Ciò significa che l'orologeria industriale già c'era, ma - se ho ben compreso - non vi appartenevano AP, PP e VC, giusto?
Possiamo dire che loro fanno quello che oggi è fatto da indipendenti com e FPjourne?
Esattamente. Oggi i c.d. "indipendenti", chi più e chi meno, incarnano lo spirito che animava quelle tre grandi case d'alta orologeria nel periodo pre quarzo e che invece oggi sono tutte passate ad un'orologeria di tipo industriale.
Journe in particolare e tra i più attivi nel campo della sofisticazione meccanica anche se non l'esempio più convincente di finitura artigianale.
Ci sono ancora (pochi) artigiani che costruiscono orologi "all'antica", come un tempo li realizzavano le tre case suddette.
Seconda riflessione: perché se voglio comperare un Vacheron degli anni 50 riesco a pagarlo anche 4.000 euro (o comunque, meno di 10.000), mentre uno attuale costa molto di più?
Perché gli orologi d'epoca, specie quelli di stampo classico ed elegante, con le loro forme e dimensioni oggi sono "demodé", non piacciono. Mantengono quotazioni alte solo alcuni PP per via di certe speculazioni legate al marchio, ma la maggior parte di chi li compra non lo fa per indossarli ma per speculare.
Questa deriva del gusto fa si che la domanda di questi orologi sia molto bassa, anche rispetto ad un'offerta altrettanto limitata, e i prezzi di conseguenza restano molto bassi.
Forse le nuove tecniche di costruzione consentono la produzione di modelli maggiormente precisi e affidabili e, quindi, più costosi?
Le moderne tecniche di produzione industriale consentono certamente la realizzazione di prodotti industriali migliori rispetto a quelli d'epoca da ogni punto di vista: un tipico orologio industriale attuale, un Rolex o un Omega per esempio, sono superiori da ogni punto di vista oggettivo a quelli di epoche passate.
Questo perfezionamento delle tecniche di produzione in serie è quello che ha permesso alle grandi case di passare ad una produzione di serie, senza più alcun apporto artigianale; perché il risultato, all'occhio distratto, è convincente e la differenza non si vede, mentre i costi di produzione per le economie di scala e l'uso di macchine al posto di artigiani crollano e i margini unitari sul singolo prodotto schizzano alle stelle.
La nuova orologeria è più "performante" di quella anni 50?
Si, perché l'adozione di spirali e bilancieri in particolari leghe refrattarie e amagnetiche han risolto buona parte dei problemi della cronometria riscontrabili su orologi della metà dello scorso secolo e che erano prevalentemente legati agli sbalzi termici, ai campi magnetici e alla qualità dei lubrificanti.
Problemi ai quali le grandi case provadano ad ovviare con soluzioni particolari e sofisticate che oltre alle sole finiture erano ciò Che distingueva il prodotto di fascia alta rispetto a quello industriale più economico.
Spirali nivarox e bilancieri glucydur hanno risolto buona parte di questi problemi, al punto che qualunque trattore di fattura economica se ben regolato (operazione nel frattempo divenuta molto più semplice rispetto al passato in cui era un'arte a se stante alla quale solo le grandi case prestavano molta attenzione) può essere classificato come cronometro con certificato cosc.
Il che ha fatto venire meno buona parte di quanto sopra e che era anche buona parte di ciò che distingueva orologeria d'alta gamma da orologeria di massa.
In sintesi, mentre l'orologeria industriale si è costantemente evoluta fino al punto da rendere irrilevanti alcune differenze sostanziali rispetto all'alta orologeria delle grandi case, quest'ultima non ha saputo mantenere le distanze al punto da venirne un qualche modo fagocitata. Oggi gli indipendenti con l'apporto artigianale, con la cura senza compromessi di ogni dettaglio e con l'innovazione volta a proporre meccaniche più sofisticate ed elaborate ancorché ridondanti sul mero piano pratico, provano a ristabilire la distanza tra i due campi che in qualche modo "giustifichi" anche certe differenze di prezzo, differenze che invece le grandi case dedite a produzioni più industriali e meno sofisticate possono permettersi grazie alla forza dei loro marchi.