) per ampliare la loro conoscenza della meccanica orologiera. E nel frattempo ho continuato il lavoro sulla EOS, che avevo iniziato nel 1995. Di tutti gli orologi che ho assemblato, questo merita un'attenzione speciale. Ho passato un anno intero a calcolare gli orari dell'alba e del tramonto e a creare un programma per computer corrispondente. Nell'autunno del 2000 è stata presentata la leggendaria EOS che è diventata rapidamente un biglietto da visita per l'orologeria, vincendo diversi prestigiosi premi professionali.
"Nell'aprile del 2001, Martin Braun ha partecipato per la prima volta alla Fiera di Basilea, dove ha presentato EOS a un vasto pubblico. A quel tempo, aveva già il suo primo dipendente: non era più in grado di gestire il volume di lavoro richiesto da solo. La sua manifattura impiegava solo orologiai altamente qualificati e controllori di qualità esperti per garantire la qualità dei suoi movimenti e orologi. Nel 2002, Martin Braun ha introdotto un nuovo prodotto nel mondo dell'orologeria, Boreas, l'equivalente EOS, a cui è stata aggiunta un'altra funzione astronomica: l'equazione del tempo. E ancora un grande successo e una nuova vittoria, questa volta negli Stati Uniti, in una competizione per scoperte innovative. Successivamente, alla Fiera di Basilea, Martin Braun ha presentato il rivoluzionario modello eliocentrico con un quadrante che riflette la posizione della Terra sull'orbita solare e mostra l'attuale segno zodiacale.
Probabilmente il modello più sofisticato di Martin Braun è l'Astraios, che combina le caratteristiche dell'Heliocentric e della leggendaria EOS. Tutte queste ingegnose aggiunte sono uniche nel mondo dell'orologeria e protette da una varietà di brevetti. Quello che segue è stato l'anno del Notos, che è più simile a un orologio da tempo che a un orologio da polso. Il Notos mostra indicazioni davvero uniche, come l'angolo del sole rispetto all'equatore o l'indicatore del mese, che segna la differenza minima e massima tra l'ora solare e l'ora terrestre. Oltre a queste complicazioni, la funzione tradizionalmente complessa dell'equazione del tempo è considerata banale.
Braun ora vive e progetta i suoi straordinari orologi a Sarnen, in Svizzera, e i suoi capolavori sono apprezzati dagli amanti degli orologi di lusso di tutto il mondo. Dal 2022, il marchio di orologi Schaumburg produce modelli come l'EOS in stretta collaborazione con Martin Braun.

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Orologi e Co... / Re:Presentazione Louis Moinet Metropolis Magic Blue
« il: Maggio 17, 2024, 08:50:11 am »
Non so che dirvi per la lunetta. A me piace.

Il punto sostanziale è che è uno dei caratteri distintivi della produzione di Louis Moinet. Chiaramente si è evoluta nel tempo ma nei suoi stilemi fondamentali è sempre la stessa anche nell'attuale collezione.

Magari in futuro evolverà o verrà modificata ma oggi questa lunetta è un po' come il logo del Cavallino rampante per la Ferrari (con le debite specificità e differenze). "Non so se mi sono capito".  :D

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Il Caffè di Orologico / Re:Aste di orologi nel 2024
« il: Maggio 17, 2024, 06:35:45 am »
Sono l’unico a cui quei prezzi piono altissimi?

Se parli di importi intesi in termini assoluti potrei concordare.

Qui però non si parla di 8 orologi ma di Michael Schumacher. Quindi è andato all'asta il "mito" e la voglia di possedere un oggetto appartenuto al pilota.

Il valore degli orologi in quanto tali è sicuramente di molto inferiore ma questo aspetto è trascurabile agli occhi di un appassionato del pilota. Potremmo poi entrare nel loop se si sia trattato di appassionato, collezionista, speculatore... ma è un altro discorso.

Faccio un ulteriore esempio (con tutti i distinguo del caso), un cappotto nero appartenuto a Marilyn Monroe è stato aggiudicato per 175.000 dollari. Non è certamente il valore del cappotto. Anche in questo caso ne deriva che è stato messo all'asta il "mito".

Gli esempi potrebbero essere infiniti...

 

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Il tema è molto interessante, meriterebbe una riflessione ed un'analisi approfondita.

Ad esempio il proprietario di una oreficeria/orologeria vicino a casa (a Milano), negli anni, ha perso tutti i marchi più importanti, rimanendo di fatto con quelli da "centro commerciale".

Non avevamo affrontato nello specifico il tema, mi aveva però spiegato che per avere certi Brand era necessario assicurare un determinato volume d'affari, di vendite e l'acquisto sia delle referenze facilmente commercializzabili che di quelle praticamente impossibili da vendere.

Se ci si riflette, non è un caso isolato, anzi, è una prassi comune, funziona identicamente per pelletteria, profumeria, automobili...

Almeno puoi comprarti un MeisterSinger...  :D

P.S. L'Eberhard l'hai poi acquistato?



 

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Il Caffè di Orologico / Re:Aste di orologi nel 2024
« il: Maggio 16, 2024, 20:47:10 pm »
Bellissima asta e fantastici gli 8 orologi appartenuti a Schumacher.

Sicuramente in questa rincorsa al profitto ed alla speculazione unito al (presunto) facile guadagno, ci hanno in passato guadagnato in molti ed a tutti i livelli, dalle Maison con continui e ripetuti aumenti dei prezzi di listino (non tutte ma molte), ai concessionari, ai resellers ed anche siti specializzati, amministratori di forum ed infine affaristi (quelli con il pelo).

Il mercato sembra però lentamente tornare ad una fase di "normalizzazione", lasciando sul campo, presunti esperti, ciarlatani, venditori di fumo e purtroppo anche tante incaute persone che abbagliate dalla "corsa all'oro" si sono avventurate in un campo che non gli apparteneva.

Tutto questo ha distorto il mercato, rendendolo spesso un luogo "inospitale" per gli appassionati che consapevoli del reale valore dei beni, si sono trovati nell'impossibilità (deontologica in primis) di acquistare a prezzi fuori mercato.

Come hai detto le aste, stanno dando dei segnali importanti, i lotti che per varie ragioni non si adeguano al mutato scenario rimangono quasi sempre invenduti, mentre quelli con prezzi corretti o senza prezzo di riserva, chiudono con aggiudicazioni nettamente inferiori a quelle di due anni fa.

Chiudo dicendo che ai prezzi di aggiudicazione bisogna sempre aggiungere circa un 30% fra diritti d'asta e spedizione ed un ulteriore 22% (abbondante) fra dazi doganali ed iva, se l'asta avviene al di fuori della Comunità Europea.



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