sì, in rete ho trovato anche questo....
chiaro cmq che il primato non spetta a patek.
La storia dello sviluppo del movimento cronografico con microrotore di carica, definito Chronomatic, e introdotto sul mercato da un consorzio di Case orologiere (composto da Buren/Hamilton, Breitling, Heuer/Leonidas e Dubois-Depraz) sul finire degli anni 60, inizia in verità parecchi anni prima.
La Uhrenfabrik Büren A.G., infatti, nasce nel 1842 appunto a Buren, località a circa 15 chilometri da Bienne (Svizzera), una delle patrie dell’orologio.
Dopo una serie di pregevoli orologi, nel 1956 la Buren introduce sul mercato quello che sarà il proprio maggiore successo commerciale: il primo minirotore di carica per orologi automatici. Tale meccanismo rendeva i calibri automatici della Buren (il calibro 1000 ed il calibro 1001) molto sottili (sotto i 5 mm). (nella FIG.1 è fotografato uno Buren Starlite con calibro 1006 con microrotore e dello spessore di soli 4,8mm).
Successivamente questo movimento venne migliorato con il calibro 1280 (Intramatic, introdotto nel 1964) e ulteriormente rifinito con il calibro 1320 (in trodotto nel 1965).
Nel 1966 la Buren viene venduta alla Hamilton Watch Company (per la quale continua a produrre movimenti che, ad esempio, equipaggiano i modelli Thin-O-Matic anch’essi dotati del microrotore di carica). In questo periodo i movimenti Buren equipaggiano anche orologi di altre Case svizzere, come ad esempio Baume et Mercier, Bulova e Dugena.
Fu proprio l’Intramatic (ovvero il calibro 1280) che la Buren fornì per la costituzione del movimento cronografico Chronomatic nel 1969.
A tale movimento fu infatti assemblato nella parte posteriore (cioè quella opposta al quadrante) il modulo cronografico 8510 prodotto dalla Dubois-Depraz. La Heuer partecipò con la produzione di alcune parti meccaniche e, insieme alla Breitling attraverso la supervisione del design di casse e quadranti.
Il progetto “Chronomatic” ebbe il via nel 1965: il progetto, circondato da una segretezza d’altri tempi, fu nominato in codice progetto 99.
Nel medesimo periodo, però, l’idea di produrre un cronografo automatico aveva suscitato l’interesse di un altro consorzio, quello costituito dalle prestigiose Zenith e Movado i cui tecnici culturalmente parlando certamente nulla avevano da invidiare a quelli del progetto 99.
I due gruppi arrivarono alla metà simultaneamente: i due movimenti (il Chronomatic e l’El Primero tutt’ora splendidamente in produzione) furono presentati alla medesima fiera di Basilea del 1969. Entrambi i consorzi si attribuirono il merito di essere arrivati per primi a questo prestigioso traguardo: sembra in realtà che il Chronomatic sia nato circa un mese prima rispetto all’El Primero.
Il Chronomatic fu numerato come calibro 11 e consisteva, come detto, di una piastra cronografica avvitata sul retro dell’unità solo-tempo. Si trattave pertanto, di fatto, del primo movimento cronografico modulare della storia. Il movimento batteva a 19800 alternanze/ora, smistamento delle funzioni cronografiche con eccentrico ed azionatore oscillante e riserva di carica di 42 ore.
Ma la caratteristica più tipica era estetica: la corona di carica era spostata a sinistra, mentre a destra rimanevano i due pulsanti cronografici. Il datario, privo della rimessa rapida, era posizionato ad ore sei.
Successivamente, nel 1972, il movimento venne migliorato, le alternanze passarono da 19800 a 21600 e il movimento venne contraddistinto con il numero 12.
In seguito vennero introdotti il calibro 14, caratterizzato dalla presenza dell’indicazione delle 24 ore e -su alcuni modelli- della funzione GMT ed il calibro 15 con la presenza di un contatore dei secondi continui.
Nel 1979 le aziende del consorzio decisero (con una decisione che oggi, in tempi di penuria di calibri cronografaci di valore “medio”, apparirebbe incomprensibile) di interrompere la produzione del Chronomatic, decretando quindi la fine di questo singolare movimento.
Nel frattempo, nel 1971, la Hamilton Buren era stata acquistata dalla SSIH (il potente gruppo che controlla anche la Omega/Tissot che successivamente costituirà una delle assi portanti del gruppo Swatch) e in seguito a questa acquisizione nel 1972, in piena rivoluzione-quarzo, la Buren verrà inopinatamente liquidata.
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A dispetto del periodo piuttosto breve in cui fu prodotto, il Chronomatic ha avuto peraltro, nel corso degli anni, un notevolissimo successo. Testimonianza di questo successo è costituita dal numero delle Case orologiere che decisero di montarlo sui propri cronografi di punta.
Innanzitutto le Aziende del consorzio del “progetto 99” legarono al Chronomatic alcuni dei loro più grandi successi in campo cronografico. La Heuer, per esempio, equipaggiò con questo movimento praticamente tutti i cronografi automatici in produzione negli anni 70 (ad eccezione del Camaro, a carica manuale, che montava un movimento Valjoux 7733), in primo luogo la serie dedicata alle grandi corse automobilistiche: con il Monaco (Foto 2) in particolare, equipaggiato dapprima con il calibro 11 e successivamente con il 15, la Heuer produsse forse il suo orologio di maggior successo. Ma pregevoli sono anche il Monza (l’esemplare qui fotografato monta il calibro 15 foto.3a e 3b), il Carrera (qui in foto n.4 con una tipologia di forma tipica degli anni 70) ed il Silverstone. Da citare anche i cronografi della serie Autavia ed il singolarissimo Calcolator. Anche la Breitling produsse una serie di famosi cronografi equipaggiandoli con questo movimento: tra di essi citeremmo i bellissimi TransOcean Chronomatic (foto 5), il Navitimer ed il Navitimer Cosmonaute Crono-matic (quest’ultimo con il calibro 14 e l’indicazione delle 24 ore sul quadrante, foto.6). Non ultima ovviamente anche la Hamilton introdusse sul mercato alcuni cronografi tra cui i bellissimi Chronomatic (dotato del calibro 11, foto.7) e Fontainebleau.
Ma questo pregevole movimento fu anche venduto ad altre Case, che nulla ebbero a che fare con la progettazione originale. Tra queste citeremmo senz’altro Bulova, che cercava all’epoca di rinverdire con i cronografi i fasti che aveva raggiunto nel mercato dei solotempo, con il movimento Accutron. In foto (
un cronografo Bulova dotato del calibro 12.
Ma anche, ad esempio Philip Watch con questo bell’esemplare di cronografo Cormoran (foto 9).
A quasi trent’anni dalla sua “scomparsa” il fascino del Chronomatic, che ha colpito fin o ad oggi schiere di milioni di accaniti collezionisti in tutto il mondo, non è ancora venuto meno: la Heuer, nel frattempo divenuta Tag-Heuer, ha recentemente immesso sul mercato un nuovo modello di Autavia, che per la corona di carica posizionata a sinistra come nei vecchi Chronomatic, ha tentato di ricalcarne il successo, pur utilizzando un movimento su base ETA e Dubois Depraz che nulla ha a che fare, per bontà tecnica, con l’originale.
La cui unicità rimane ancora oggi intatta ed inattaccabile. Diffidate delle imitazioni!