Orologico Forum 3.0

Iwc MarkXVI

Airangel

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Iwc MarkXVI
« il: Maggio 20, 2008, 13:45:28 pm »
un gentile nostro lettore...mi ha scritto al mio sito ponendomi una domanda: ha appena acquistato un markXVI ma ha notato che la luminescenza delle lancette è evidentemente disomogenea e a grumi, non uniforme.
mi ha chiesto cosa avrebbe dovuto fare....ed io gli ho risposto che, se la prova era stata fatta in modo corretto....cioè con la giusta scarsità o assenza di luce....doveva riportarlo indietro al conc., perchè probabilmente il trattamento era stato fatto male, qualcosa non andava.

gli ho anche detto, se preferiva, di mettere a conoscenza il forum, cmq lo faccio io perchè mi sembra un fatto singolare....
sto cominciando a sentire troppi casi di difetti ad orologi costosi (per non parlare del royal oak di fabri).

non è che la qualità si sta abbassando notevolmente??
non è che, (come ha documentato bene la trasmissione report domenica scorsa, visibile qui http://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html), anche il mercato del lusso, pur di dragare l'ultimo fondo del barile, sta svendendo competenze e conoscenze sull'altare del profitto assoluto?

voi cosa ne pensate??

Iwc MarkXVI
« Risposta #1 il: Maggio 20, 2008, 14:10:14 pm »
anch'io ho visto la trasmissione e ho avuto lo stesso pensiero maligno. L'unica salvezza è la pretesa da parte delle associazioni dei consumatori di avere etichette trasparenti sia per la provenienza dei materiali, ma anche per ciò che riguarda assemblaggio, finitura, collaudi, ecc...
Forse per il momento il mondo dell'orologeria ancora si salva, ma per quanto? Non si può certo contare sulla dirittura morale delle persone, ci vogliono regole certe, prevenire le frodi non serve solo a noi consumatori, ma salvaguarda anche i lavoratori europei e gli imprenditori onesti.
 

Airangel

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Iwc MarkXVI
« Risposta #2 il: Maggio 20, 2008, 14:16:18 pm »
le etichette?
anche i prodotti del lusso ce le hanno, made in italy....peccato che non sono fatte da fini artigiani pellettieri italiani, ma cinesi che lavorano, dormono e mangiano nello stesso posto e in nero....in una cantina italiana, made in italy appunto.
queste sono le etichette.[:(][}:)][:(!]

ROGER

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Iwc MarkXVI
« Risposta #3 il: Maggio 20, 2008, 14:32:42 pm »
Ho visto anche io Report domenica... che amarezza!

E' tristissima l'immoralità di certi manager che, al grido di battaglia "risparmiare risparmiare risparmiare", tolgano lavoro agli artigiani italiani per alimentare il mercato nero dello sfruttamento, della clandestinità e dell'evasione... non trovato ancora più immorale che tutto questo venga fatto per risparmiare 30 euro su uno stivale venduto a 1000?

L'unica arma che esiste (a parte una eventuale normativa più ferrea sul made in italy (o sul swiss made)) è il consumo critico da parte dei consumatori, che boicottano chi non si assume le proprie responsabilità, chi senza scrupolo mira al solo profitto. Il problema è che, come ha detto Morgan la scorsa settimana a X Factor (che citazione aulica che sto facendo), "le persone prese singormamente, come individui, sono splendide e squisite, quando sono prese in gruppo e formano il "popolo" sono una massa di imbecilli pecoroni". Detta in altre parole, la somma di cervelli in realtà è una sottrazione! Se ne deduce l'utopia di un consumo critico veramente capace di cambiare le cose.

Lode a Gerd R Lang che si sta battendo per creare una garanzia di Swiss Made ove ogni parte, ogni componente e ogni fase di lavorazione sia eseguita in Svizzera! Ovviamente molte maison svizzere lo osteggiano in questo!

.::R063R::.

Patrizio

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Iwc MarkXVI
« Risposta #4 il: Maggio 20, 2008, 14:39:53 pm »
per essere minimamente nel ramo vorrei dire che il consumo critico è una bella idea ma molto utopica.
che cosa può sapere il consumatore di come vengono prodotti i beni che consuma?
la trasparenza è sempre difficile da ottenere, la reputazione è la variabile da colpire..
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Airangel

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Iwc MarkXVI
« Risposta #5 il: Maggio 20, 2008, 14:44:00 pm »
quoto Roger, a parte la citazione di Morgan...[:0]

questi manager ti raccontano che per essere competitivi oggi bisogna fare così....invece io direi che non è per essere competitivi, ma più semplicemente per gonfiare ancora di più i già lauti e colossali utili delle varie maison.

altro che capacità imprenditoriali....anche un decerebrato farebbe i soldi in questo modo.

l'unica soluzione è non comprare certe griffe e convincere a non comprare....e acquistare solo da artigiani veri, non presunti.

riguardo agli orologi, si sta cercando di stringere le maglie dello swiss made....vedremo, è tutto interesse della svizzera a non conciarsi come sta facendo l'italia...

Andrea80

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Iwc MarkXVI
« Risposta #6 il: Maggio 20, 2008, 15:22:42 pm »
... ragazzi dite quello che volete... ma il tanto "ben odiato" punzone di ginevra... è una garanzia sulla qualità e sullo swiss-made!!!

