Chiedo scusa ai forumisti, ma visto che per una volta avevo dedicato tempo a mostrare una parte della mia collezione, con le foto che ho trovato con più comodità, ora ho deciso di farne un topic. Come vedete è tutta roba non commerciale. Li ho scelti in momenti diversi, dal 2008 da quando sono appassionato di orologi. Il loro vero tratto è la raffinatezza meccanica, e vorrei cercare di spiegarla. Ma soprattutto quello che li accomuna tutti è che non sono stati fatti per inseguire e coprire quote di mercato, ma prevalentemente sulla base di una idea di orologeria . Hanno tutti qualcosa da raccontare, anche se non tutti mi piacciono allo stesso modo. Vedrò se nei prossimi giorni potrò mostrare ed illustrare altri pezzi. Vorrei far comprendere come io utilizzi tutti a rotazione. Vorrei dire che amo l'orologeria, con dimensioni, design, epoca, importanza, le più diverse.
Questo è un MB &F HM 2 SV in oro rosa: è un orologio in cui estetica e meccanica si fondono. E' quasi una scultura meccanica cinetica. Mi piacerebbe evidenziare le finiture superbe di cui è dotato questo calibro, sopra e sotto. Questo orologio non è fatto per piacere agli altri, piace a chi lo ha creato, Max Busser, e a me. Particolarissima anche la cassa con uno speciale zaffiro che da tutti i lati avvolge il calibro per mostrarlo nella sua integralità. Solo 18 pezzi fatti. Max Busser non è un orologiaio ma un ingegnere. Lo conosco. Prima si fece le ossa in JLC, poi passò a H. Winston presso cui creò l'orologeria. Ma soprattutto Max è l'inventore degli Opus e della straordinaria idea che ci sta dietro e che è la stessa di MB&F: assegnare ogni anno un Opus alla realizzazione di un valente giovane e non conosciuto orologiaio. La serie degli Opus è straordinaria. È una autentica opera di mecenatismo che ha consento ad alcuni tra i migliori indipendenti di farsi conoscere. Se avessi una mezzi i primi 12 Opus li prenderei tutti. Senza eccezione alcuna. MB.& F funziona volutamente al contrario rispetto ad una manifattura: si avvale dei migliori artigiani indipendenti i cui nomi sono tutti pubblicati. Ma si potrebbe scrivere libri su Max, e quello che fa e ha fatto. Il settore gli deve molto.
Questo è un FP Journe Vagabondage II. Orologio altro in cui estetica e calibro sono un tutt'uno, come sempre negli Journe. Secondo molti si tratta del saltarello più avanzato mai costruito: ogni minuti aggiorna tutto istantaneamente, ed è pure dotato di un remontoir d'égalité a un minuto, necessario per assicurargli una cronometria superba (che in effetti ha) malgrado le dimensioni notevoli della molla del bariletto per fargli muovere i dischi..... È uscito assieme al Lange Zeitwerk rispetto al quale è molto superiore, sia per la velocità con cui si muovono i dischi sia per il fatto che la cassa sarà almeno la metà di quella dello Zeiwerk ( 8mm di spessore di cassa). Poi quel calibro ha i ruotiamo nascosti sul quadrante, al punto che la riserva di carica sembra spunti nel nulla. Il vetro zaffiro è un alcuni punti fumé. Di questi ne ha fatti e numerati solo 68, più 69 in platino. Nessun altro modello sarà mai più fatto con questo calibro straordinario
Questo è un Blanpain tourbillon otto giorni, platino, prima serie, quella fatta da Vincent Calabrese. 34 mm di diametro cassa, 3,5 mm spessore del calibro. Quando è uscito nel 1989 vantava ben 5 primati mondiali: 1) primo tourbillon volante al polso; 2) primo tourbillon volante ad un minuto; 3) primo tourbillon su cuscinetto a sfera; 3) primo tourbillon con otto giorni di riserva di carica malgrado un unico bariletto (con erogazione costante sperimentata per circa 6 giorni e mezzo); 4) tourbillon sottilissimo con gabbia eccentrica. Credo di dimenticarmi qualcosa, ma rimedierò.
