I listini degli orologi sono sempre cresciuti e anche in passato hanno risentito, più che in questi ultimi 20 anni, anche della svalutazione della moneta. Nei primi anni 90 quando la lira svalutava a tassi in doppia cifra rispetto alle monete forti come dollaro e chf, gli aumenti erano anche più frequenti e importanti di quelli attuali.
Di contro i listini attuali sono in parte figli di un grande inganno, in base al quale la "griffe", anche la più scrausa e commerciale, è ormai venduta come lusso, con listini da settore del lusso tradizionalmente gonfi di nulla.
E uno Speedy a oltre 4000 euro ne è una prova tangibile, un orologetto che senza il contenuto di lusso Brandizzato di cui i gruppi hanno riempito il settore una volta acquisiti i marchi, costerebbe a listino meno della metà. Lo stesso orologio costava nel 90 1.800.000 lire, se qualcuno vuole divertirsi a convertire 900 euro del 90 in euro di oggi con i tassi di rivalutazione del periodo potrà verificarlo da solo
Ma la gente, in misura alterna, continua a comprarli, per varie ragioni. E il senso è quello del consumismo di ogni altro genere di beni voluttuari, perché si hanno i soldi per farlo.