Prospettive a mio avviso incerte.
Oggi abbiamo un'Europa che ha in parte tradito l'ispirazione dei suoi padri fondatori, ed è diventata macchina burocratica autoreferenziale, non democratica, funzionale al sistema finanziario internazionale (in cui peraltro prevalgono interessi extraeuropei).
Però bisogna stare attenti a non buttare il bambino con l'acqua sporca...
Non avremmo bisogno di meno Europa, ma di un'Europa:
- più "democratica", in cui le decisioni assunte tornino ad essere oggetto di dibattito tra i suoi cittadini;
- più "politica", in cui le decisioni non siano vincolate solo agli interessi economico-finanziari, ma tengano conto degli equilibri sociali e culturali;
- più "unita" e solidale laddove è necessario, cioè quando deve muoversi nello scenario globale (politica estera, militare, commercio internazionale, politiche migratorie);
- più "leggera", rispettosa delle libertà, meno invadente al suo interno, sia rispetto alla società civile in generale (non abbiamo bisogno di un Superstato opprimente che regoli ogni aspetto della nostra vita, con l'ovvio corollario di tasse soffocanti), sia rispetto alle tradizioni e allo stile di vita dei singoli popoli (che sono anche europei, ma non devono diventare solo europei rinunciando alle loro identità): è il famoso principio di "sussidiarietà", che pure è scritto nei Trattati.
Di questi aspetti, ne vedo promossi pochi dal nuovo Front National disegnato da Marine Le Pen...
Certamente non sarebbe espressione dei potentati finanziari e potrebbe riportare l'attenzione su problemi ormai di stringente attualità (sicurezza, questione migratoria, integrazione delle minoranze), incancrenitisi perché finora resi tabù dalla dottrina del politicamente corretto (ispirata dalla finanza mondiale).
Però la visione della Le Pen mi sembra troppo nazionalista e troppo statalista.
Troppo nazionalista significa rischiare il ritorno a un'Europa in cui si scontrino gli interessi egoistici dei singoli Stati e delle singole corporazioni economiche che li condizionano.
Troppo statalista, perché la Le Pen ha conquistato i consensi delle classi sociali più deboli e scosse dalla crisi promettendo un forte interventismo pubblico, di cui la Francia non avrebbe davvero ulteriore bisogno.
Inoltre, il problema dell'integrazione dell'islam francese non è banalmente risolvibile abbracciando - come ha scelto di fare lei - la vecchia e intollerante "laicité" della Francia repubblicana.
Dal punto di vista economico-sociale, insomma, ha un programma che non è né di "destra" né "liberale", ma direi populista-peronista (simile a quello del Movimento Cinque Stelle...).
Parlo di Marine Le Pen.
Tutta diversa la nipote Marion, una ragazza davvero brillante e di grande equilibrio.
Ma è solo una ragazza...