Mi permetto di non essere (per una volta) d'accordo con Michele (palombaro).
Per me il simbolo di pregio della ruota a colonne non sta nell'addolcimento degli innesti, ma nel maggior costo e difficoltà realizzativa di una ruota a colonne rispetto ad una serie di navette stampate.
La dolcezza degli innesti non dipende dall'esistenza di una ruota a colonne ma dal modo in cui sono disegnate e rifinite le leve e le altre parti in contatto dinamico che nello scorrere reciprocamente devono scivolare morbidamente nelle superfici a contatto reciproco, e questo indipendentemente dalla presenza o meno della ruota a colonne.
Un cronografo senza tale ruota assolve perfettamente alle sue funzioni nel medesimo modo e può offrire il medesimo pregio tattile nel suo azionamento, a patto che le parti siano debitamente rifinite.
Siccome però la scelta delle navette è una scelta votata al risparmio, di solito si accompagna per il medesimo motivo a nessuna particolare finitura delle altre componenti, da cui innesti duri e scattosi come nella quasi totalità di questa tipologia di movimenti.
Ma ci sono eccezioni: gli innesti di un grande complication di IWC, con lo steso 7750, sono di una morbidezza e progressività inarrivabili per il 99% dei cronografi commerciali, come è logico attendersi da un orologio dal listino esoso.
Di contro gli innesti di un qualunque zenith el primero, con tutta la ruota a colonne, non sono meno duri e scattosi di quelli di un comune 7750
La ruota a colonne è un pregio aggiunto nella misura in cui: a) è più difficile e costosa da realizzare (anche se oggi con i cnc tali considerazioni lasciano il tempo che trovano, certamente più vere in altri tempi in cui le cose si facevano a mano) b) è più bella da vedere e da osservare in funzionamento.
Il giudizio storico sul 7750 è un giudizio estremamente parziale perchè condizionato da una serie di fattori contingenti che ne hanno fatto uno dei movimenti più economici e diffusi anche in una fascia di prodotto di prezzo medio basso se non economico. Ma resta un calibro che per molti aspetti ha completamente rivoluzionato il mercato del cronografo, rendendolo disponibile e accessibile ad una fascia di utenza molto più ampia, che svolge il suo lavoro in modo egregio con la massima robustezza e affidabilità e nella fascia entry level non ha nulla da invidiare ad altri prodotti che l'hanno preceduto (per esempio il buren di tanti orologi vintage anni 70 poi abbandonato o i moduli Dubois Depraz e Kelek tutt'ora utilizzati).
Il problema è il prezzo irragiovevole di molti orologi di marca altisonante in cui viene tutt'ora impiegato, oltre che il fatto di aver decretato la fine prematura di altre ebauche di maggior pregio come i vecchi Valjoux delle serie 2x e 7x.