Questo è un FP Journe Souverain Tourbillon platino 40 mm (sic!) , secondi morti. Su questo orologio che amo molto potrei scrivere quasi un libro. È in assoluto l'orologio più regolare nel funzionamento che possiedo. Vedere funzionare il remontoir d'égalité ad un secondo è una emozione. Il doppio suono che accompagna il suo funzionamento idem, come come l'insieme delle parti che si muovono a diversa velocità sul quadrante . Credo che sia davvero uno dei migliori tourbillon mai fatti per me. 10 mm scarsi di spessore di cassa.
Questo è un Roger Dubuis Easy Diver 48mm (importabile) titanio tourbillon ( vedere qumto da me scritto a pg. 2 in risposta a S.M.
Questo è un Patek Philippe ref. 725, calendario perpetuo del natale 1947: è in condizioni eccellenti e anche se non si vede dalla foto ha un quadrante superbo per equilibrio e realizzazione:
Questo è un AP Jules Audemars calendario perpetuo con ripetizione minuti, platino,squelette 39 mm, fatto da Giulio Papi, solo 10 pezzi costruiti. Questo orologio è ciambellato ma assicuro che dal vero è molto molto meglio che in foto. Poi a volte persino la ciambella ha il suo perché. Infatti questo calibro è il ripetizione minuti più piccolo al mondo : 22 mm di diametro , poco più di sei miliimetri di spessore con il calendario perpetuo, niente male. Ha finiture e decorazioni superbe. Il calibro fu fatto per un orologio chiamato John Schaefer di forma, piccolo, bellissimo, la riedizione del primo ripetizione minuti da polso della storia, fatto da Ap nel 1906. Poi hanno pensato di scheltrarne ed incassare dieci numerati in casse da uomo. Potevano evitare, ma rimane un gran pezzo fatto da un grande sell'orolgeria.
Questo è un H. Moser &Cie Perpetual Moon, platino (fasi lunati che sbagliano un giorno solo dopo oltre mille anni). Questo orologio appartiene alla precedente proprietà di Moser . Moser è un marchio storico scomparso nei primi anni del secolo scorso, a metà anni 2000 è stato fatto risorgere. Tecnica notevole, sette giorni di riserva di carica, precisione cronometrica notevole, finiture curate ma quasi tutte a macchina, cassa troppo grande (40,8 mm) ma con un design particolare concavo sul retro che dalla foto no si può vedere. Sono quasi 41 mm che vestono molto bene. La cosa più divertente? L'ho trovato funzionare dopo ben 14 giorni dall'ultima carica. Evidentemente in Moser sono stati giustamente prudenti e hanno dato come riserva sette giorni di carica utilizzabile con ottima cronometria ( ottima davvero). E poi i Moser si compravano con veramente poco fino a due anni fa. Roba seria. Il blu è elegantissimo e scuro.
Ma spesso mi si può vedere èpure con modesti orologi da polso anni 50, come questo Zenith cronometro con il calibro capolavoro 135. Quando la cronometria era importante, negli anni 50, Zenith, grande manifattura, decise di creare un calibro di serie in pochi esemplari ( rispetto alla loro produzione) con caratteristiche cronometriche spinte. Ottenute con una serie esclusiva e costosa di soluzioni tra cui: bilanciere molto grande, con ruota di centro decentrata, finitura maniacale di ancora e scappamento, finiture notevolissime e manuali di tutto il calibro. A distanza di tanti anni le sue caratteristiche cronometriche stupiscono ancora. Metterò presto una foto di questo magnifico calibro, per molti un'ora dei più belli mai fatti. Questo in una rara versione con un quadrante guiloché al centro, cassa in acciaio da 35 mm, con una deliziosa patina rosa depositata sul quadrante. Notevole pezzo.
