Ha detto bene Corrado riguardo il rapporto qualità prezzo che vale solo ed esclusivamente per le cose utili.
Per gli orologi oggetti di lusso o sfizio di fatto non esiste sempre secondo me che più o meno la penso come Corrado.
Prendo tutto con superficialità ed imparo quello che mi rimane in mente, se dovessi impegnarmi comincerebbe ad assomigliare ad un lavoro e non mi piacerebbe più.
Da circa 50 anni ragiono così.
Caro Alessandro, così sovrapponi il tuo approccio personale al piano oggettivo delle cose.
Se tu ti accosti al campo del lusso con "superficialità" (usi questo termine con disinvoltura, anche se sappiamo che non è così, perché di orologi ne mastichi da un bel po' di anni), ciò non significa che in quel campo il rapporto qualità prezzo "non esiste".
Che cos'è il "lusso" (oltre agli orologi)?
Abbigliamento, sigari, preziosi, imbarcazioni, vini pregiati?
In ognuno di questi campi troverai "esperti" (più o meno attendibili… ma questo è un altro discorso) che spiegano con dovizia di particolari perché un'armatura o un filato (in un tessuto) sono meglio di un altro, perché una
vitola de galera o una lavorazione sono più appropriati per una certa varietà di sigaro, perché un taglio o un livello di purezza giustificano il prezzo di un diamante, perché un assetto antibeccheggio o la curva di erogazione dei cavalli sono fondamentali in un'imbarcazione, perché un'annata di produzione o l'acidità di un terreno in cui è piantato un vitigno fanno la differenza…
Tutti gli esperti - sottolineo
tutti - invocheranno gli attributi di qualità, compresa la ricercatezza estetica (originalità del
design, ecc.) a giustificazione dei prezzi. In alcuni casi con fondati motivi; in altri esagerando o barando (perché complici dei venditori).
Va detto che nella maggior parte dei casi la "qualità" non giustifica mai completamente il prezzo, perché il "lusso"
in sé - inteso come esclusività - ha un costo. Quello che cambia, da prodotto a prodotto, è il peso percentuale che assume il fattore lusso rispetto al fattore qualità (e quindi il rapporto qualità/prezzo): e questo dipende dalle mode, dal
brand, dal
testimonial.
In ogni caso il lusso - e persino la vanità che lo insegue - cerca sempre una motivazione in un'idea di qualità, che giustificherebbe in una certa misura il prezzo (tralasciamo i casi di ostentazione della capacità di spendere fine a se stessa: macchine foderate di velluto, rubinetti d'oro, ecc.).
E i consumatori del lusso?
Chiunque si avvicina al lusso può appassionarsi a un settore e approfondirlo: per diventare "esperto", o anche solo - restando "appassionato" - per capire e
apprezzare meglio ciò che acquista (e non significa "prenderlo come un lavoro").
Oppure può farsi consigliare a occhi chiusi da quello che considera un esperto.
O ancora, più genericamente, può seguire il
sentiment comune, scegliere ciò che ha fama di qualità.
Anche chi ha competenza può decidere, in alcuni casi, di "parcheggiare" questa competenza, lasciandosi guidare da criteri di scelta più emotivi o di immagine.
Ma
i diversi approcci non cambiano la sostanza della questione: anche nel lusso esiste la "qualità" (e il rapporto qualità/prezzo), anche se declinato in maniera diversa rispetto ad altri beni e anche se cambia da persona a persona l'importanza che si dà a questo fattore.