Il fatto è che sia pur scontato al massimo di quanto si crede possibile, rimane comunque un buon margine sia per il venditore, che per il produttore, e ciò, risulta particolarmente valido come discorso, per tutti quegli oggetti che appartengono alla categoria "lusso", o quantomeno al voluttuario, che proprio perchè, non strettamente necessario, meglio dell'indispensabile, certifica in qualche modo la volontà di chi si accinge a spendere, di trarre un "piacere" nell'appropriarsi dell'oggetto, quindi bendisposto a spendere. Se ti vendo un chilo di pane e te lo faccio pagare il doppio del pane comune, è sempre perchè effettivamente ti offro qualcosa di più "sfizioso" e presumibilmente pregiato, anche se poi andandola ad esaminare da vicino, la differenza di prezzo tra i due prodotti, non è proporzionalmente giustificata, ma così ad occhio, può sembrarlo: "Signora questo è all'olio con farine speciali", "Santo cielo! Ma in un chilo di pane, quanto ce ne stà di olio? Una litrata? E 'sta farina speciale, da dove viene, dal Kirghisistan?" Vabbè, sai che ci marciano comunque e pensi: "Oggi mi andava di mangiare quel pane...". Con certe tipologie di oggetti, valutare il reale ricarico sull'utente finale, diventa molto più difficile e spesso la quantità di fumo negli occhi che si deve sorbire chi acquista, è tale da essere la valutazione del giusto valore dell'oggetto, praticamente impossibile; nel caso di un orologio, ad esempio, chi tra di noi è in grado dire quali siano le spese vive di produzione? Naturalmente le maison, si guardano bene dal renderlo noto. Aggiungiamo quisquilie del tipo: visibilità del brand, presunte qualità superiori, (non sempre reali) reperibilità, (anche in questo caso c'è chi ci gioca alla grande) ecc. ecc. Per cui se alla fine te ne esci dal negogio, col tuo bell'orologino, contento perchè te l'hanno scontato del 20%; tranquillo perchè comunque, in qualche modo, sono riusciti a mettertela in quel posto. Così è, se vi piace!