Ricordo un episodio che mia moglie mi raccontò a suo tempo: nei primi anni della sua scuola elementare, un supplente propose un "dettato" ed esordì con: "deddado", la stragrande maggioranza degli alunni fu diligente e scrisse esattamente ciò che il maestro aveva pronunciato: deddado, per l'appunto, per non parlare del resto del compito. Questo è un caso limite naturalmente. Per come la vedo io; questa volta non sono con il "Boss" e potrei intendere la cosa unicamente come studio voluttuario di una lingua "quasi" morta. Io parlo molto bene il dialetto lissonese, conosco anche tantissimi vocaboli assolutamente unici e caratteristici del medesimo, spesso sconosciuti a moltissimi lissonesi non più giovanissimi e non sono lissonese di nascita, (milanese) anzi le mie origini sono di tutt'altre latitudini; siculomarchigiane per essere precisi. Che senso e utilità potrebbe avere insegnare i dialetti nelle scuole? Sono troppi e troppo diversi l'uno dall'altro; basti sapere, ad esempio, che Lissone e Monza, due città confinanti, hanno ciascuna il loro dialetto, similì per certi versi, ma decisamente differenti nella pronuncia. No, non ce la vedo proprio questa cosa, anche perchè, dalle nuove generazioni viene pesantemente snobbato, per loro sarebbe un'imposizione e non è ne saggio, ne opportuno imporre cose del genere ai giovani; quasi scontato un rigetto istintivo, con effetto controproducente.[
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