recentemente, su un mensile del settore, si è aperto un dibattito riguardo al grido di allarme lanciato dai laboratori di orologeria indipendenti che farebbero molta fatica nel reperire i pezzi di ricambio delle varie maison, spingendo così il cliente a recarsi presso il conc. ufficiale con, spesso, un aggravio dei costi.
perchè tutto questo?
l'unione europea ha imposto tempo fa, l'apertura del mercato nelle automobili e non solo, intimando alle varie case costruttrici di fornire i pezzi di ricambio anche ai meccanici indipendenti, non dovrebbe succedere la stessa cosa nel settore dell'alta orologeria?
nelle auto siamo quasi arrivati al punto che se apre il cofano uno che non sia il concessionario ufficiale suona l'allarme atomico.
certo che l'arroganza e le lobby delle varie case saranno fortissime, ma perchè io non posso portare con tranquillità e fiducia il mio segnatempo da revisionare o riparare dal mio orologiaio di fiducia e non invece magari da un incapace indicato dalla casa?
questa è la lettera di un orologiaio in difficoltà, tratto da un sito internet:
"Egregio Signor Direttore,
son Rodolfo Saviola orologiaio in Milano, ho 52 anni e sin da bambino mi sono occupato di orologi.
Ho letto con piacere la lettera del collega sig. Doni, che ringrazio congiuntamente a Lei per avere “rotto il ghiaccio” su questo importante problema.
Questa incresciosa situazione fa sì che il nostro lavoro venga svolto nella migliore delle ipotesi in un clima di ansia e incertezza, due cose completamente contrarie a quanto occorrerebbe ad un orologiaio; può, infatti, capitare di dovere sostituire un pezzo non stimato prima, e allora sono guai. Anche una semplice vite o una molletta persa ti possono bloccare il lavoro o addirittura impedirti di portarlo a termine, con conseguente perdita di incasso e a volte anche del cliente stesso.
Mi è già capitato di dovere dire a clienti che ho servito per decenni di non potere più accedere ai ricambi per i loro orologi e di rivolgersi ai concessionari ufficiali, con notevole disappunto da parte loro.
Sinceramente ho anche pensato di “mollare il colpo”, ma alla mia età cosa faccio?
È incredibile che le ditte, alle quali viene richiesto per scritto il ricambio, ignorino l’ordine senza alcuna risposta scritta; forse per non esporsi ad azioni legali.
Considerando inoltre il discorso fiscale (le tasse vanno pagate), dovrebbe esserci anche la legge che obblighi a forniri i ricambi in modo da poter lavorare.
Nella speranza che qualcuno si senta tirato in causa e ci aiuti in questa battaglia, saluto e ringrazio.
Rodolfo Saviola - Milano"
che ne pensate?