Questo è un H. Moser&Cie, Perpetual 1, oro rosa, calendario perpetuo istantaneo, 40,8 mm. Questo è l'orologio con cui Moser tornò sul mercato nel 2005. Vinse subito il premio della lancetta d'oro al grand Prix di Ginevra, un record per un esordiente. La ragione? Tante sul piano tecnico ed estetico. È anzittutto un perpetuo calendario istantaneo con gran data. È questa una prelibatezza tecnica perché immaginate di dover aggiornare tutte le indicazioni alla mezzanotte contemporaneamente, anche dal 28 febbraio al primo marzo. Quando lo si vede in funzione la prima volta si rimane di sasso, si pensa ad una grandissima complessità meccanica. È complesso ma il suo segreto tecnico è una invenzìone geniale: è una gran data che rispetto tutte le altre ha il numero sempre al centro della finestra, non si vedono i due dischi, ed in più il fatto che siano parzialmente sovrapposti consente la realizzazione di un meccanismo istantaneo meno complesso degli altri. Ma ci sono anche altri plus: questo perpetuo si regola tutto da una corona, avanti ed indietro, anche a mezzanotte mentre si sta aggiornando con il salto. Vi è solo un correttore a a ore 9, che serve se si deve intervenire sugli anni. Anche le indicazioni sono originali: il mese è genialmente reso da una mini lancetta coassiale a quelle di ore e minuti. Il ciclo quadriennale è sul retro ( in realtà dodici anni) come dovrebbe per me sempre essere. Sette giorni di riserva di carica, appena 12 mm di spessore per tecnica così raffinata. Opera in realtà di un grande orologiaio freelance Andreas Strehler, che ama fare orologi complessi con una apparente semplicità. Pagato nuovo da concessionario come un Daytona d'oro appena.
Vacheron Constantin, oro bianco, 35 mm, Chronométre Royal automatico, anse Batman
Tipico esempio di orologio molto elegante ma anche originale della metà degli anni 60. Il calibro lo faceva JLC in esclusiva per Vacheron Constantin e Audemars Piguet. È un calibro bellissimo dalle finiture superbe con doppio punzone di Ginevra, con un rotore che scorre su rulli di rubino una soluzione che diventa ancora più avanzato sul JLC 920 successivo ( riservato a Vacheron , Ap, e Patek Philippe: è il calibro dei primi Royal Oak e Nautllus, il più piatto a rotore centrale mai costruito). Esemplare in condizioni quasi da concorso ma senza fibbia originale.
A. Lange&Sohne Double Split, platino, 43 mm, unico cronografo al mondo con doppia funzione sdoppiante per i secondi e per i minuti), pure con Flyback ( doppio anche esso). Qui siamo nella tecnica pura, tecnica superba. Dirò subito che questo orologio ha un difetto che lo rende a me quasi importabile: lo spessore è enorme (15,3 mm di cassa), il platino della massiccia cassa, la complessità della meccanica, lo rendono molto molto pesante. Troppo, dovevano farlo in oro bianco. Però...che calibro. Praticamente è il calibro rattrapante più sofisticato mai prodotto. Qui oltre ad esserci una doppia lancetta dei secondi cronografici vi è pure una doppia lancetta dei minuti cronografici. Il che significa che ci sono pure due meccanismi isolatori sofisticati, e che il flyback ha due modalità di funzionamento che ne ampliano le possibilità di uso . Ma ciò che lo rende ancora più sorprndete è che l'unico rattrapante che possiedo ( ne ho altri due, nei prossimi giorni vedrete...) che è a prova di errore: impossibile metterlo in difficoltà, impossibile anche solo perturbare la inimitabile dolcezza dei tasti di funzionamento e del rattrapante. È ha una regolarità di funzionamento incedibile ancora di più su un rattrapante. Ma è anche rifinito molto bene, è solido come forse nessuno. Un giorno ha fatto una brutta caduta dalla mia mano in piedi sul pavimento di granito: non si è fatto nulla, incredibile! Poi ha un calibro da capogiro anche da vedere.
Patek Philippe ref. 96, 1951, oro giallo, calibro 12-400. La prova provata che si può comprare un superbo Patek Philippe storico a poco da un antiquario notoriamente caro nel centro storico di Roma. Un giorno passeggiando mi ci imbatto, era credo il 2012. L'ho pagato 6000 euro, è perfetto di quadrante, cassa e fibbia, con estratto Patek Philippe, con un calibro bellissimo rifinito con doppio punzone di Ginevra, anglage manuale come si deve.Provate a guardare una foto di questo calibro e confrontatelo con il 215 di oggi o con un 324. Poi mi sapete dire: se non vi accorgete del diverso censo di questo calibro evidentemente è una buona notizia: avete molta strada da percorrere ancora ( come più o meno tutti ma non tutti dallo stesso punto di partenza). Ahimè di Calatrava nuovi ne ho avuti almeno due, e anche diversi altri Patek, e altri li ho ancora. 31 mm di pura eleganza, cassa a moneta.
