É una semplice convenzione linguistica, o se vogliamo di vocabolario.
Che spesso induce in errori e malintesi.
Un cronografo e un tourbillon con remointoir d'egalité e secondi morti, il primo (complicato ai sensi della nomenclatura) potrebbe essere considerato "più complicato" - nell'accezione di "sofisticatezza" del movimento - rispetto al secondo, che in termini di nomenclatura "complicato" non é.
E certamente un cronografo modulare non é sofisticato quanto il secondo.
Il malinteso nasce da un duplice motivo: Da un lato la nomenclatura che classifica come complicazioni solo quelle volte a rappresentare informazioni aggiuntive (la ripetizione, i calendari, i cronografi, ecc ecc), dall'altro l'uso improprio del significato del termine, complicato in quanto complesso, sofisticato e quindi pregiato, che certamente potevano essere sinonimi nel passato e in parte anche oggi, ma che non tiene conto appunto di quell'ampio campionario di sofisticate soluzioni meccaniche che non si traducono in informazioni supplementari ma che a tutti gli effetti aggiungono sofisticazione e pregio ad una macchina e, in ultima analisi, complicazione nel senso più autentico del termine.
Così come altri malintesi inducono il numero di pietre e di componenti: Non sempre un movimento con maggior numero di rubini e componenti é più complesso, e quindi sofisticato e pregiato.
E anche la complessità, quando ridondante o indotta da soluzioni mal concepite o adattate ad esigenze contingenti (come nel caso dei cronografi manuali), può non essere un valore e un indicatore di pregio.