Il nostro (sono romano) ex sindaco è una figura esemplare di moralista: cioè di figura che non si ispira a un codice morale rigoroso per guidare le
proprie azioni (come sarebbe giusto e commendevole), bensì brandisce con veemenza la questione morale (senza specificare in che consista!) per squalificare i suoi avversari - politici, professionali, personali - e, sovente, per distogliere lattenzione dai propri comportamenti moralmente reprensibili
Purtroppo i moralisti fanno spesso molta strada, prendendosi gioco di quella morale che dicono di voler difendere e di quei cittadini che li eleggono a paladini.
Angelo, che è siciliano, ricorderà lincredibile caso delle dimissioni forzate cui Marino fu indotto nel 2002 dallUniversity of Pittsburgh Medical Center, allorché il nostro chirurgo presentò intenzionalmente doppie richieste di rimborso (per dozzine di casi e migliaia di dollari) sia allUPMC di Pittsburgh sia alla sua filiale italiana di Palermo (presso cui Marino era direttore clinico dellIstituto Mediterraneo per i Trapianti). Vizietto antico, insomma
Per molto meno la carriera politica di molti sarebbe stata bruciata, ma Marino si è fatto strada come uomo nuovo del PD.
Vince le primarie a sindaco di Roma facendosi sostenere da alcune correnti del partito romano (che poi sosterrà essere suo nemico
), che non disdegnano di pagare gruppi di nomadi perché partecipino alle consultazioni (come denunciato anche da un'esponente della Direzione romana). Ma Marino non si è scandalizzato certo di questo, proclamando di essere un marziano.
Viene eletto sindaco e si distingue subito per il suo immobilismo. Sempre in viaggio allestero per rappresentanza, mentre nomine strategiche si fanno attendere, lAssemblea capitolina non viene mai riunita, i problemi della città marciscono.
Il sindaco ricade nel vizietto degli abusi di potere, come quando fa cancellare le multe emesse per laccesso senza permesso alla zona a traffico limitato della sua famigerata Panda rossa (pare guidata dalla moglie). La sua difesa è quella di gridare al complotto e di domandare come mai queste informazioni siano divenute di pubblico dominio.
Scoppia lo scandalo di Mafia capitale, nel quale rientrano uomini della sua maggioranza, della sua Giunta e persino funzionari scelti da lui personalmente; e lui si dichiara il nemico di questa mafia (!).
Giura di non aver mai conosciuto il protagonista di quello scandalo, Buzzi, ed escono fuori le fotografie di incontri a quattrocchi.
La commissione nominata dal Prefetto denuncia una sostanziale continuità con la giunta precedente nella gestione degli affari comunali, caratterizzata da unalta percentuale di appalti ad affidamento diretto (quelli che possono coprire ogni scempio). Eppure Marino continua a proporsi come luomo della discontinuità.
(Non è stato lui - glielo concediamo - il regista di questo malaffare. Ma era
sua la responsabilità di porvi termine, anche perché questo andazzo era - è - evidente a tutti i romani
)
Il Prefetto presenta la propria relazione al Governo, e Marino si tiene in contatto per telefono dagli Stati Uniti, ove trascorre le vacanze, tra un tuffo e laltro (!).
Cerca di strumentalizzare persino il Papa, imbucandosi nel suo viaggio americano e prendendosi una reprimenda pubblica (cosa inaudita!). Dopodiché non trova di meglio che criticare larvatamente le parole del pontefice, sostenendo che lui alle domande dei giornalisti avrebbe risposto diversamente!
A settembre la Procura apre unindagine per pagamenti irregolari ai suoi collaboratori tramite una onlus.
La goccia che fa traboccare il vaso (che però avrebbe dovuto traboccare molti anni fa) è una nuova storia di finti giustificativi per rimborsi di spese private fatte gravare sul suo fondo di rappresentanza. Senza freni e senza pudore la fantasia che lo induce a coinvolgere lAmbasciata vietnamita, la Comunità di SantEgidio, un prete autore di un libro sul cardinal Martini
In questo percorso per così dire accidentato che cosa possiamo dire delle sue competenze politiche e amministrative, al di là della bicicletta e degli slogan ad effetto sul cambiamento? Il vuoto pneumatico.
Lamarezza, però, è che
Marino non è un caso isolato.
Altri importanti sindaci e uomini politici italiani hanno la sua stessa bassissima - levatura (anche se sicuramente una minore goffaggine), eppure godono di un convinto consenso di una fetta dellopinione pubblica, sostenuta agli
opinion makers di alcuni grandi
media.
Ciò che vedo chiaramente è che questi personaggi non-politici sono sostenuti dai potentati economici e burocratici che ritengono di avere le mani più libere con una politica gestita da uomini di paglia.
Quando la misura è colma per uno di questi personaggi, viene lanciato un altro uomo nuovo non-politico, un altro moralista che si impegnerà a correggere gli errori del predecessore. Un altro figurante.
Ma ciò che non capisco è come gli Italiani possano accettare di essere presi in giro fino a questo punto, in maniera così gradassa
(Ci si fa prendere in giro non soltanto continuando a votare questi personaggi. Un esempio: la capitale è sporca da far schifo? Ebbene, vediamo noti personaggi dello spettacolo che, anziché inseguire i vertici comunali col forcone chiedendo ragione di come vengono spesi i soldi delle nostre tasse - i cittadini di Roma sono percentualmente i più tartassati dItalia -, si offrono di
collaborare nelle pulizie!)
Conosco molti furfanti che fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante (J. Renard)