Riporto un articolo interessante ripreso da internet:
"Un terremoto sta scuotendo il mondo del collezionismo orologiero.
Antiquorum, la prima Casa d’Aste del settore, ha perso la sua storica guida (e fondatore): Osvaldo Patrizzi.
Attualmente, tra Patrizzi e l’attuale management (imposto dall’azionista di maggioranza, la giapponese ArtistHouse Holdings) è in corso una guerra senza esclusione di colpi, a suon di citazioni in tribunale e di inediti scoop giornalistici.
Ultimo, in ordine di tempo, è quello dell’autorevole Wall Street Journal, che mette l’accento sullo sfruttamento delle aste, da parte delle marche di orologeria, come strumento di promozione del brand: un metodo già ribattezzato “auction marketing”.
Di cosa si tratta esattamente?
Fondamentalmente è un sistema per far aumentare il valore percepito di un marchio grazie alla sua quotazione collezionistica, raggiunta a suon di aggiudicazioni in asta.
La Antiquorum di Osvaldo Patrizzi avrebbe naturalmente avuto un ruolo di primo piano nell’applicazione di questa tecnica nel settore orologiero, trattandosi dell’unica Casa d’aste specializzata solo in orologeria.
Sebbene anche altri nomi blasonati delle vendite all’incanto non siano rimasti a guardare, organizzando, sull’onda dell’entusiasmo del mercato, numerose vendite specializzate di orologi pregiati.
Tuttavia alla Antiquorum si contesta l’abilità di aver fatto di questa opportunità un vero sistema, con le sue aste tematiche dedicate a un solo marchio orologiero, organizzate in stretta collaborazione con le Case.
Non era difficile per nessuno intuire e capire l’interesse della Case produttrici in questo genere di operazioni, di solito effettuate in concomitanza con anniversari importanti per il marchio.
Il Wall Street Journal, però, evidenzia come le Case stesse partecipassero alle aste, facendo salire le aggiudicazioni di alcuni importanti pezzi e acquistandone molti altri, con il fine dichiarato di rimpinguare i propri musei, ma con il vantaggioso effetto secondario di veder salire il valore percepito del marchio."
anche qui ci sono i "furbetti del quartierino....", cosa ne dite?