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Il Caffè di Orologico / Re:La nostra passione al tempo del Corona Virus
« il: Marzo 19, 2020, 00:12:21 am »Condivido l'idea che le passioni che possono essere sviluppate tra le mura domestiche (gli orologi per tutti, per me anche i libri e le carte antiche) contribuiscono a distrarci e ad evitare di alienarci nelle ore di forzata inattività.
Spero che giolloni (lessema moderno per descrivere in maniera bonaria le teste di prepuzio) che fino ad oggi hanno allegramente votato grullini e piddini, o che hanno partecipato ai raduni di pesce azzurro possano rendersi conto, anche sulla propria pelle, che la comunità europea, così come è strutturata oggi, è servita solamente a scalzarci dal posto di quinta potenza economica mondiale che detenevamo fino al 1994.
Non c'è bisogno che votino il centrodestra: se proprio lo ritengono non facente alla loro ideologia è sufficiente che rimangano a casa.
Le responsabilità della classe politica al governo sono gravissime, anche perché la sottovalutazione del pericolo che incombeva non è stata frutto solo di insipienza, ma anche di deliberata e vile omissione.
I virologi più avveduti - cito Galli, Burioni, Crisanti - avevano chiaramente spiegato a che cosa andavamo incontro e che cosa bisognava fare per contenere la diffusione dell'epidemia.
Ma i politicanti che ricoprono ruoli di governo hanno volutamente ignorato gli avvertimenti e preso in giro con ironia ebete gli "allarmisti". Sono restati prigionieri dei loro paraocchi ideologici (guai a "discriminare" chi veniva dall'estero!); e incapaci di resistere alla pressione delle lobbies economiche (del turismo, del commercio, ecc.) e dell'elettorato, che poteva reagire male a provvedimenti restrittivi senza aver ancora toccato con mano il pericolo.
Prima hanno iniziato a ripeterci che è il coronavirus è pericoloso "come l'influenza" (ma i dati provenienti dalla Cina dicevano già tutt'altro); poi che "colpisce solo anziani e malati" (un'affermazione che vorrebbe essere tranquillizzante, ma invece - oltre che inesatta - è semplicemente squallida ); poi che non è vero che in Italia il contagio è maggiore rispetto ad altri Paesi, ma è solo che noi "siamo più onesti perché facciamo più tamponi" (e i morti? E i reparti di terapia intensiva che si riempiono? Questi pretendevano - e ancora pretendono, perché in realtà i tamponi continuano a essere pochi rispetto alla vastità del contagio - di fermare la febbre rompendo il termometro! ); anziché far rispettare le misure restrittive, fanno "appello al senso di responsabilità dei cittadini"...
Hanno fatto come il governo Giolitti, che nascose l'epidemia di colera a Napoli del 1910 (finendo col favorirne la diffusione) per non rovinarsi l'immagine internazionale.
Insomma, per non medicarci una ferita con un disinfettante doloroso, hanno scelto di farci amputare la mano (e speriamo non anche il braccio): ora con le vite umane, nel prossimo futuro con una nuova crisi economica.
Detto tutto ciò, e chiarito che chi ha la responsabilità di governare non può invocare alibi e dovrà pagare il prezzo più alto di questo scempio, bisogna anche dire che al Paese sarebbe servito avere un'opposizione limpida e decisa, che invocasse a voce alta e senza tentennamenti la necessità di provvedimenti rigorosi.
E invece, dopo l'iniziale fuoco di sbarramento sulla necessità di bloccare gli ingressi dalla Cina, giunto il momento in cui dovevano essere adottate misure severe nel nostro Paese, anche il centrodestra ha iniziato a sentire le sirene di fasce di elettorato vicine, che quelle misure non gradivano...
Per cui è iniziato il balletto "chiudiamo/riapriamo/richiudiamo".
In questa circostanza anche le forze di opposizione, sia pure in misura meno evidente della maggioranza, hanno purtroppo dimostrato che la ricerca del consenso di breve termine prevale sulla capacità di guidare e indirizzare l'elettorato, con scelte a volte impopolari nell'immediato, ma capaci di dimostrarsi vincenti in una prospettiva più lungimirante.