AP tasca, con ripetizione minuti e cronografo sdoppiante, 1919, quadrante personalizzato da Hausmann, con custodia pure originale. Le foto non rendono merito allo splendore di questo calibro, tutto lucido con finiture superbe Lo feci vedere a Benedetto Mauro di Hausmann, è stato a guardarlo molto, in condizioni perfette, la sua custodia originale è una chicca. Poi vidi il registro Ap a le Brassus e trovai sia quando l'avevano fatto che quando l'avevano venduto e anche a quanto. Sono cose che fanno piacere. Suono possente, anche troppo!
FP Journe Octa Calendrier platino 38 mm: si tratta del calendario annuale di FP Jourme. Oggi è appena andato fuori produzione per lo splendido perpetuo istantaneo che è stato anche tanto apprezzato da questo forum. Questo calendario annuale è sottile, elegante, ha per me un quadrante tra i più belli originale e classico al tempo stesso. Nessun correttore sulla carrure si fa tutto dalla corona, poi è forse con Moser l'unico calendario semi integrato, nel senso che Journe quando ha presentato la sua collezione utilitaria Octa automatica con cinque giorni di riserva di carica aveva genia previsto lo spazio per le complicazioni tutte con lo stesso spessore ridotto.
Roger Dubuis excalibur 45 mm, oro rosa, calendario perpetuo istantaneo ed in linea, 88 pezzi: lo so: è enorme, è vistoso come pochi, trasuda ricchezza, ma ci sono molte cose da dire. Anzittutto la sua tecnica: si tratta del primo perpetuo istantaneo a grandata tradizionale, con pure il secondo fuso orario. Ed indicazioni in limea del calendario. A mezzanotte tutto si aggiorna in un istante contemporaneamente con uno scatto che sembra una fucilata. Pensate soltanto a questo per percepirne la complessità rispetto ad un normale perpetuo: esso deve saltare istantaneamente e correttamente sia da, 28 febbraio al primo marzo, sia dal 31 maggio al primo giugno. Cioè, ci devono essere molle diverse tarate perfettamente per fare salti di diversa lunghezza ( quattro diversi salti). Poi quanta energia a muovere tutte assieme le indicazioni di tutti i dischi. Spero di mettere un video che lo dimostra che feci alcuni anni fa. Pazzesco. Quadrante in madreperla che con la luce del sole assume un leggero rosato di colore che contrasta amabilmente con il blu della fasi di luna.
AP Royal Oak calendario perpetuo acciaio squelette. Che dire? La foto parla da se . Qui abbiamo una base solotempo di gran pregio con il calibro AP 2120, il più piatto mai prodotto ad oggi con rotore centrale. Poi il modulo del calendario perpetuo è molto bello da vedere, e funziona anche molto bene, perché aggiorna sempre tra le 23 e le 24, salvo quando deve fare il gran salto da febbraio a marzo e allora inizia prima. Ma a mezzanotte è tutto comunque finito come è giusto che sia. Più avanti vedrete un altro celebre calendario perpetuo ultrapiatto, blasonatissimo che ci mette ore ad aggiornare....ma è altra storia. In più abbiamo pure al semicheletratura AP che a me piace, anche se non è fine come su pochi altri Vacheron e Patek ( ma anche tanti altri meno blasonati e costosi). Insomma ha il bracciale, è sottile e complicato. Se fosse anche di oro sarebbe perfetto ( io non amo l'accaio, mai).
Questo è un Vacheron Costantin degli anni 50, oro bianco, con calibro ultrapiatto 1003. Questo orologio è della metà degli anni 50 all'inizio della produzione del celebre calibro ultrapiatto fatto per VC da JLC. È veramente molto molto (troppo? ) sottile, ma la sua rarità, oltre alle anse Batman è anche data dal quadrante di un blu scuro associato alle sfere bianche . Ciò poi che amo sono le finite magnifiche del calibro.
FP. Journe Resonance, 40 mm oro rosa, quadrante oro bianco. Importante: per questo orologio e i seguenti andare a pagina 3 per le note e le ulteriori foto ( mio messaggio delle 23.35).
A. Lange&Sohne Zeitwerk, oro rosa:
Minerva, 1945, ref. 1335 cronografo con calibro 13-20CH
Zenith El Primero 38mm del 2011, ed limitata per O&P 33 esemplari