L'onore dipende spesso dall'ora che segna l'orologio - Guillaume Apollinaire

Airangel

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Iwc MarkXVI
« Risposta #7 il: Maggio 20, 2008, 15:24:14 pm »
Andrea80 ha scritto:

... ragazzi dite quello che volete... ma il tanto "ben odiato" punzone di ginevra... è una garanzia sulla qualità e sullo swiss-made!!!


sì ma chi ce l'ha Andrea? e su quali orologi?, e quanto bisogna spendere per avere al polso il punzone di ginevra?
e quelli che non ce l'hanno e han speso lo stesso migliaia di euro??

Andrea80

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Iwc MarkXVI
« Risposta #8 il: Maggio 20, 2008, 15:33:57 pm »
... è un riconoscimento certo e sicuro, ci vorrebbe qualcosa del genere controllato e tutelato magari dallo stesso ente... per orologi di fascia + bassa...
l'ho tirato in ballo, perchè tempo fa (in un altro thread...), l'abbiamo "ridotto" ad una semplice e pura espressione di marketing....

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rri

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Iwc MarkXVI
« Risposta #9 il: Maggio 20, 2008, 15:43:14 pm »
Pur essendo profondamente in accordo con il Vs. risentimento cosciente di un mercato tendente sempre più alla decadenza, debbo però portare una sia pur piccola testimonianza semplice semplice di chi frequenta decine di addetti ai lavori nel settore dell'orologeria.
Sia commercianti che agenti ed ancora orologiai stimatissimi come Caropreso o Trucchi; sono all'unisono sintonizzati sulla definizione di orologi oggi sempre più affidabili, e con poche falle di produzione.
Tutti sono concordi nel considerare più frequenti, altre scelte per il business; come la standardizzazione dei movimenti, le sinergie e gli interscambi di componenti. E non ultima una sorta di "fiera della qualità" dove punzoni, certificati ecc. la fan da padroni!
Molti con ovvio rammarico han prove che la stragrande lavorazione anche di prodotti piuttosto preziosi avviene sempre più spesso in quei mercati della mano d'opera sempre più sfruttata.... Ma allo stesso tempo obiettivamente devono contestarne molto spessola bontà di fatto del prodotto finale.

renato

Airangel

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Iwc MarkXVI
« Risposta #10 il: Maggio 20, 2008, 15:44:01 pm »
a me è sempre piaciuto il punzone, ma purtroppo è destinato ad una elìte di privilegiati....dovrebbero stringere sul serio le maglie riguardo lo swiss made, allora sarebbe una garanzia.
abbiamo visto che il made in italy è andato a quel paese....

Andrea80

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Iwc MarkXVI
« Risposta #11 il: Maggio 20, 2008, 16:03:28 pm »
...il mady in italy... è nato male... come concetto... troppo permissivo e poco controllato [:(]

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persson

Iwc MarkXVI
« Risposta #12 il: Maggio 20, 2008, 16:53:30 pm »
Andrea80 ha scritto:

... ragazzi dite quello che volete... ma il tanto "ben odiato" punzone di ginevra... è una garanzia sulla qualità e sullo swiss-made!!!


mha! in tutta sincerità, il punzone di ginevra a me nn rappresenta assolutamente niente... il mio Open che nn ce l'ha nn mi da meno garanzie di qualità di un Calatrava, e lo stesso penso valga per chi ha al polso un Lange o un Glashutte... proprio per il vincolo di essere concesso alle poche case che risiedono in una città come tante altre della svizzerra mi sa tanto una snobberia arrogante e sterile ... perchè a Le Brassus o a Le Locle gli orologi nn li san fare come a Ginevra?...
ma che problemi ha il RO di fabri se è concesso chiedere...
« Ultima modifica: Maggio 20, 2008, 16:56:14 pm da persson »

Airangel

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Iwc MarkXVI
« Risposta #13 il: Maggio 20, 2008, 16:58:53 pm »
persson ha scritto:

Andrea80 ha scritto:

... ragazzi dite quello che volete... ma il tanto "ben odiato" punzone di ginevra... è una garanzia sulla qualità e sullo swiss-made!!!


mha! in tutta sincerità, il punzone di ginevra a me nn rappresenta assolutamente niente... il mio Open che nn ce l'ha nn mi da meno garanzie di qualità di un Calatrava, e lo stesso penso valga per chi ha al polso un Lange o un Glashutte... proprio per il vincolo di essere concesso alle poche case che risiedono in una città come tante altre della svizzerra mi sa tanto una snobberia arrogante e sterile ... perchè a Le Brassus o a Le Locle gli orologi nn li san fare come a Ginevra?...
ma che problemi ha il RO di fabri se è concesso chiedere...


è andato in assistenza due volte.....la prima volta non ricordo per cosa, la seconda perchè il quadrante perdeva colore...[:0]

sergino

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Iwc MarkXVI
« Risposta #14 il: Maggio 20, 2008, 16:59:21 pm »
ma guardate che non sono le etichette che fanno la qualità, vere o false che siano, pensate che se fatto a regola d'arte un quadrante di orologio fatto in Italia, Inghilterra o in Australia sarebbe più brutto di uno fatto in Svizzera?..mmmmhhhhhh, il problema vero è che bisogna imparare ad essere disposti a riconoscere ed a pagare solo la qualità reale, o a pagare in proporzione ad essa, ben oltre le etichette ed i vari Made in.... IMHO
Se in realtà non sai ciò che stai chiedendo, non ti stupire di ciò che in realtà ti viene risposto.
Sinceramente Vostro, Sergino


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