A me alla prima comunione toccò un Baume et Mercier agghiacciante. Un quarzo acciaio e oro piatto con bracciale integrato in stile Piaget Polo (immaginate un bambino di 12 anni quanto poteva apprezzarlo....era un regalo di "prospettiva" e in prospettiva ha vissuto dentro al cassetto nel quale ancora si trova
).
Allora Zenith (primi anni 80) neanche esisteva piú e qualche rimasuglio degli anni 70 faceva la polvere insieme agli Omega e ai Longines nelle orologerie di borgata.
Zenith non ha una storia ininterrotta, Come tante altre case, la sua gloria affonda nella storia più lontana (quella più recente legata all'El primero sconta la luce riflessa del Daytona) e neanche una modellistica iconica a cui far riferimento (salvo qualche modello degli anni 70 tornato attuale).
Nella seconda metà degli anni 80 quando il marchio fu riscattato dall'allora proprietà americana faceva poco, a parte il chronomaster Che fece la sua apparizione nei primi anni 90 cincischiava con tristi imitazioni Rolex e orologini di stile retró anni 60 di nessun particolare appeal.
Era un marchio da reinventare completamente e l'idea di Nataf concettualmente non era sbagliata, sbagliata semmai la modalità con la quale fu messa in atto. Avessero avuto più misura, piuttosto che accodarsi al fenomeno del pacchiano alla moda che nei primi anni del nuovo millennio prendeva campo ad oriente, avessero indovinato un design moderno e accattivante (come é riuscito a fare Richard Mille e come Hublot aveva saputo fare qualche anno prima) sarebbero decollati.
Invece si sono messi a fare scherzi provocatori sempre più improbabili, e dopo un po' di ritrovato successo hanno finito di s********e un marchio che già non godeva di buona considerazione.
Dufour ha tentato di restituire un'immagine più tradizionale e sobria alla produzione, ha tagliato tutto l'invendibile (incluse le complicazioni senza mercato, rimaste solo come orologi da esposizione ma di fatto non distribuiti), ha attinto alla produzione degli anni 70 il cui gusto é tornato attuale, ma nell'insieme il marchio non si è rilanciato e secondo me é destinato all'inevitabile oblio anche perché ha avuto la sfortuna di finire nella pancia di LVMH che tra i 3 é il gruppo che con gli orologi ha dimostrato di saperci fare meno.
Oltre che gli orologiai a questo settore mancano sempre più anche i bravi designer e più in generale un management con una cultura del prodotto che li sappia indirizzare nelle scelte e riesca a fargli discernere ciò che nel lungo periodo può funzionare da ciò che al di là del breve momento contingente é destinato a finire nel dimenticatoio se non peggio nella galleria degli orrori (come accaduto alla produzione dell'era Nataf). Poi ci sono gli azionisti sempre più famelici e appartenenti a quella categoria di capitalismo predatorio che nulla concede all'attesa e alla programmazione di lungo periodo, vogliono il grasso che cola, subito e copioso. E allora giù con le peggiori puttanate alla moda e con la spremitura dei marchi, che in un modo o nell'altro nel breve si vendono, ma che nel medio lungo sono una lapide. Finché il marchio non si riduce ad una vena esaurita, come oggi sembrano essere molti marchi.