Orologico Forum 3.0

e dopo il nautilus?

ciaca

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Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #90 il: Novembre 14, 2016, 11:31:49 am »
Citazione
il privato,con i soldi che escono dalle sue tasche,non cerca avventure improbabili,ne con gli orologi ne con l'arte.

Mica vero. :)
Ha cercato avventure anche più improbabili tra insignificanti pezzi di carta in borsa, altro che arte, orologi o auto d'epoca che al confronto sono acqua fresca :D

Tanta gente che conosco, che ha "giocato" con gli orologi, ma quelli giusti, non solo non si è bruciato ma si è anche creato in alcuni casi una carriera nuova. Molti commercianti oggi su piazza sono il risultato di questi "giochi" fatti 30 anni fà, inclusi quelli fatti su alcuni pezzi di plastica da due lire chiamati Swatch. :)

Le poche riviste dell'appena rinato settore negli anni 80 pubblicavano più articoli su aste, valutazioni e aggiudicazioni, che non sugli orologi in produzione; per dire quanto il gioco di evocare la possibilità del lucro o della conservazione del valore sia servito per acquisire nuovo interesse e clientela dopo il disastro degli anni 70.

Chi ha iniziato ad avvicinarsi all'orologeria negli anni 80 lo ha fatto allo stesso modo di come si avvicinava ai diamanti, allettato dalla prospettiva che questi potessero essere non solo costosi sfizi ma anche strumenti di protezione dei capitali, molti dei quali per altro nascosti al fisco o comunque non liberi di poter essere impiegati in altri modi più tracciabili.

Questa propensione all'investimento e alla conservazione del valore è rimasta fino ai giorni nostri, entrando a far parte stabile di questi acquisti e di questo mercato, e facendo le fortune di alcune cose e le disgrazie di molte altre. E se esiste già per orologi di poche migliaia di euro figuriamoci se non esiste per orologi da centinaia di migliaia o addirittura milioni di euro, la cui valutazione per altro non ha più nulla a che vedere con ciò che sono gli oggetti ma con quanto ho provato a spiegare altrove parlando del valore di certi orologi di due marchi alla stregua del valore facciale delle banconote.
« Ultima modifica: Novembre 14, 2016, 11:46:32 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

e.m.

Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #91 il: Novembre 14, 2016, 14:29:28 pm »
Angelo,
stai parlando di un pugno di appassionati che e' passato dal collezionismo al commercio vendendo parte delle proprie collezioni.Hanno raggranellato qualche centinaio di Keuro e si son fatti la Porsche.
Costoro oltre i 20-30k in un orologio non li investono,il loro standard va dai 3 ai 10.
Il gioco e' sempre quello:ritirano a 2 cio' che rivenderanno a 4,per loro le permute sono una doppia risorsa.

Acquistare orologi da centinaia di K e' un gioco per adulti.

ciaca

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Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #92 il: Novembre 14, 2016, 14:32:55 pm »
Lo stesso gioco si può fare a livelli diversi.
C'è chi accumula bivani di periferia e chi attici in centro :)
Ne ho viste e sentite troppe e troppe volte per credere ancora al collezionista che spende milioni per un orologio senza che il perché sia un investimento vero e proprio piuttosto che un atto di mera passione.
Anche perché se il motivo fosse il secondo i milioni non si spenderebbero solo e soltanto per Rolex e Patek, ossia gli unici due marchi capaci di attribuire valori facciali agli orologi e capaci di adunare la folla di investitori/risparmiatori/speculatori che appunto accettano questa convenzione e quindi quel valore facciale
« Ultima modifica: Novembre 14, 2016, 14:36:56 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

e.m.

Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #93 il: Novembre 14, 2016, 15:07:11 pm »
Se vai a leggere i primi 200 risultati dell'asta in corso da Christies ti troverai al cospetto di un mercato molto piu' maturo:
non sempre i soliti 2 marchi ma un po' di tutto;aggiudicazioni,in genere,di gente che comincia a capire qualcosa.

S.M.

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Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #94 il: Novembre 14, 2016, 18:42:34 pm »
Caro Ermanno, caro Angelo avete ragione entrambi.
A volte le due cose, passione ed investimento, coincidono.

Si vede tra i collezionisti di auto d'epoca e non, tra gli appassionati di arte o di vini e quindi perchè no, di orologi.
Dubito che un disinteressato completo acquisti o dia mandato di acquistare un orologio per mero investimento, come sono sicuro che uno straricco appassionato non butti via il suo denaro comprando orologi "a minchia".

Di fondo è sempre la passione che guida. Se poi c'è la possibilità di trasformarla in un investimento, ben venga.
Daltronde, nel nostro piccolo, non facciamo (o proviamo a fare) così anche noi?

Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

e.m.

Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #95 il: Novembre 14, 2016, 22:58:51 pm »
Caro Stefano,
se avessimo voluto investire in orologi avremmo comprato pezzi di fattura completamente opposta a quelli che abbiamo,
mi sembra di poterlo dire per tutti gli amici del nostro forum.
Il fatto che poi ogni tanto si ricavi una plusvalenza in una vendita o in una permuta non cambia nulla,i nostri sono orologi da sfigati.
Il guadagno sistematico,che richiede un lavoro e non la passione,lo si ottiene solo con certi Rolex,a patto di avere un canale che permetta di acquistarli nuovi almeno con il 25% di sconto dal listino e di lasciarli intonsi dentro la scatola.
Gia' se ci si avvicina a Patek i rischi aumentano,e di molto.

Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #96 il: Novembre 15, 2016, 07:40:18 am »
I miei ad ora sono tutti orologi di cui non ho mai pensato alla rivendita, altrimenti non li avrei mai acquistati.
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

guagua72

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Re:e dopo il nautilus?
« Risposta #97 il: Novembre 15, 2016, 08:59:01 am »
Devo sottolineare che spesso viene fuori il mondo dell'Arte appaiato a quello dell'orologeria. Simili forse per alcune dinamiche, diversissimi per altre. Da Giotto a rembrandt, dai macchiaioli a Picasso, da Picasso a Fontana, ogni evoluzione è stata dettata da fenomeni culturali, politici, storici e demografici che con l'orologeria non hanno alcunchè. Perchè non capiamo Fontana o Pollock? Semplicemente perchè non siamo abituati ad attribuire valore a ciò che non è percettibile come tale, ragioniamo, giustamente o ingiustamente, con la nostra percezione di valore legato al bene e al materiale. Poi c'e' il commercio, sia dell'arte che dell'orologeria, peccato che nell'arte per stabilire cosa vale e chi vale ci siano dinamiche molto più complesse che nell'orologeria. Nell'orologeria, a sentire i vostri discorsi, sta tutto in mano a due/tre nomi. E io non stento a crederci. Poi ci sono i pecoroni come me, che si accontentano delle bricioline orologiere e nemmeno possono ambire al mondo dell'arte vera. Io Vi ringrazio, perchè mi sono fatto un'idea, sulle dinamiche che regolano il mondo dell'orologeria e, arte a parte, Ermanno come pure Angelo si sono sforzati di darne una attenta e comprensibile identificazione. Che dire, l'uomo della strada stia a guardare, la sua passione rimanga passione, però se si hanno risorse limitate da allocare in modo oculato, alla passione prende il posto altro...questo accade al mio personale modo di affacciarmi al mondo orologiero e per questo "gioco" con gli orologetti e non accedo agli "orologioni"....