Voglio tentare una impresa ambiziosa, e cioè provare a quotare le varie ipotesi che si possono con un certo grado di fondatezza fare sull'identità del mostro di Firenze. Come capirete alcuni nomi non li posso fare, ma quando non li posso fare lo scrivo.
Come assunti, considero certa la presenza di un solo omicida. Perché è un maniaco sessuale, al di là di ogni ragionevole dubbio, e non esiste in letteratura scientifica il fatto che due persone possano condividere una tale patologia, a meno che non siano legate da vincoli strettissimi (marito e moglie, conviventi, parenti strettissimi). Ma anche perché come notato da molti criminologi se ci fosse stata la presenza di una seconda persona questa sarebbe emersa nella dinamica dei delitti, dinamica complessa. E si capisce da tanti dettagli, dal modo in cui assale le vittime, al fatto che trascini fuori dall'auto sovente il corpo della donna, al modo in cui regisce nei momenti di pericolo e di crisi...mai si palesa una azione di una seconda persona, persino nel delitto degli Scopeti (1985).
1) pista sarda. Il colpevole sarebbe uno del gruppo dei sardi che dagli anni 50 , da Villacidro in particolare, si trasferirono a Firenze, continuando a mantenere rapporti molto stretti tra loro. Ex pastori, o ancora pastori, spesso legati ad attività di piccola media criminalità. Spesso pregiudicati. Persone che vivevano in un ambiente di degrado culturale ed economico. E' la pista per la quale ci sono oggettivamente i maggiori indizi. E' possibile ritenere che il colpevole abbia partecipato al primo delitto, quello oggettivamente con la colpevolezza certa (e sancita sul piano giudiziario sulla base si prove certe, di Stefano Mele. D'altro canto il figlio di sei anni, Natalino, tra contraddizioni e non ricordo ha più volte detto che c'era il padre quella sera davanti alla macchina, e in una occasione disse che c'era lo zio (e chiamava zio gli amanti, almeno quattro, della madre). Ci sono due clan famigliari coinvolti: i Mele, e i Vinci, probabilmente presenti, Salvatore e Francesco Vinci, sulla scena del primo omicidio. Dopo l'omicidio uno di loro (Salvatore? Molto probabile, tutto lascia pensare che l'arma fosse la sua) conserva l'arma. Rimane colpito dall'emozione provata in quel momento , e lo rivive con la fantasia. Finchè nel 1974, proprio con quella pistola, che ha conservato come feticcio di quel primo delitto, non ne rivive l'emozione con un secondo delitto condito con ulteriori componenti maniacali di carattere sessuale. Oppure potrebbe essere stato un loro parente o un loro congiunto, qualcuno che comunque sapeva che cosa era successo nel 1968 e ne ha conservato (o rubato) l'arma e la fantasia emotiva. Si sarebbe dovuto cercare in queste due famiglie figure con i tratti del maniaco sessuale con certe particolari e rare connotazioni descritte precisamente dall'FBI. A me risulterebbe che due persone di questi clan avrebbero le caratteristiche, molto rare, del mostro come descritte dall'FBI. Una è scomparsa nel nulla dopo il 1985, l'altra vive a Firenze .
2) Una persona con un ruolo importante nelle indagini, con un ruolo di rilevo tra le forze di pubblica sicurezza. Una persona in grado di avere un pronto accesso alle informazioni delle indagini, che interagisce con successo durante tutto il corso delle indagini. E' una ipotesi inquietante per la quale esistono testimonianze e tracce. Si sarebbe dovuta approfondire. Tale persona non sarebbe responsabile del delitto del 1968.
3) un terzo estraneo. Sia questa ipotesi sia la precedente hanno tuttavia una condizione di verosimiglianza: e cioè che si dimostri che fosse possibile nel 1981/82 accedere al luogo dove erano custoditi i reperti del delitto del 1968, e sostituire con i bossoli esplosi dalla calibro 22 del mostro. Una verifica per capire se ciò sia possibile sarebbe fondamentale, perché se fosse possibile andrebbe presa in molta seria considerazione. Perché la seconda e la terza ipotesi, rispetto alla prima, hanno meno indizi, ma hanno un vantaggio: spiegherebbero alcuni passaggi delle indagini che altrimenti rimarrebbero inspiegati. Farebbero tornare tutti i conti, non una cosa da poco.
4) Una persona non del clan dei sardi: un maniaco che avesse iniziato a colpire dal 68, escludendo la colpevolezza di Stefano Mele e dei Vinci. Ne sono poco convinto: Stefano Mele confessò, scontò la pensa anche da seminfermo di mente, e c'erano molti elementi a suo carico. Ipotesi che considero improbabilissima
5) colpevolezza dei condannati. La considerò con una probabilità di non più del 5 per cento, e sono stato generoso. Nell'ipotesi alla base delle sentenze non quadra nulla, e manca ogni tipo di prova. Non solo ma molti elementi vanno in direzione del tutto diversa e non percorsa purtroppo.