A Udine e provincia sono circa 600,
ma più della metà sono donne, con
le conseguenze che ne derivano:
lavorano mezza giornata, poche sono
indipendenti ecc...
infatti ce ne sono soltanto due che
sfondano i 50k/annui e nessuna sopra i 100.
la situazione, pertanto, non è malvagia.
Se poi consideriamo che l'esame qui è super selettivo
(lo passa il 14-18% della gente), capirai come i
dati non possano essere indici assoluti della situazione.
Qui, da quanto vedo, il lavoro c'è per tutti.
A Milano la situazione e i numeri sono diversi, ma devi anche
considerare le tipologie di studio.
Noi siamo in 12 (tra avv e praticanti)
più il personale, e lo studio è il più grande della città.
E' uno studio tradizionale: moltissimo civile, moltissimo penale,
molta famiglia, poco amministrativo, poco tributario, poco societario.
Nello studio di Milano che mi aveva contattato questo
inverno gli avvocati erano 103, e i praticanti altrettanti.
E non è neppure tra i più grandi!
Questo per dire che tutto va rapportato al bacino di utenza.
A Milano ci sono 20 mila avvocati, ma più della metà
lavorerà in grandi studi (quindi alle dipendenze), molti
altri nelle grandi aziende, e gli altri come liberi professionisti.
Il problema, come viene detto, è l'accesso alla professione.
Qui (UD) però ci sono 40 praticanti. Con una percentuale di quelli
che passano l'esame che varia dal 14 al 18% significa che
il prossimo anno ci saranno al massimo 8 nuovi avvocati.
Questo fa capire perchè qui il lavoro non manca.
Un mio caro amico fa la pratica in un'altra città, poco più
grande di UD, dove però i praticanti sono parecchie centinaia
(compresi i praticanti fantasma) e la percentuale degli ammessi
si aggira intorno all'80%. In un paesino di 10k abitanti vicino a questa città,
gli avv sono 250.
E' questo, per me, il vero problema.