Il calibro 321 nasce dallo sviluppo di un progetto congiunto, iniziato nel 1941, tra la Lemania e la Omega.
Tale progetto prendeva il nome di “27 CHRO C12”: 27 erano i mm di diametro del nuovo calibro, la sigla CHRO era l’abbreviazione di Chronograph (cronografo) e C12 (Contatore12) stava ad indicare il totalizzatore supplementare di 12 ore.
I padri di questo glorioso calibro furono Jacques Reymond e Albert Piguet.
Quest’ultimo, nel ricordare la progettazione tecnica del movimento nel corso della quale decise di rimanere fedele alla gloriosa tradizione della Vallee de Joux, sottolineò come l’Omega ordinò alla Lemania un calibro cronografico con totalizzatore di 12 ore più piatto e piccolo possibile, puntando così decisamente ad una clientela facoltosa (ingegneri, medici,architetti, avvocati, notai).
Dai ricordi di Jaques Reymond inoltre sappiamo che la costruzione del calibro procedette senza ostacoli, un lavoro ben riuscito sin dall’inizio, senza le classiche “malattie infantili”. Reymond conserva ancora alcuni quaderni del 1944 nei quali annotava giorno per giorno i valori del calibro 27 CHRO da lui regolato.
Nel 1946 il movimento cronografico 27 CHRO C12 subì alcune modifiche di scarsa rilevanza, mentre nel 1949 prese il nome di calibro 321 in casa Omega e calibro 2310 in Lemania.
Il calibro 321 possiede tutte le caratteristiche tecniche della più importante orologeria svizzera: 27 mm di diametro, 6,74 mm di spessore, smistamento delle funzioni cronografiche comandate attraverso una ruota a colonne, frequenza di oscillazione di 18.000 alternanze/ora (2,5 Hz), spirale Breguet, bilanciere ad autocompensazione con viti di regolazione, 17 rubini, 46 ore di autonomia di marcia, componenti in ottone ramato robusti e costruiti con la massima precisione.
Fu inoltre il primo movimento cronografico Omega con il totalizzatore di 12 ore nonché, all’epoca, uno dei più piccoli calibri cronografici mai costruiti.
Il calibro 321 equipaggerà gli Speedmaster prodotti tra il 1957 e la fine del 1968 quando verrà sostituito dal calibro 861; dopo più di 20 anni di onorato servizio sarà un distacco importante che farà da vero spartiacque tra due epoche.
Un movimento realmente d’altri tempi, costruito con tutte le accortezze tipiche dell’alta orologeria.
Come ultima notazione vogliamo ricordare che tutti gli Speedmaster utilizzati durante le sei missioni di sbarco lunare erano equipaggiati con il calibro 321; è singolare quindi che tutti i “Moonwatch” che recano sul fondello la scritta “The First Watch Worn On The Moon” in realtà utilizzino un calibro -l' 861- che non è mai ufficialmente stato utilizzato sulla Luna.
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