Eccolo l'orologio di Perrelet.
L'automatico di Perrelet probabilmente non caricava, non tanto a causa dei fattori tecnici ma soprattutto per quelli "culturali".
La massa oscillante aveva scarsa inerzia: più pesante al centro e più sottile (quindi leggera) in periferia, il contrario del modo corretto in cui vengono costruite oggi.
L'orologio, risiedente nel panciotto, subiva movimenti verticali, i quali non influenzavano molto la massa oscillante.
Provate a mettere il Vostro orologio automatico nella tasca della giacca o della camicia, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.
Purtroppo si perse la memoria dell'orologio automatico di Perrelet e solo nel 1949 venne ritrovata da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.