1
Il Caffè di Orologico / Re:Ci risiamo...stavolta la faccenda e' pericolosa..colpo in canna....
« il: Ottobre 25, 2013, 17:37:39 pm »
ma i 5 da dove provengono?!
Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.
l'orologio non è affatto brutto , anzi... purtroppo pero' come abbiamo sempre detto , i prezzi di ogni maison dovrebbero necessariamente essere coerenti con l'immagine che quella maison ha ....
purtroppo uno Zenith da 7k euri .... mah..
Mi spiace perchè a 2500/2700 .... farebbe una vera fortuna....
beh d'altronde, non hanno imparato niente da noi........potevano capire come fare per eliminare il barca no?
Sarò esplicito
Perrelet è indegna del nome che porta, solo fumo.
Vulcain è stata una casa di grande prestigio invece, per il suo svegliarino Cricket, l'orologio dei Presidenti, di cui ho avuto occasione di studiare qualche cosa. Ma sarebbe argomento da area vintage
Eccolo l'orologio di Perrelet.Grazie Alan! stavo per far notare infatti come Breguet, come risulta anche dall'articolo su fornitoci da Patrizio, avendo acquistato degli automatici da Perrelet provò a riprodurli ma i difetti di carica erano evidenti.
L'automatico di Perrelet probabilmente non caricava, non tanto a causa dei fattori tecnici ma soprattutto per quelli "culturali".
La massa oscillante aveva scarsa inerzia: più pesante al centro e più sottile (quindi leggera) in periferia, il contrario del modo corretto in cui vengono costruite oggi.
L'orologio, risiedente nel panciotto, subiva movimenti verticali, i quali non influenzavano molto la massa oscillante.
Provate a mettere il Vostro orologio automatico nella tasca della giacca o della camicia, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.
Purtroppo si perse la memoria dell'orologio automatico di Perrelet e solo nel 1949 venne ritrovata da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.
Comunque, caro Emanuele, non è possibile che Perrelet abbia influenzato i successivi sviluppi della meccanica automatica: lo stesso Alan ci ha detto che Leroy ribvenne i progetti solo nel 1949.
Del resto, Harwood seguì la strada della massa oscillante limitata da molle, così come Meylan: il primo automatico con massa oscillante libera è quello di Wilsdorf.
Poi come innovazioni rilevanti, che hanno portato l'automatico al grado di perfezionamento attuale, ci furono il Bidynator di Felsa (Ebauches SA), primo automatico con massa oscillante bidirezionale, e soprattutto l'EternaMatic di Eterna SA di Grenchen, con l'elaborazione della carica automatica su cuscinetti a sfera, che caratterizzano gli automatici moderni: innovazione tanto riuscita che il logo di Eterna divenne una sorta di pentagono con 5 sfere, i cuscinetti a sfera così come sono disposti in prossimità del rotore dell'auromatico, appunto.
Eccolo l'orologio di Perrelet.
L'automatico di Perrelet probabilmente non caricava, non tanto a causa dei fattori tecnici ma soprattutto per quelli "culturali".
La massa oscillante aveva scarsa inerzia: più pesante al centro e più sottile (quindi leggera) in periferia, il contrario del modo corretto in cui vengono costruite oggi.
L'orologio, risiedente nel panciotto, subiva movimenti verticali, i quali non influenzavano molto la massa oscillante.
Provate a mettere il Vostro orologio automatico nella tasca della giacca o della camicia, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.
Purtroppo si perse la memoria dell'orologio automatico di Perrelet e solo nel 1949 venne ritrovata da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.
Quindi l'idea folgorante della carica automatica è di Perrelet!La strada l'ha spianata lui,il dopo sono accorgimenti,migliorie.
Diciamo di si, non funzionava ma aveva intuito giusto.
Eccolo l'orologio di Perrelet.
L'automatico di Perrelet probabilmente non caricava, non tanto a causa dei fattori tecnici ma soprattutto per quelli "culturali".
La massa oscillante aveva scarsa inerzia: più pesante al centro e più sottile (quindi leggera) in periferia, il contrario del modo corretto in cui vengono costruite oggi.
L'orologio, risiedente nel panciotto, subiva movimenti verticali, i quali non influenzavano molto la massa oscillante.
Provate a mettere il Vostro orologio automatico nella tasca della giacca o della camicia, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.
Purtroppo si perse la memoria dell'orologio automatico di Perrelet e solo nel 1949 venne ritrovata da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.
torniamo al topic please
http://en.wikipedia.org/wiki/Abraham-Louis_Perrelet
fatevi una cultura
ma da dove vieni ..dal pianeta Papalla ?....
ti auguro tanta fortuna .... ma attento che la società cambia al ritmo delle maree....