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Oltre a ribadire la valutazione fornita da Zaf Basha, autorità indiscussa di Jlc dal cui libro ho appreso buona parte delle peculiarità della Maison, ti dò qualche altra indicazione di massima sul perchè un calendario astronomico Jlc valga così poco.
Il design dello stesso, preludendo ai modelli cd. "Albatros", si inserisce in un quadro di involuzione creativa che attanagliava le Case svizzere a seguito del "terremoto" derivante dall'invasione degli orologi al quarzo nipponici: non si tratta assolutamente del design prediletto dai collezionisti che apprezzano la Maison, che invece è quello del periodo d'oro a cavallo degli anni '40, in particolare nella seconda metà degli stessi quando JLC produsse i più apprezzati calendari completi e astronomici (se vorrai visitare la sezione vintage potrai osservare il mio).
Non a caso, nel 1982 la Casa, utilizzando casse e movimenti degli anni '40 rimasti in giacenza, concepì una piccola tiratura di calendari astronomici dal medesimo design del modello di punta del periodo di massimo splendore (tra i più rappresentativi della produzione di tutti i tempi di Jlc, tanto è vero che Basha impiega l'immagine di uno di questi per la copertina del suo libro).
Il tuo modello, peraltro con calibro automatico, si adegua al conformismo stilistico di fine anni '70 inizio '80, dai quadranti poveri di decorazioni, di colorazioni, in un contesto caratterizzato dall'abuso dell'accostamento acciaio/oro per le casse, poi scarsamente apprezzato dai collezionisti nel contrasto acciaio/oro giallo. Non rispondendo ai canoni del collezionista Jlc che insegue i pezzi dell'età dorata, e sicuramente meno appariscente rispetto ai moderni calendari della Maison per chi preferisca orologi dei nostri tempi, si ritrova in una sorta di limbo che ne penalizza le valutazioni al di là della sua reale pregnanza tecnica che è notevole.