Massó, che sei un "ragioniere" si capisce dal senso di quello che scrivi, il problema è che ti funziona male la calcolatrice
Per il resto l'ABC te l'ha già spiegato Sandro
Si tratta solo di capire che al di là del piccolo cortile provinciale fatto solo di speedmaster e dei soliti 4 Rolex c'è un mondo molto grande che ad un commerciante che sa fare il suo lavoro offre opportunità che vanno ben al di là del cortile. Il cortile fa girare il contatore e serve a coprire le spese generali ma il business vero non si fa con gli orologi commerciali da quattro soldi.
Io ho evidenziato che molto i commercianti stanno, a mio parere, boccheggiando e vivacchiando su poche referenze, ma fare girare quelle venti referenze di continuo e quei due/tre marchi è un commercio assurdo e puerile, da mercato delle figurine che non porta ad alcunché.
Giorgio, se fatto 100 il volume della domanda 99 chiede quelle 20 referenze è fisiologico che il 99% dei commercianti basi il suo lavoro su quello.
Ma posso assicurarti che in anni di crisi selvaggia che ha morso forte i reseller grazie a internet e a quelle 20 referenze hanno salvato la pelle e alcuni hanno fatto bei volumi d'affari. Cosa che non si può dire dei concessionari, molti dei quali costretti a lavorare come grossisti a marginalità quasi nulla. Tanto che alcuni di questi sono falliti e altri hanno deciso di lasciare le concessioni dei marchi e mettersi a fare i reseller.
Internet non ha nuociuto ai commercianti, in molti casi è stata la loro salvezza perché ne ha allargato a tutto il mondo la potenziale clientela.
I più bravi come ha scritto Sandro già da tempo hanno imparato a diversificare e ad affiancare alle solite 20 referenze che assicurano il pane quotidiano anche altro tipo di merce che fa lavorare anche meglio perché offre marginalità molto superiore.
E d'altronde il successo di fiere come il WTA in cui si ritrovano commercianti dai 4 angoli del mondo ne è la dimostrazione, perché al WTA non ci si va di certo per vendere o approvigionarsi di submariner o speedmaster