Orologico Forum 3.0

perrelet

Re:perrelet
« Risposta #60 il: Marzo 05, 2013, 18:22:30 pm »
Eccolo l'orologio di Perrelet.



L'automatico di Perrelet probabilmente non caricava, non tanto a causa dei fattori tecnici ma soprattutto per quelli "culturali".
La massa oscillante aveva scarsa inerzia: più pesante al centro e più sottile (quindi leggera) in periferia, il contrario del modo corretto in cui vengono costruite oggi.
L'orologio, risiedente nel panciotto, subiva movimenti verticali, i quali non influenzavano molto la massa oscillante.

Provate a mettere il Vostro orologio automatico nella tasca della giacca o della camicia, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.

Purtroppo si perse la memoria dell'orologio automatico di Perrelet e solo nel 1949 venne ritrovata da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.
Grazie Alan! :) stavo per far notare infatti come Breguet, come risulta anche dall'articolo su fornitoci da Patrizio, avendo acquistato degli automatici da Perrelet provò a riprodurli ma i difetti di carica erano evidenti. ;)

Comunque, caro Emanuele, non è possibile che Perrelet abbia influenzato i successivi sviluppi della meccanica automatica: lo stesso Alan ci ha detto che Leroy ribvenne i progetti solo nel 1949.

Del resto, Harwood seguì la strada della massa oscillante limitata da molle, così come Meylan: il primo automatico con massa oscillante libera è quello di Wilsdorf.

Poi come innovazioni rilevanti, che hanno portato l'automatico al grado di perfezionamento attuale, ci furono il Bidynator di Felsa (Ebauches SA), primo automatico con massa oscillante bidirezionale, e soprattutto l'EternaMatic di Eterna SA di Grenchen, con l'elaborazione della carica automatica su cuscinetti a sfera, che caratterizzano gli automatici moderni: innovazione tanto riuscita che il logo di Eterna divenne una sorta di pentagono con 5 sfere, i cuscinetti a sfera così come sono disposti in prossimità del rotore dell'auromatico, appunto. ;)

Re:perrelet
« Risposta #61 il: Marzo 05, 2013, 18:35:17 pm »
Eccolo l'orologio di Perrelet.



L'automatico di Perrelet probabilmente non caricava, non tanto a causa dei fattori tecnici ma soprattutto per quelli "culturali".
La massa oscillante aveva scarsa inerzia: più pesante al centro e più sottile (quindi leggera) in periferia, il contrario del modo corretto in cui vengono costruite oggi.
L'orologio, risiedente nel panciotto, subiva movimenti verticali, i quali non influenzavano molto la massa oscillante.

Provate a mettere il Vostro orologio automatico nella tasca della giacca o della camicia, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.

Purtroppo si perse la memoria dell'orologio automatico di Perrelet e solo nel 1949 venne ritrovata da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.
Grazie Alan! :) stavo per far notare infatti come Breguet, come risulta anche dall'articolo su fornitoci da Patrizio, avendo acquistato degli automatici da Perrelet provò a riprodurli ma i difetti di carica erano evidenti. ;)

Comunque, caro Emanuele, non è possibile che Perrelet abbia influenzato i successivi sviluppi della meccanica automatica: lo stesso Alan ci ha detto che Leroy ribvenne i progetti solo nel 1949.

Del resto, Harwood seguì la strada della massa oscillante limitata da molle, così come Meylan: il primo automatico con massa oscillante libera è quello di Wilsdorf.

Poi come innovazioni rilevanti, che hanno portato l'automatico al grado di perfezionamento attuale, ci furono il Bidynator di Felsa (Ebauches SA), primo automatico con massa oscillante bidirezionale, e soprattutto l'EternaMatic di Eterna SA di Grenchen, con l'elaborazione della carica automatica su cuscinetti a sfera, che caratterizzano gli automatici moderni: innovazione tanto riuscita che il logo di Eterna divenne una sorta di pentagono con 5 sfere, i cuscinetti a sfera così come sono disposti in prossimità del rotore dell'auromatico, appunto. ;)

L'idea innovativa mi pare comunque sia di Perrelet.
Anche Leonardo Da Vinci fece progetti su la maccina volante,certo non volava ma vuoi mettere per chi è venuto dopo e con nuove tecnologie il progetto di Leonardo, Vola. ;)
 

Re:perrelet
« Risposta #62 il: Marzo 05, 2013, 19:03:43 pm »
Eccolo l'orologio di Perrelet.



L'automatico di Perrelet probabilmente non caricava, non tanto a causa dei fattori tecnici ma soprattutto per quelli "culturali".
La massa oscillante aveva scarsa inerzia: più pesante al centro e più sottile (quindi leggera) in periferia, il contrario del modo corretto in cui vengono costruite oggi.
L'orologio, risiedente nel panciotto, subiva movimenti verticali, i quali non influenzavano molto la massa oscillante.

Provate a mettere il Vostro orologio automatico nella tasca della giacca o della camicia, dopo pochi giorni lo troverete fermo, nonostante quelli moderni abbiano maggiore inerzia con imperniata la massa oscillante ad un sensibilissimo cuscinetto a sfere.

Purtroppo si perse la memoria dell'orologio automatico di Perrelet e solo nel 1949 venne ritrovata da Léon Leroy, quando ormai era stato già re-inventato tutto.
Grazie Alan! :) stavo per far notare infatti come Breguet, come risulta anche dall'articolo su fornitoci da Patrizio, avendo acquistato degli automatici da Perrelet provò a riprodurli ma i difetti di carica erano evidenti. ;)

Comunque, caro Emanuele, non è possibile che Perrelet abbia influenzato i successivi sviluppi della meccanica automatica: lo stesso Alan ci ha detto che Leroy ribvenne i progetti solo nel 1949.

Del resto, Harwood seguì la strada della massa oscillante limitata da molle, così come Meylan: il primo automatico con massa oscillante libera è quello di Wilsdorf.

Poi come innovazioni rilevanti, che hanno portato l'automatico al grado di perfezionamento attuale, ci furono il Bidynator di Felsa (Ebauches SA), primo automatico con massa oscillante bidirezionale, e soprattutto l'EternaMatic di Eterna SA di Grenchen, con l'elaborazione della carica automatica su cuscinetti a sfera, che caratterizzano gli automatici moderni: innovazione tanto riuscita che il logo di Eterna divenne una sorta di pentagono con 5 sfere, i cuscinetti a sfera così come sono disposti in prossimità del rotore dell'auromatico, appunto. ;)

L'idea innovativa mi pare comunque sia di Perrelet.
Anche Leonardo Da Vinci fece progetti su la maccina volante,certo non volava ma vuoi mettere per chi è venuto dopo e con nuove tecnologie il progetto di Leonardo, Vola. ;)
Sì, ma se lo hanno dimenticato in concreto non è servito...;D

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Re:perrelet
« Risposta #63 il: Marzo 06, 2013, 00:05:20 am »
torniamo al topic please

http://en.wikipedia.org/wiki/Abraham-Louis_Perrelet

fatevi una cultura


wikipedia può dare un infarinatura per quello che riguarda gli orologi:

http://fr.wikipedia.org/wiki/Hubert_Sarton

lo stimato Chapuis ha commesso una leggerezza.
l'orologio di Sarton è completo di documenti dell'epoca,
quello di Perrelet ha solo una data attribuita nel 1952.